Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico.
Biogas necessario
La produzione di gas da fonti rinnovabili, ossia biogas e biometano può consentire al settore primario di contribuire a contrastare il cambiamento climatico. «Vanno però superati alcuni ostacoli per permettere a un settore vitale e particolarmente promettente di dispiegare appieno le proprie potenzialità», ha detto Piero Gattoni, presidente del Cib - Consorzio Italiano Biogas, intervenendo in audizione alla IX Commissione Agricoltura e produzione agroalimentare in Senato con il vicepresidente del Consorzio Angelo Baronchelli.
Dopo i recenti progressi sul fronte del quadro normativo ora la filiera del biogas agricolo attende dei chiarimenti su alcune procedure per la riconversione di parte della produzione di energia elettrica in biometano, ha specificato Gattoni durante il suo intervento e ha proseguito dicendo: «si tratta del primo passo per permettere un efficientamento delle infrastrutture esistenti che potranno essere collegate a due reti, quella elettrica e quella del gas naturale, ma in mancanza di un'azione tempestiva del legislatore, l'Italia rischia di perdere 1.400 MW e 10 TWh di energia verde rinnovabile e di un'infrastruttura che potrebbe essere utilizzata per il bilanciamento di solare ed eolico». Il biogas, infatti, consente una produzione continua d'energia elettrica cosa che consente a questa rinnovabile, assieme all'idroelettrico, di supplire all'intermittenza del fotovoltaico e dell'eolico, offrendo così una linearità nella produzione elettrica tutta da fonti rinnovabili.
Il Cib chiede di dare continuità al sistema di supporto alle aziende agricole e all'industria, promuovendo l'efficientamento degli impianti e la creazione di nuovi impianti di piccola taglia, che possano servire le aziende zootecniche rendendole più sostenibili. «Parliamo di un comparto che negli ultimi dieci anni ha investito in Italia 4 miliardi di euro, con reinvestimenti per altri 2,5 miliardi, e che impiega oltre 12.000 addetti ma potrebbe crescere molto di più», ha rimarcato Gattoni.
Oltre a ciò, però, c'è anche la partita del biometano agricolo, un biocarburante avanzato che può contribuire a decarbonizzare il sistema energetico e i trasporti, in particolare quelli pesanti e navali. I quantitativi potenziali di biometano si attestano sugli 8 miliardi di metri cubi al 2030, pari a circa il 12% degli attuali consumi di gas naturale, ma il biometano ha delle enormi potenzialità. Secondo il Coordinamento Free, infatti, il biometano di produzione italiana potrebbe arrivare a coprire l'intero fabbisogno del trasporto pesante su gomma e di quello navale, tramite il Gnl. E non solo.
Il Cib, infatti, ha dimostrato, anche grazie alle aziende associate, che è possibile produrre biometano con un'agricoltura sostenibile che consente la riduzione delle emissioni con la contestuale produzione di energia rinnovabile.
È l''agricoltura proposta dal modello Biogasfattobene. «Ciò permette di rilanciare l'occupazione nelle nostre campagne e di adottare pratiche diffuse di sequestro del carbonio nel terreno, con la conseguenza di abbattere le emissioni nette delle aziende agricole e di arricchire e proteggere il suolo coltivato grazie all'uso della fertilizzazione con il digestato e alla conseguente riduzione della dipendenza dai fertilizzanti chimici. Ritengo che il digestato, ossia il residuo organico rimanente in seguito al processo di digestione anaerobica, vada riconosciuto ufficialmente come fertilizzante, per permetterne un uso esteso e per favorirne la completa valorizzazione anche su culture di pregio. La strada indicata dalle aziende socie di Cib è rivoluzionaria e conduce a un'agricoltura a emissioni negative e al 'carbon farming', auspico perciò che il nostro Paese sia in grado di proporre questa visione nel dibattito in Europa sulla nuova Politica Agricola Comunitaria», ha concluso Gattoni nel suo intervento al Senato. E si spera che il quadro istituzionale dia un segnale coerente anche perchè il fabbisogno di rinnovabili al 2030 è enorme e senza un mix di tutte le fonti di sicuro non sarà possibile raggiungere gli obiettivi europei e quelli dell'Accordo di Parigi.