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In Abruzzo la Greenway sul mare più lunga d'Europa

La Via Verde nascerà sulla Costa dei Trabocchi nel 2018 grazie ad un progetto che intende recuperare l'ex tracciato ferroviario

Da Ortona a Vasto. 42 chilometri, 7 aree naturali e 9 comuni. Attraversando 10 luoghi di interesse storico culturale, 24 spiagge e 16 trabocchi.
È il progetto in numeri di quella che diventerà la greenway più lunga d’Europa sul mare, in fase di realizzazione sulla Costa abruzzese “dei Trabocchi”.
La “Via Verde”, che vedrà la luce nel 2018, sarà una vera e propria strada del benessere. Oltre ad offrire un nuovo modo per spostarsi, completamente sostenibile, offrirà infatti un’opportunità unica per immergersi nella natura e fondersi con la cultura del luogo.

La Costa dei Trabocchi, famosa in tutta la Penisola e che ora grazie alla realizzazione di questa nuova infrastruttura punta a incrementare il flusso turistico, prende il nome dalle caratteristiche strutture da pesca presenti lungo tutto il percorso.
La presenza dei “Trabocchi”, in pratica costruzioni su palafitte usate per la pesca, rende il tratto di costa tra i paesaggi più suggestivi dell’Abruzzo. Dal tracciato su cui sorgerà la pista ciclabile-pedonale, si può ammirare sia il massiccio montuoso della Maiella che la famosa spiaggia di Punta Aderci di Vasto.
Il progetto della greenway sulla Costa dei Trabocchi andrà a sfruttare un tracciato ferroviario ormai dismesso. Proprio a ridosso del mare correva, infatti, la linea ferroviaria che univa la Puglia al nord Italia. Linea ormai abbandonata dal 2005 – il tracciato è stato spostato all’interno -, scelta per la riconversione.
Sono proprio i tracciati di ex ferrovie a rappresentare percorsi ideali da riconvertire in strade verdi, per diverse ragioni: sorgono su tratti non impegnativi da un punto di vista delle pendenze e, soprattutto dopo l’iniziale fase di riqualificazione, risultano facilmente accessibili alle famiglie.
Il progetto rientra nell'inizitiva della regione Abruzzo "Bike to Coast" che punta a rendere ciclopedonale l'intero litorale.

Greenways da ferrovie dismesse, Italia prova il recupero
Non esiste un termine univoco in grado spiegare cosa si intenda per “greenway”. La definizione di riferimento europea parla di “reti di comunicazione riservate a trasporti non motorizzati col fine di migliorare la qualità della vita nei territori interessati”. Le “strade verdi” possono essere ricavate un po’ ovunque: in città, sulle coste, fino su nelle località montane.
L’Italia, per quanto riguarda le greenways che nascono dalla riconversione del patrimonio ferroviario dismesso, ha ottime potenzialità ma, purtroppo, risulta indietro rispetto a realtà europee quali Francia, Belgio, Spagna e Portogallo.
In Europa esistono 19 mila chilometri di greenways generate da ex ferrovie. Nel nostro Paese, invece, a fronte di 7 mila chilometri dismessi di cui 3500 definiti “recuperabili”, sono solo 800 quelli restituiti al pubblico.
Il movimento volto alla trasformazione delle linee ferroviarie abbandonate in percorsi verdi è iniziato negli USA nei primi anni 60. Oggi, con più di 36500 chilometri recuperati, gli Stati Uniti rappresentano il Paese che ha avviato più programmi di recupero.
Per quanto riguarda l’Europa, in Spagna sono 2600 i chilometri che da tracciato ferroviario si sono trasformati in greenway, in Gran Bretagna 2500, in Francia 3400 e in Portogallo 750. Bene anche il Belgio che, nonostante possegga meno percorsi ferroviari rispetto agli altri Paesi, ha realizzato 1350 chilometri di Via Verde.

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Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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