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Un nuovo approccio nella progettazione termotecnica: il termoventilatore da scrivania

Articolo a cura di: Maddalena Renier ingegnera, responsabile di laboratorio comfort, De’ Longhi Appliances

 

In una corretta progettazione termotecnica si tende a garantire la massima efficienza energetica dell’abitazione o dell’ufficio oggetto di analisi. Si adottano accorgimenti impiantistici per isolare termicamente lo stabile, per ricambiare l’aria in misura appropriata per mantenere la salubrità degli ambienti senza eccessi che porterebbero a consumi elevati, e in generale per raggiungere e conservare temperatura e umidità adeguate al benessere delle persone che si trovano all’interno.
Per gran parte del tempo, però, gli ambienti sono occupati solo parzialmente. Ad esempio, di notte si staziona nelle camere da letto e non negli ambienti adibiti a cucina. In tali situazioni, l’uso di un elettrodomestico portatile può risultare utile per riscaldare solo l’ambiente di interesse.
Un caso tecnicamente significativo è quello dell’utente seduto alla scrivania e che utilizza un termoventilatore per riscaldarsi. Sono infatti note postura e attività svolta, che permangono per un tempo prolungato. Nella fase progettuale, allora, ci si può limitare a trattare il solo volume d’aria che circonda la posizione di lavoro e non l’intera stanza o lo stabile, a patto che venga garantito il benessere termico dell’individuo.

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