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Kyoto Club e Legambiente: Governo e Parlamento sostengano la Direttiva “Case verdi”

Riscaldamento degli edifici, utile riformare il sistema. Sì a pompe di calore, solare termico, bioenergie, teleriscaldamento da fonti rinnovabili, no ai sistemi di riscaldamento a combustibili fossili

Mai come in questo momento, anche in considerazione dei dati pubblicati nell’ultimo report dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, si fa sempre più urgente la necessità di affrontare e trovare soluzioni concrete ai temi dell’energia. È di fondamentale importanza sviluppare un piano per incentivare l’abbandono dei sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, per fare questo però bisogna fornire un supporto economico ai cittadini, soprattutto quelli con un reddito medio e basso. La conversione degli impianti di riscaldamento ad energia rinnovabile e pulita deve essere considerata come un’opportunità per il Paese, per portare innovazione nel settore, per abbattere i costi delle bollette energetiche e per affrontare l’emergenza climatica.

È quanto sostengono Legambiente e Kyoto Club, partner di “Per la de-carbonizzazione: efficienza energetica e riscaldamento negli edifici in Italia”, una campagna di sensibilizzazione che ha l’obiettivo principale di informare cittadini e decisori politici, sottolineando la necessità di fermare la diffusione di impianti di riscaldamento da fonti fossili in Italia.

In Italia, secondo lo studio “Dal gas alle rinnovabili” realizzato da Elemens per Legambiente e Kyoto Club la principale fonte energetica impiegata nel nostro Paese per il riscaldamento è il gas fossile (59,5%) utilizzato nelle caldaie tradizionali. Il 28% le biomasse solide come legname e cippato e 8% prodotti petroliferi, soltanto l’1% è rappresentato da soluzioni elettriche e dall’energia solare.

Secondo la Commissione europea, gli edifici nell’Ue sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Il piano inizialmente approvato nel 2021 che prevedeva la ristrutturazione annua del’1% o 2% degli edifici non basta per de-carbonizzare e rendere efficiente il parco immobiliare Ue entro il 2050. Per raggiungere l’obbiettivo è richiesto un tasso annuo di rinnovamento almeno del 3%, questo potrebbe evitare emissioni di gas climalteranti pari a 22 milioni di tonnellate di CO2 al 2030.

Per raggiungere questi obiettivi Kyoto Club e Legambiente hanno presentato oggi il position paper “Eliminazione dei combustibili fossili dai sistemi di riscaldamento in Italia” con lo scopo di mostrare che le alternative alle caldaie a gas, a gasolio, e in generale ai sistemi di riscaldamento vecchi, costosi e inquinanti esistono eccome. Serve solo la volontà politica di guidare e accelerare la transizione ecologica.

Queste sono alcune tra le richieste che le due Associazioni avanzano: il ripristino della cessione del credito, dello sconto in fattura e l’istituzione di sistemi incentivanti che prevedano anche meccanismi di premialità rispetto ai risultati conseguiti; politiche di deep renovation del patrimonio edilizio italiano che puntino a renderlo più efficiente dal punto di vista energetico attraverso il salto dalle classi più basse a quelle più alte, come la A o la B; lo stop agli incentivi alle caldaie fossili a partire dal 1 gennaio 2024, come disposto dalla revisione della Direttiva EPBD recentemente approvata dal Parlamento Ue; politiche che promuovano la sostituzione, a partire dal 2025, delle caldaie dismesse con sistemi di riscaldamento sostenibili; che amministrazioni comunali e regionali diventino attori di primo piano, attraverso deliberi e regolamenti, nel processo di transizione ecologica del settore dei riscaldamenti – e non solo; lo sblocco degli iter autorizzativi per il settore delle rinnovabili.

“Il Parlamento europeo ha approvato la revisione della Direttiva EPBD, dalla stampa nostrana definita “Case verdi”. Il testo prevede che, a partire dal 1 gennaio 2024, i Paesi membri dell’Unione europea dovranno bloccare gli incentivi per le caldaie a gas e in generale per i sistemi fossili di riscaldamento. Le caldaie consumano il 50% del gas utilizzato nel nostro Paese, sono la causa della voce di spesa energetica più alta per famiglie e imprese e sono responsabili del 17,7% delle emissioni a livello nazionale. Aspettiamo una forte presa di posizione da parte della politica italiana e un suo allineamento alla Direttiva EPBD, e auspichiamo che il Parlamento e il Governo del nostro Paese, sull’esempio degli altri Stati membri e dei casi di eccellenza italiani delle Città metropolitane e altri Enti locali che hanno compreso le potenzialità positive di impegnarsi in questa direzione, puntino a varare una normativa di sostegni e incentivi per le tecnologie di riscaldamento ‘de-carbonizzate’ quali pompe di calore, teleriscaldamento, solare termico”. Lo dichiara Giacomo Pellini, Responsabile ufficio stampa di Kyoto Club.

“Investire in efficienza in edilizia, eliminare le caldaie a gas a favore delle rinnovabili vuol dire investire nel futuro del Pianeta e delle famiglie. Serve una riforma urgente, ma anche strumenti di accesso per le famiglie a medio e basso reddito. La crisi sanitaria prima, quella energetica dopo che ha portato ad un aumento generalizzato dei prezzi ha messo in ginocchio migliaia di famiglie.

Rinnovabili ed efficienza sono gli unici strumenti di welfare strutturali in grado di aiutare le famiglie, innovare imprese e settore e combattere l'emergenza climatica”. Lo afferma Katiuscia Eroe, responsabile energia di Legambiente nazionale.