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La transizione ecologica della filiera olivicolo-olearia

Il progetto Horizon Seeds Ecosnodo spiegato dalle prof. Mariantonietta Intonti e Deborah Mola del Dipartimento di Economia e Finanza, Università degli Studi di Bari

La trasformazione e l’innovazione in senso sostenibile della filiera olivicolo-olearia rappresentano momenti strategici del processo di transizione ecologica del comparto agroalimentare. Tali processi rivestono grande importanza sia per la nostra regione Puglia, principale realtà olivicola in Italia, sia per il nostro Paese, data la rilevanza economica, sociale (in particolare per la salute e le condizioni di lavoro) e ambientale del comparto, riconosciuta anche a livello europeo. Il processo di produzione dell’olio extravergine di oliva può essere innovato secondo una duplice prospettiva: da un lato si può agire sugli scarti di produzione, per ridurli, smaltirli o riutilizzarli al meglio; dall’altro si può innovare il processo produttivo rendendolo più sostenibile.

In merito alla prima prospettiva, la produzione di olio comporta una rilevante generazione di reflui (solidi e liquidi), in grado di causare inquinamento ambientale, se smaltiti senza adeguati trattamenti. Tali scarti di produzione, identificabili come “rifiuti”, possono essere considerati “materie prime seconde” in ottica di sostenibilità ambientale, di bioeconomia e di economia circolare, intesa come nuovo paradigma economico che supera il tradizionale modello lineare (estrarre, produrre, utilizzare, gettare) e che considera i rifiuti non come elementi di scarto, ma come risorse da trasformare e reintrodurre sul mercato (cfr. Parlamento Europeo, Economia circolare: definizione, importanza e vantaggi, 2018; D.M. n. 264 del 13 ottobre 2016 “Regolamento recante criteri indicativi per agevolare la dimostrazione della sussistenza dei requisiti per la qualifica dei residui di produzione come sottoprodotti e non come rifiuti”). Allo stato attuale, i reflui oleari vengono destinati alla produzione di bioenergia, utile a ridurre i costi energetici di produzione della stessa filiera dell’olio EVO, ma appare possibile individuare ulteriori utilizzi economicamente vantaggiosi degli scarti, anche al fine di prevenire fenomeni di smaltimento illecito, che hanno rilevanti impatti ambientali negativi. In merito alla seconda prospettiva, la maggiore sostenibilità del processo produttivo si può ottenere introducendo nuovi macchinari che possano permettere risparmi idrici ed energetici, oppure adottando nuovi metodi di controllo e gestione del processo per migliorare l’efficienza dell’estrazione e la qualità del prodotto.

Il ripensamento del sistema produttivo e di smaltimento dei reflui della filiera, volto a contribuire alla diffusione del paradigma dell’economia circolare, richiede al comparto importanti investimenti di risorse finanziarie che possono essere reperite attraverso gli intermediari finanziari, in particolare le banche in grado di erogare finanziamenti green, ma anche attraverso il ricorso ad emissioni di titoli, come minibond e green bond, oppure partecipando ad appositi bandi pubblici di finanziamento. In questa cornice, il Progetto ECOSNODO, “ECOnomia circolare, Sostenibilità e profili di evoluzione Normativa nella produzione dell’Olio extravergine Di Oliva” (Horizon Seeds, 2022), che vede capofila l’Università di Bari (settori di agraria, giurisprudenza ed economia), l’Università LUM tra i partner (per le problematiche ingegneristiche e ambientali), il CNR e diverse collaborazioni internazionali, ha l’obiettivo di:

1.            Identificare le possibili forme di innovazione in senso sostenibile dell’intera filiera dell’olio d’oliva;

2.            Trasformare gli scarti/rifiuti dell’industria olearia in una risorsa preziosa nell’ottica della transizione ecologica e dell’economia circolare;

3.            Individuare nuove forme di finanziamento green idonee a supportare i processi menzionati e sperimentare nuove metodologie di valutazione degli investimenti aziendali che tengano conto dei parametri ESG (ambientali, sociali e di governance), in linea con l’Agenda ONU 2030, con il Green Deal EU, con il Piano per la transizione ecologica (PTE, 8.3.2022-14.6.2022) e con il PNRR (M2C1-Inv.2.3).

 

Mariantonietta Intonti è Professoressa associata di Economia degli Intermediari finanziari presso il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”. Svolge attività didattica e di ricerca in Finanza sostenibile, è delegata del Direttore del Dipartimento alla Sostenibilità ed è membro del Comitato etico di Etica Spa, Società di gestione del Risparmio

Deborah Mola è Ricercatrice di Economia degli Intermediari finanziari presso il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università degli studi di Bari “Aldo Moro”.