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Edilizia in Italia, contributo importante per la crescita del Pil in Italia nel 2022

I dati sono stati pubblicati dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni reso noto dalla Direzione Affari Economici, Finanza e Centro Studi di ANCE

ANCE segnala che, con riferimento al Superbonus, secondo gli ultimi dati del monitoraggio Enea – MISE – MITE, al 30 settembre 2022 gli interventi legati all’efficientamento energetico sostenuti dal Superbonus 110% sono 307.191, per un ammontare corrispondente di 51 miliardi di euro (38,8mld di essi, ovvero il 76%, si riferiscono a lavori già realizzati).

L’economia italiana, si legge nel documento, nella prima metà dell’anno in corso, ha continuato a espandersi, ad un ritmo di crescita del +5,5% nel confronto con il primo semestre del 2021. Le prospettive economiche appaiono, tuttavia, ora meno favorevoli, complice un contesto internazionale in marcato rallentamento. I segnali di una possibile inversione del ciclo economico sono riconducibili alla crescita incontrollata dei prezzi dell’energia, al repentino rialzo dei tassi di interesse e al protrarsi della guerra in Ucraina.   

Sono tutte criticità che rischiano di compromettere seriamente il sentiero di crescita dell’economia italiana intrapreso negli ultimi due anni. Le persistenti difficoltà di offerta, legate all’indisponibilità di alcune materie prime e di prodotti intermedi a livello globale, nonché la crescita vertiginosa delle loro quotazioni, rischiano di bloccare interi comparti produttivi. Da fine anno, inoltre, è esploso con forza anche il problema dell’inflazione, spinta soprattutto dall’aumento prezzi dei beni energetici. La reazione delle banche centrali, prima quella statunitense e poi quella europea, è orientata au un brusco rialzo dei tassi di interesse.

Per il 2022, grazie a un primo semestre più favorevole del previsto, il FMI e Banca d’Italia stimano un aumento del Pil nell’ordine, rispettivamente del +3,2% e +3,3% su base annua. E’ per il 2023 che lo scenario è molto incerto, tanto da spingere il FMI a parlare di recessione, stimando una contrazione del Pil italiano dello 0,2% in media annua. All’interno di questo contesto, appare cruciale l’evoluzione degli investimenti in costruzioni, che sono stati il principale motore di crescita dell’economia italiana negli ultimi due anni. Circa un terzo, infatti, della crescita del Pil nei periodi considerati è attribuibile all’edilizia. Il Superbonus 110% e le detrazioni fiscali legate agli interventi edilizi hanno dato un contributo fondamentale alla crescita economica del Paese negli ultimi due anni, e il loro possibile ridimensionamento rientra tra le incertezze dello scenario economico previsto per il 2023.

Questa dinamica ha rappresentato una peculiarità tutta italiana, discostandosi in maniera marcata da quanto accaduto nei principali paesi europei. Se in Italia, nel 2021, il contributo del settore delle costruzioni alla formazione del Pil è stato pari al 27% della crescita registrata (+6,7%), in Francia del 24% dell’aumento del Pil (+6,8%). In Germania il Pil (+2,6%) non ha avuto alcun sostegno dalle costruzioni, mentre in Spagna il contributo degli investimenti in costruzioni è stato addirittura negativo sul Pil (+5,5%).

In questo contesto, il settore delle costruzioni conferma il percorso di crescita intrapreso ad inizio del 2021, dopo la battuta d’arresto registrata nell’anno della pandemia. La stima dell’Ance per il 2022 è di un significativo incremento del +12,1% in termini reali, derivante da aumenti generalizzati in tutti i comparti.  Una crescita importante, che segue l’eccezionale aumento dei livelli produttivi del settore (+20,1%) conseguito nel 2021, e che consente di recuperare ampiamente i livelli pre-Covid, dopo la flessione del -6,2% registrata nel 2020.

La previsione dell’Ance per il 2023 prevede una riduzione del -5,7% degli investimenti in costruzioni. Un risultato, che, pur confermando livelli di investimento particolarmente elevati, risentirà del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria, a seguito del venir meno degli investimenti legati al Superbonus su edifici unifamiliari, che comporterà una flessione del -24%.