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Continua la campagna fossil free del mondo cattolico

Mentre a Bonn inizia il summit intermedio sul clima arriva la più grande azione di disinvestimento dai fossili da parte della Chiesa

Nove organizzazione cattoliche hanno annunciato ieri (10 maggio) di disinvestire dal settore fossile. Si tratta dell’annuncio congiunto più ampio fatto sino ad oggi dal mondo cattolico che fa seguito alla conferenza “Laudato Sì e investimenti cattolici” dello scorso gennaio, nata sulla scia dell’enciclica di Papa Francesco.
Un misto tra istituzioni italiane, statunitensi e britanniche (Congregazione missionaria delle Serve dello Spirito Santo, Arcidiocesi di Pescara, Il Dialogo, Provincia d’Italia della Compagnia di Gesù, Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, Comunità Monastica di Siloe, MGR Foundation, Suore Francescane Wheaton, Provincia di San Giuseppe della Congregazione della Passione di Gesù Cristo) intenzionate a giocare un ruolo da protagonista nelle politiche climatiche.

"La reazione dei cattolici al cambiamento climatico sta avanzando in maniera esponenziale - dichiara Tomas Insua, Direttore del Global Catholic Climate Movement - dal rifiuto di investire in combustibili fossili all'installazione di pannelli solari sui tetti delle chiese, un numero sempre maggiore di cattolici sta adottando azioni concrete per proteggere il creato e le persone vulnerabili nelle proprie comunità e non solo. Questo slancio cattolico è qualcosa che non dovrebbe passare inosservato dai leader mondiali riuniti per il vertice G7, prima che essi tornino nei propri paesi per trasformare politiche di convenienza in politiche ambiziose di lungo periodo.”
Inoltre la Diocesi di Bologna, insieme alla Conferenza Episcopale Italiana, promuoverà il disinvestimento dai combustibili fossili attraverso una conferenza dell’8 giugno alla quale parteciperà il ministro all’ambiente Gian Luca Galletti. Proprio due giorni prima dell’inizio del G7 ambiente che si terrà sempre a Bologna.
Al fianco di questa iniziativa c’è ovviamente FOCSIV Italia (il servizio internazionale di volontariato di fede cristiana): "Siamo estremamente preoccupati che il vertice del G7 non assuma impegni ufficiali sul clima, adottando obiettivi meno ambiziosi rispetto a quelli di Parigi, e con l'uscita degli Usa dagli accordi – dichiara il suo Presidente Gianfranco Cattai - di fronte a questo impasse politico, diverse organizzazioni cattoliche si impegnano in nome della Laudato Si’ a promuovere la giustizia sociale e climatica tramite dei concreti impegni di disinvestimento dai combustibili fossili. Auspichiamo che tale azione possa costituire sia un richiamo ai leader internazionali per impegnarsi nel contrastare il cambiamento climatico e allo stesso tempo un supporto alla presidenza italiana del G7 affinché continui nel suo lavoro di prioritarizzazione della questione climatica nell’agenda del vertice. FOCSIV insieme alla Diocesi di Bologna e alla Conferenza Episcopale Italiana coinvolgeranno ulteriormente le diocesi al disinvestimento e al reinvestimento in fonti pulite per la promozione di un accesso universale all’energia in occasione del G7 Ambiente a Bologna, l'otto giugno, con Mons. Zuppi e il Ministro Galletti"
Ma la data scelta per la dichiarazione congiunta non è da leggere solamente in chiave G7 ambiente. È in corso, infatti, anche il summit di Bonn.

L’agenda climatica fa tappa a Bonn: di cosa si discute?
Mentre in Italia (e nel mondo) cresce la pressione mediatica su Banca Intesa San Paolo affinché disinvesta dal controverso Dakota Access, l’oleodotto oggetto della lotta Sioux riautorizzato da Trump, a Bonn sono iniziati (8 maggio) i climate talks dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change).
I climate talks rappresentano una tappa intermedia tra la conferenza dello scorso novembre sui cambiamenti climatici di Marrakech e la prossima (che si terrà sempre a Bonn e sempre a novembre). In genere si discute di quella che potrebbe essere definita come “burocrazia climatica” (linguaggio e passaggi da mettere in chiaro dei trattati) e della roadmap da seguire per arrivare preparati alle Conferenze annuali sul clima.
Il punto è che questi summit hanno sempre avuto scarsa attenzione mediatica (non perché non siano importanti, proprio per la loro natura), ma non quest’anno. Infatti, con Trump che non chiarisce la posizione USA sull’Accordo di Parigi, anche se i provvedimenti in terra a stelle e strisce vanno di fatto contro quella ratifica, la notizia può essere dietro l’angolo.
Una notizia che potrebbe cambiare le gerarchie del tavolo climatico. Perché è sempre più forte la tesi di una Cina prossimo paese leader (nonostante sia ancora il maggior emettitore a livello globale), come è sempre più evidente la difficoltà dell’Europa nel tornare ad essere il continente di riferimento.
Intanto, in mezzo a quest’incertezza, il mondo cattolico continua la sua battaglia e sembra aver ormai chiaro l’obiettivo: essere in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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