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Maxima Acuna: la contadina peruviana premio Goldman per l'ecologia

Maxima Acuna ha ricevuto il Premio Goldman per l'Ambiente, il nobel dell'ecologia, per aver difeso la sua terra
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Si chiama Maxima Acuna, viene dal Perù ed è stata insignita del Premio Goldman per l'Ambiente, il nobel dell'ecologia. Non ha mai imparato a leggere, né scrivere, ma ha saputo combattere un’azienda mineraria. E ha vinto. Sembra una storia del secolo scorso, eppure risale solo a pochi anni fa. Era il 2010 quando l’azienda Yanacocha, di proprietà dell’impresa peruviana Buenaventura, dell’americana Newmont e della Banca Mondiale, propose il suo piano di espansione nelle Ande, a 4.200 metri di altitudine: ampliare la sua miniera d’oro a cielo aperto, con il progetto Conga. Per realizzare il suo piano, occorreva acquistare alcuni territori dai poverissimi contadini locali. E distruggere un piccolo angolo di paradiso: la meravigliosa Laguna Azul, nella regione della Cajamarca. Ma sul loro cammino hanno trovato la tenacia di Maxima Acuna: una donna andina, che, con la sua famiglia e i suoi animali, possiede alcuni ettari di terreno proprio al centro del progetto di espansione, vicino alla Laguna Azul. Non sa né leggere, né scrivere, ma sa lottare per i diritti della sua “Pachamama”, la Madre Terra, tanto cara nella cultura dell’America Latina. Le vengono offerti dei soldi, moltissimi rispetto alle dure condizioni di vita. Maxima e la sua famiglia, però, non se ne vogliono andare: nei progetti dell'azienda, infatti, c'è il prosciugamento della Laguna Blu, per convertirla in un deposito di detriti provenienti dalla miniera. Le miniere a cielo aperto smuovono enormi quantità di rocce: per estrarlo, occorre far saltar in aria tonnellate di roccia, che poi viene separata dall’oro tramite l’utilizzo di acqua e cianuro. Si ricavano così 1-2 grammi di oro per tonnellata di roccia. E’ quindi una tipologia estrattiva estremamente impattante, specialmente in un bacino idrico. Perciò la preoccupazione di Maxima era per la Terra, che sarebbe stata distrutta e contaminata se lei avesse ceduto alle pressioni della grande azienda mineraria, e per la Laguna. “Per noi contadini il vero oro è l’acqua”. L'impresa aveva quindi circondato la casetta di Maxima, intimandole di andarsene. Poi, il 9 agosto del 2011, l’azienda mineraria era entrata nel territorio della famiglia e con le ruspe avevano distrutto alcune capanne per il ricovero di porcellini d'India. Non solo: Maxima e tutta la sua famiglia sono stati denunciati, asserendo che avevano invaso la proprietà. “Ci hanno distrutto le capanne e chiamato usurpatori!”, ricorda tristemente Maxima. In un altro tentativo di sfratto Maxima e la figlia sono state perfino picchiate. Ma lei è rimasta nella sua casa e ha chiesto l'aiuto ad altri "campesinos". I contadini si sono organizzati per difendere le loro terre e lagune, con manifestazioni al grido di “El Pueblo Unido jamas serà vencido”. Ne è seguito un lungo processo: secondo il suo avvocato, Mirtha Vasques, “hanno violato i suoi diritti fondamentali, tra cui il transito, l’accesso a una giustizia equilibrata e il diritto alla tranquillità”. Dopo 4 anni finalmente il giudice ha dato ragione a Maxima e alla sua famiglia, riconoscendo il loro diritto di possesso della terra. Mesi dopo la sentenza, l’azienda ancora circonda il loro territorio. "Difendo la Terra, difendo l'acqua perchè sono la vita - ha affermato Maxima Acuna durante la premiazione del premio Goldman per l'Ambiente. - Non ho paura del potere delle aziende, continuerò a lottare".        

Autore

Letizia Palmisano

Letizia Palmisano

Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).

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