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Lo strato di Ozono si sta chiudendo: c'è una data

Nel rapporto ONU si legge come il buco nello strato di ozono che protegge l'atmosfera terrestre si sta riducendo a un ritmo tale che consentirà il ritorno, nel 2040, ai livelli del 1980

“L'azione sull'ozono costituisce un precedente per l'azione sul clima. Questo successo nell’eliminare gradualmente le sostanze chimiche ci mostra cosa si può e si deve fare con urgenza per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l’aumento della temperatura” con queste parole Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), ha commentato l’esito del rapporto ONU secondo cui, il buco nello strato di ozono che protegge l'atmosfera terrestre si sta riducendo a un ritmo tale che consentirà il ritorno, nel 2040, ai livelli del 1980 per gran parte del Pianeta, nel 2045 per l’Artico e nel 2066 per l’Antartide. Grazie alle misure decise per proteggere lo strato di ozono nell'atmosfera, il protocollo di Montreal avrebbe contribuito anche alla lotta al cambiamento climatico. Il Protocollo comprendendo la pericolosità di alcune sostanze chimiche in grado di ridurre lo strato di ozono, decise di vietarle coinvolgendo tutti i Paesi del mondo. Grazie a quell’accordo oggi quasi il 99% di queste sostanze, come ad esempio i clorofluorocarburi (CFC) che un tempo venivano utilizzati in solventi e refrigeranti, non è più utilizzato.

La scoperta che la Terra possiede uno strato di ozono nelle parti più "alte" dell'atmosfera (stratosfera) risale alla metà del XX secolo. La scoperta che tale strato presenta un assottigliamento marcato sopra le aree polari è ancora più recente e avviene grazie alle prime misurazioni effettuate nel 1974 da Frank Sherwood Rowland e Josè Mario Molina. Dal 1982 si è cominciato a studiare e misurare il fenomeno fino alla scoperta nel 1985 di Joseph Charles Farman e collaboratori che l'assottigliamento dello strato di ozono sopra le regioni polari aumentava di anno in anno. Sul finire del 1985, in seguito alla scoperta del fenomeno nella regione antartica (fenomeno rinominato comunemente "buco dell'ozono"), i governi mondiali ritennero necessario adottare delle misure per ridurre la produzione e il consumo dei gas Clorofluorocarburi (CFC), ritenuti in quegli anni gli unici responsabili dell'aumento dell'assottigliamento dell'ozono. In particolare, i responsabili dell'assottigliamento dello strato di ozono sono stati ritenuti i gas CFC emessi quotidianamente dalle attività umane nei paesi più industrializzati: tali gas (contenuti nei circuiti frigoriferi, nelle bombolette spray, ecc.) reagendo chimicamente con l'ozono stratosferico provocano l'assottigliamento dello strato di ozono e l'allargamento del "buco" sopra le regioni polari.