Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico.
Cina elettrica
Il governo cinese ha deciso. I veicoli diesel e a benzina non potranno più essere prodotti entro il 2040. Il processo dovrebbe avvenire con un passo alla volta, ma in realtà è già iniziato.
Il ministro dell'Industria Xin Guobin ha infatti assicurato che saranno condotti prima degli studi sul settore, per poi definire una tabella di marcia che consentirà alle aziende di affrontare senza troppi intoppi questa transizione.
«I fabbricanti dovranno, in conformitá con le proprie esigenze, migliorare i livelli di consumo dei veicoli tradizionali e sviluppare in modo consistente i veicoli ecologici», ha detto il ministro cinese che guida i piani industriali del primo produttore mondiale di autoveicoli.
Pechino, in realtà ha giá obbligato le aziende a produrre una percentuale sempre maggiore di veicoli che sfruttano le rinnovabili, ma i risultati che per il resto del mondo sarebbero di grande portata, non soddisfano il governo cinese visto che la vendita dei veicoli fossili è ancora elevata. Nel 2016 solo sono stati immatricolati 507mila veicoli ecologici (elettrici o ibridi) contro i 24,5 milioni a fonti fossili. L'ultima tabella di marcia al vaglio del ministero cinese prevede che le vendite delle case automobilistiche comprendano veicoli elettrici o ibridi in misura pari all'8% del totale nel 2018, cifra che sale al 10% nel 2019 e al 12% nel 2020. Nel 2025 un quinto delle auto vendute dovrá essere spinta dagli elettroni. Tradotto quasi cinque milioni di autovetture vendute in Cina saranno elettriche.
Oltre a ciò c'è anche il divieto di circolazione peri mezzi commerciali diesel e a benzina emesso nell'agosto scorso dalla città di Shenzhen, che ha uno dei più grandi distretti industriali cinesi, che scatterà il primo ottobre del 2017. Secondo alcuni analisti economici internazionali questo attivismo verso l'elettrico della Cina sta facendo da volano alle decisioni verso l'elettricità di molte aziende automobilistiche europee che tentano di correre ai ripari, lanciando iniziative, con la politica internazionale che però sembra arrancare.
Francia e Gran Bretagna, che hanno annunciato lo stop alle vendite di auto nuove con alimentazione diesel e benzina nel 2040, mentre in Italia agli inizi di agosto le commissioni Ambiente e Lavori pubblici del Senato hanno approvato una risoluzione che impegna il governo a "valutare" il divieto di commercializzare moto e autoveicoli a combustibili fossili dal 2040. Nel frattempo la finanza premia chi si muove nell'elettrico. Dopo l'annuncio, infatti, il titolo della Byd, la principale azienda per le auto elettriche in Cina, è salito alle stelle, registrando un rialzo di 6 punti percentuali alla borsa di Hong Kong.