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Lenti sul carbone

La Germania ha fissato la data per l'uscita dal carbone ma si tratta, per le associazioni ambientaliste, di un obiettivo troppo lontano nel tempo

La Germania, che è la quarta economia mondiale è anche la nazione che consuma più carbone in Europa, ma si sta predisponendo ad abbandonarlo tra il 2035 e il 2038. Un accordo è stato raggiunto, non senza difficoltà dalla Commissione tedesca sul carbone.

«Ce l'abbiamo fatta - ha affermato ha Ronald Pofalla, il capo della commissione - questo è uno sforzo storico». Sebbene la proposta della Commissione non sia legalmente vincolante, la task force è sostenuta da un'ampia maggioranza in parlamento e ci si aspetta che il governo segua le sue raccomandazioni.

La Germania produce oltre il 33% della sua elettricità bruciando carbone. La proposta concordata dalla Commissione che è composta da 28 membri che rappresentano le regioni minerarie, le aziende di utility, scienziati e ambientalisti - prevede un percorso d'uscita dal carbone, con una data di scadenza per quanto riguarda la produzione di energia elettrica a carbone, misure per compensare gli operatori delle centrali a carbone, supporto alle regioni minerarie colpite e misure per proteggere i consumatori dall'aumento dei prezzi dell'energia elettrica.

Una revisione nel 2032 potrebbe anticipare la decarbonizzazione nel 2035. Le organizzazioni ambientaliste hanno dichiarato in una votazione supplementare che si aspettano un'eliminazione graduale prima, nel 2035. «L'aver fissato questo passo al 2038 non permetterà alla stessa Germania o ad altri Stati europei di mettersi al riparo dai pericolosi impatti dei cambiamenti climatici, né di rispettare gli obiettivi dell'accordo di Parigi», dice Jennifer Morgan, direttrice esecutiva di Greenpeace International.

Infatti, spiegano le associazioni, la data scelta è incompatibile rispetto alle raccomandazioni del Report dell'Ipcc (il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici) secondo cui i Paesi industrializzati devono ridurre il consumo di carbone entro il 2030 se si vuole avere la possibilità di limitare il riscaldamento globale entro 1,5°C.

 «E' una risposta inadeguata all'emergenza climatica - avverte Mauro Albrizio, direttore dell'Ufficio europeo di Legambiente - La Germania deve abbandonare il carbone entro il 2030 senza sostituirlo con il gas e accelerando su efficienza energetica e rinnovabili per raggiungere zero emissioni nette

entro il 2040».

Secondo Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia: «La decisione della Commissione in Germania non soddisfa certamente chi conosce i pericoli climatici. L'Italia potrebbe svolgere un ruolo virtuoso e di buon esempio in Europa: il precedente governo e quello attuale hanno scritto nero su bianco che vogliono chiudere tutte le centrali a carbone entro il 2025. Però al momento mancano le politiche e misure che rendano questa uscita effettiva" mentre il Piano Nazionale Integrato Energia Clima andrà reso molto più robusto».

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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