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Rapporto Irex, L'Italia rischia di mancare agli impegni con l'Europa

Presentato il rapporto Irex 2017, interviene il Cib

 “Il biogas e il biometano sono l’unico settore delle rinnovabili in grado di produrre contemporaneamente due forme di energia: elettricità e gas naturale non fossile (biometano). Continuare a produrle entrambe, trovando una soluzione alla fine degli incentivi dell’elettrico prevista tra il 2023 e il 2027, è fondamentale per garantire ‘programmabilità’ del sistema elettrico nazionale”, lo ha detto Christian Curlisi, direttore del CIB, Consorzio Italiano Biogas, ospite del dibattito ‘L’industria elettrica verso il 2030” tenutosi alla presentazione del rapporto Irex 2017 sulle rinnovabili realizzato da Althesys.

L’Irex è il rapporto annuale curato da Althesys sulle tendenze e le strategie del comparto elettrico, delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, che dà il quadro più ampio e dettagliato oggi disponibile in Italia sul settore, fornendo l’analisi degli investimenti, il quadro internazionale e valutando l’insieme del sistema energetico del Paese. L'ultimo rapporto Irex predisposto dagli analisti Althesys Strategic Consultant, presentato martedì 11 aprile a Roma, ha decretato che nel 2016 il fotovoltaico italiano, complice il minor irraggiamento solare, ha prodotto l'1,7% di elettricità in meno rispetto al 2015. «Serve una nuova politica mirata, che magari punti più sulla qualità degli interventi che sulla quantità dei denari elargiti. E serve una grande iniziativa sul fronte normativo per facilitare le installazioni anche di piccola taglia con strumenti di supporto indiretto come le detrazioni fiscali» ha dichiarato l'economista Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.

“La nascita di un parco rinnovabile aggregato biogas/biometano su tutto il territorio nazionale – ha spiegato Curlisi – migliorerebbe la sicurezza della rete e la sua capacità di adeguarsi agli andamenti altalenanti dei consumi. Il nuovo decreto sul biometano, che auspichiamo verrà approvato a breve, consentirebbe inoltre di destinare la quantità eccedente di elettricità prodotta dalle rinnovabili non programmabili, nei periodi di calo della domanda, alla produzione di biometano attraverso tecnologie di trasformazione power to gas. Grazie a questi impianti si potranno avere stazioni diffuse di erogazione di biometano compresso e liquefatto GNL e di elettricità per auto.  Il biometano, a nostro avviso, è fondamentale  per centrare i target della mobilità sostenibile, del  greening della rete nazionale del gas o nella cogenerazione ad alto rendimento. Per utilizzare appieno i benefici del biometano, però, non possiamo disperdere un patrimonio di 1000 MW di potenza installata, cioè l’attuale capacità degli oltre 1400 impianti a biogas presenti oggi in Italia”. “La biogas refinery, grazie al Biofasfattobene®, consentirebbe così di ridurre i costi infrastrutturali nella transizione alle fonti elettriche intermittenti e al contempo di creare sistemi sempre più sostenibili e carbon negative. Per fare ciò è necessario rendere omogeneo lo sviluppo del biogas sul territorio nazionale, finora concentrato prevalentemente al Nord. Il Sud ha grosse potenzialità di sviluppo ancora inespresse”, conclude Curlisi.