ambiente-1130x300.jpg

Italia 20esima per sostenibilità ambientale

La nuova classifica dell’Environmental perfomance index vede primeggiare i paesi del Nord Europa. L’Italia perde 4 posizioni

L’Italia è al 20esimo posto nel mondo nella speciale classifica “Epi” che descrive le migliori, e le peggiori, nazioni in tema di sostenibilità ambientale.
L’Environmental perfomance index (Epi), aggiornato all’inizio di giugno, è in grado infatti di fornire un’ampia panoramica su come si comportano 180 Paesi sui diversi temi che minacciano l’equilibrio naturale e il benessere della popolazione. Inoltre L’epi tiene traccia sia degli obiettivi da raggiungere per ogni Stato e sia del percorso che questo deve intraprendere per dare attuazione a fondamentali trattati internazionali, come l’Accordo di Parigi e l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
“Una politica ambientale efficace richiede dati che possano guidare il processo decisionale, ritenere i governi responsabili, identificare i leader e le migliori pratiche e tenere traccia dei progressi verso obiettivi basati sulla scienza. L'Epi 2020 offre un potente strumento per una varietà di parti interessate a raggiungere un futuro sostenibile”, ha dichiarato Zach Wendling, direttore del team di ricerca che ha realizzato il lavoro.

Lo studio, aggiornato ogni due anni, per catalogare le differenze tra Paesi utilizza 32 indicatori di prestazione, come qualità dell’aria, esposizione a metalli pesanti, buono stato delle acque, tutela del bioma terrestre, trattamento dei rifiuti, CO2 e metano emessi in atmosfera e agricoltura, suddivisi in 11 categorie: tra cui emissioni, biodiversità, servizi ecosistemici e cambiamento climatico. Secondo l’analisi è la Danimarca, con un “Epi score” generale di 82,5 la miglior nazione nel mondo nella gestione delle risorse ambientali. Inoltre, l’analisi non solo valuta gli sforzi compiuti dai singoli Paesi ma si sofferma sulle strategie messe in campo per un continuo miglioramento della situazione, perché “anche dove le nazioni fanno meglio, molto resta ancora da fare” per raggiungere una piena sostenibilità ambientale.
Per quanto riguarda il resto della classifica, è facile notare come siano soprattutto le nazioni del Nord Europa ad avere un rapporto più equilibrato con i vincoli imposti dall’ambiente, basti pensare che oltre alla Danimarca, nei primi dieci posti del ranking troviamo: Lussemburgo, Svizzera, Regno Unito, Francia, Austria, Finlandia, Svezia, Norvegia e Germania.

Come detto, l’Italia con un Epi score di 71 si posiziona al 20esimo posto della classifica in compagnia di Canada e Repubblica Ceca. Il nostro Paese rispetto all’ultima edizione del report perde quattro posizioni (nel 2018 era al 16esimo posto) a causa di una serie di problematiche ambientali che non riesce proprio a risolvere. Classico esempio è dato dal consumo di suolo (monitorato dal Biodiversity habitat index), che continua a crescere a un tasso maggiore rispetto agli altri Paesi europei, relegandoci in fondo alla classifica al 166esimo posto. Ricordiamo che un legge sul consumo di suolo l’Italia l’avrebbe pure pronta, ma è inspiegabilmente ferma da diversi anni in Parlamento. Stesso discorso per la tutela degli ecosistemi marini, posizione 108, e per la CO2 emessa (è stato calcolato il tasso di crescita nel periodo 2001-2015 in base alla copertura del suolo), in cui l’Italia è 111esima. Un dato positivo arriva infine dalla “protezione del bioma”, indicatore che tiene in considerazione il numero di aree protette, in questo caso il nostro Paese risulta al primo posto.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

Ultime pubblicazioni