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Rinnovabili in Europa: innovazione in ritardo

La Corte dei conti europea punta il dito contro i progetti su cattura e stoccaggio del carbonio e sulle fonti di energia rinnovabili innovative dell'Unione europea. Obbiettivi mancati

Cattura e stoccaggio della CO2 e le fonti di energia rinnovabili innovative bocciate. Secondo la nuova relazione della Corte dei conti europea, l'azione dell'Unione europea per sostenere i progetti di cattura e stoccaggio del carbonio e le fonti di energia rinnovabili innovative non è stata positiva. Fra il 2008 e il 2017, sono stati stabiliti valori-obiettivo ambiziosi, ma, secondo la Corte, il sostegno fornito dall'Europa ai progetti di dimostrazione ha raggiunto traguardi modesti in termini di progetti realizzati e di risultati. Nel 2009, l'Unione europea ha varato due importanti programmi di finanziamento nel campo della cattura e dello stoccaggio del carbonio (CCS) e delle fonti rinnovabili innovative: il programma energetico europeo per la ripresa (EEPR) e il programma NER300 (Riserva 300 per i nuovi entranti). Con un obiettivo globale di spesa di 3,7 miliardi di euro, entrambi i programmi hanno stabilito una serie di valori-obiettivo ambiziosi per la cattura e lo stoccaggio del carbonio e le fonti rinnovabili innovative.

Gli audit della Corte hanno esaminato la concezione, la gestione e il coordinamento di entrambi i programmi e valutato se sono stati raggiunti i progressi attesi nel contribuire alla diffusione commerciale delle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio e delle fonti rinnovabili innovative. Hanno quindi compiuto visite di audit presso alcuni progetti in Germania, Spagna, Paesi Bassi, Polonia e Regno Unito.

Dai controlli è emerso che l'EEPR ha contribuito positivamente allo sviluppo del settore dell'energia eolica in mare, ma che non ha concretizzato le proprie ambizioni in materia di cattura e stoccaggio del carbonio. Nel frattempo, il programma NER300 non ha realizzato alcun progetto di successo per la cattura e lo stoccaggio del carbonio e ha compiuto scarsi progressi nel sostenere i progetti di dimostrazione per un piú ampio ventaglio di tecnologie innovative nel settore delle energie rinnovabili.

«L'Unione europea si sforza di porsi come leader mondiale nella lotta al cambiamento climatico. - ha detto Samo Jereb, Membro della Corte dei conti europea - Per poter raggiungere i propri obiettivi, deve saper trarre insegnamento dai fallimenti del passato, progettare migliori meccanismi per fornire sostegno alle tecnologie innovative a basse emissioni di carbonio e garantire la piena rendicontabilitá per le risorse pubbliche utilizzate per far fronte a questa sfida».

Entrambi i programmi, fa notare la Corte, hanno risentito di condizioni di investimento avverse. L'incertezza delle strategie e dei quadri normativi ha ostacolato o ritardato i progressi di molti progetti innovativi nel campo delle energie rinnovabili e della cattura e dello stoccaggio del carbonio. La relazione pone inoltre in evidenza il ruolo fondamentale svolto dai prezzi di mercato del carbonio, volatili e inferiori alle previsioni, dopo il 2011 nel fallimento della diffusione delle tecnologie di cattura e di stoccaggio.

Inoltre la Corte ha riscontrato che l'architettura del programma NER300 ha limitato la capacitá della Commissione e degli Stati membri di rispondere efficacemente al mutare delle circostanze. La selezione dei progetti e i processi decisionali erano complessi e altre caratteristiche progettuali hanno limitato la flessibilitá del programma. La Corte osserva che occorre migliorare considerevolmente il coordinamento per accrescere la coerenza e apportare maggior chiarezza ed esprime infine preoccupazione per la scarsa chiarezza delle disposizioni in materia di controllo finanziario e rendicontabilitá per il programma NER300. I fondi per questo programma non sono transitati dal bilancio di previsione e non sono iscritti nel bilancio dell'Unione europea.

L'Unione europea varerà nel 2021 il fondo per l'innovazione, per contribuire ad accelerare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio. Alla luce di quanto precede, la Corte raccomanda alla Commissione europea di:

  • accrescere il potenziale per un efficace sostegno dell'Unione europea a tali progetti;
  • migliorare le procedure decisionali e di selezione dei progetti per il prossimo fondo per l'innovazione e garantirne la flessibilitá nella risposta agli sviluppi esterni;
  • rafforzare il proprio coordinamento interno per rendere piú coerente e mirato il sostegno dell'Unione europea;
  • assicurare il rispetto dell'obbligo di rendiconto per il fondo di innovazione e il programma.

Per raggiungere i propri obiettivi, è necessario che l'UE adatti il nuovo fondo per l'innovazione, visto che con l'accordo di Parigi del 2015, l'Unione europea si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra almeno del 40 % entro il 2030, cercando al contempo di realizzare un'economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050.

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ccs | rinnovabili | Unione europea

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Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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