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Enel cresce: fuori dall'Italia

La semestrale di Enel da ottimi risultati, al netto dello scenario Italia che rimane problematico

Ottimi risultati. In questa maniera sintetica si è espresso l'amministratore delegato di Enel Francesco Starace, commentando i risultati del primo semestre. Il tutto grazie alle reti e alle rinnovabili. Il gruppo vede, infatti, un balzo del 20% per quanto riguarda l'utile netto ordinario, con i ricavi che salgono a loro volta dell'8,2% e l'Ebitda che cresce del 13,4% a 8,76 miliardi di euro. «Reti e rinnovabili si confermano ancora una volta motore della crescita di Enel, alimentate da un incremento del 33% nel development capex rispetto allo scorso anno. - spiega Starace -L'elevata visibilità sui risultati, garantita dalla continuità della perfomance operativa, dal costante miglioramento dell'efficienza e dai nuovi progetti in portafoglio, ci permettono di confermare i nostri obiettivi per il 2019, nella certezza di poter realizzare anche gli obiettivi a medio termine di Piano». I plus che hanno dato questo risultato sono di sicuro le rinnovabili che Enel sta installando in tutto il mondo a eccezione dell'Italia dove permangono questioni ostative dovute all'aspetto normativo che dovrebbero far riflettere le stanze della politica che a parole si dicono d'accordo circa la lotta ai cambiamenti climatici, ma nei fatti mettono i bastoni tra le ruote alle rinnovabili, lungo lo Stivale. E alle fonti verdi si deve aggiungere le reti che Enel sta digitalizzando a grandi passi e che in un prossimo futuro saranno il vero valore aggiunto del comparto energetico.

Per il resto del 2019 sono previsti un'accelerazione della crescita industriale, un crescente contributo delle rinnovabili, ulteriori progressi nell'efficienza operativa e crescenti benefici derivanti dalla maggiore focalizzazione di Enel X nei business della mobilità elettrica. Oltre a ulteriori progressi nella semplificazione di gruppo e a cun continuo impegno in termini di decarbonizzazione,  con la capacità da fonti rinnovabili, sia consolidata che gestita, che raggiungerà il 50% della capacità installata di gruppo a fine 2019, rispetto all'attuale 48%. Una grande attesa accompagna poi il proseguimento delle trattative con Tim per Open Fiber, rispetto alle quali Starace - considerato il non disclosure agreement siglato tra le parti - ha accuratamente evitato di scendere nel dettaglio.

L'amministratore delegato ha confermato che «c'è una logica» nelle sinergie che potrebbero essere realizzate tra la fibra di Open Fiber e quella di Tim, sottolineando però che «non abbiamo fretta». Due le indicazioni fornite: le soluzioni individuate non dovranno comportare un grosso lavoro di confronto con l'Antitrust nazionale ed europeo e non dovranno prevedere grandi cambiamenti a livello regolamentare che al momento non paiono probabili. «Penso ci siano molti modi per arrivare a questi obiettivi e nei prossimi mesi alcuni di questi modi diventeranno più chiari. - ha concluso, Starace - Auspicando un esito che velocizzi e renda più efficiente il cablaggio del sistema nazionale». E anche su questa questione l'ex monopolista elettrico dovrà vedersela con un quadro complessivo che nei fatti non favorisce la digitalizzazione e nel quale le resistenze sono ancora parecchie.

Parole chiave

elettricità | enel | energia

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Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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