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La Rigenerazione di Pirelli 39, la nuova sfida green milanese

L’immobile, dismesso dal Comune di Milano nel marzo 2015, rappresenta una frattura urbana. Presto contribuirà all'immagine eco sostenibile della città

Una nuova torre residenziale 'botanica' e un ponte 'serra' aperto alla città sono gli elementi salienti del progetto di rigenerazione a Milano di Pirelli 39. La nuova riqualificazione del Pirellino è stata presentata dal Ceo di Coima Sgr Manfredi Catella e dagli architetti, Stefano Boeri ed Elizabeth Diller, che si sono aggiudicati la gara internazionale.  Il concorso era stato indetto il 25 novembre 2019 secondo linee guida condivise con il Comune di Milano.

Pirelli 39 è collocato al centro dell’area Porta Nuova Gioia in una posizione strategica fra la stazione Centrale, a est, e scalo Farini, a ovest, e rappresenta il punto di accesso a Porta Nuova proveniendo da nord verso il centro città. La sua riqualificazione si inserisce nel processo di rigenerazione dell’area su scala di quartiere iniziato con Gioia 22 e che si completerà nei prossimi anni con lo sviluppo dei progetti di Pirelli 35 e Gioia 20. Oggi l’immobile, dismesso dal Comune di Milano nel marzo 2015, rappresenta una frattura urbana che interrompe le diverse parti dei quartieri circostanti: privo di certificazioni di sostenibilità, non conforme alle norme anti-sismiche, inefficiente per un uso moderno e con problemi strutturali, di inquinamento e degrado ambientale-urbanistico-edilizio.

Manfredi Catella, Founder & CEO di COIMA, ha dichiarato: “la presentazione di oggi è un importante momento di confronto con Milano e con il nostro Paese. Anche alla luce dell’emergenza sanitaria ritengo che la rigenerazione del territorio rappresenti una chiave industriale strategica di rilancio del  territorio italiano,  da un punto di vista culturale, ambientale, sociale ed economico. Il nostro Paese è ricco di edifici  iconici e luoghi straordinari che, come nel caso presentato oggi, hanno la necessità di essere riscritti e ripensati secondo criteri di sostenibilità e di innovazione: un percorso e una missione che già da molto tempo condividiamo con i nostri investitori e che può rappresentare una  leva determinante per le nostre città e per il nostro Paese.”

temi principali indicati nello sviluppo dei progetti dal committente COIMA SGR, per conto del fondo di investimento COIMA Opportunity Fund II, sono stati:

 

  • ricomposizione delle parti della Biblioteca degli Alberi oggi separate da Via Melchiorre Gioia ed estensione della qualità degli spazi pedonali di Porta Nuova verso nord, Stazione Centrale e scalo Farini
  • riuso edilizio privilegiato rispetto a demolizione e ricostruzione
  • sviluppo di una metodologia di investimento a impatto, misurabile declinando obiettivi ed effetti rispetto a target definiti
  • creazione di un simbolo culturale di un periodo storico che se da una parte ha accentuato le emergenze ambientali e sociali a livello planetario, dall’altra sta alimentando la formazione di un modello culturale di sviluppo più resiliente

 

Il progetto è stato selezionato dalla giuria composta da Gregg Jones (partner dello studio di architettura Pelli Clarke Pelli Architects e responsabile del masterplan di Porta Nuova Gioia), Alberto Artioli (già Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città di Milano), Nicolò Di Blasi (già responsabile logistica, infrastrutture e acquisti dell’università Bocconi), oltre a Manfredi Catella, Gabriele Bonfiglioli, Matteo Ravà ed Ettore Nobili di COIMA SGR. L’architetto Leopoldo Freyrie ha svolto il ruolo di RUC, Responsabile Unico del Concorso.

Al concorso internazionale hanno preso parte 70 raggruppamenti con 359 Studi di architettura, landscape/urban design e ingegneria in rappresentanza di 15 Paesi (Austria, Belgio, Cina, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Italia, Norvegia, Olanda, Spagna, Svizzera, Usa). I finalisti selezionati dalla giuria sono stati gli Studi 3XN (Danimarca), David Chipperfield (Inghilterra/Italia), Diller Scofidio + Renfro / Stefano Boeri Architetti (USA/Italia), Heatherwick (Inghilterra), Vittorio Grassi (Italia), Wilmotte (Francia). Il progetto vincitore è quello presentato da Diller Scofidio + Renfro / Stefano Boeri Architetti, che ha interpretato armoniosamente le linee guida condivise da COIMA e dal Comune di Milano.

La collaborazione fra DS+R, al primo progetto in Italia, e Stefano Boeri Architetti rappresenta una partnership virtuosa scelta da COIMA come risultato di un approccio metodologico volto a proseguire il percorso, sviluppato negli ultimi 10 anni di progetti di rigenerazione promossi dal gruppo, di contaminazione fra gli architetti italiani e internazionali alimentando una nuova stagione di architettura fondata su un nuovo paradigma culturale espressione del nostro Paese. I due Studi hanno mostrato un forte allineamento sui principi di sostenibilità, ben interpretando le linee guida del concorso soprattutto in tema di impatto ambientale, continuità con la trasformazione urbana dell’area, innovazione, attivazione della comunità, relazione fra natura e città.

Elizabeth Diller, partner di Diller Scofidio + Renfro, ha dichiarato: “Il nostro studio è entusiasta di avere la possibilità di dare un contributo architettonico significativo alla città di Milano, il nostro primo progetto in Italia. Poiché gran parte del nostro lavoro si concentra sul futuro delle città, il progetto Pirelli 39 rappresenta una grande opportunità per un nuovo modello di sviluppo ad uso misto e di crescita urbana sostenibile. Il progetto combina il riuso di edifici storici con un nuovo edificio responsabile dal punto di vista ambientale, e una vibrante destinazione culturale ‘vivente’ dedicata all’arte e alla scienza delle piante.”

Stefano Boeri, founder di Stefano Boeri Architetti, ha dichiarato: “Il nostro progetto riporta in vita un nobile edificio (l’ex Pirellino), propone una torre dove la Botanica si intreccia con l’architettura e inventa con il nuovo Ponte/Serra uno spazio verde aperto a tutta la città. In un periodo così difficile, questo progetto rilancia nel mondo la visione di una Milano che scommette sul futuro e affronta con coraggio le grandi sfide della crisi climatica.”

La proposta DS+R e Stefano Boeri prevede un modello di utilizzo misto di spazi pubblici-residenziale-terziario attraverso il recupero della torre esistente, dell’edificio a ponte su Melchiorre Gioia e la realizzazione di una nuova torre.

 

  • Recupero dell’edificio esistente: l’edificio sarà ripensato mantenendone la prevalente destinazione terziaria ma adeguandolo agli attuali standard di uso degli spazi uffici nel segno dell’innovazione e della sostenbilità, in linea con i parametri Next Generation EU; il progetto prevede il mantenimento del carattere dell’edificio originario, aggiornandolo nella dotazione impiantistica e nelle performance energetiche e adeguandolo strutturalmente al fine di consentirne parametri adeguati di efficienza, risolvendo i limiti attuali e consentendo di considerare il riuso dell’edificio esistente rispetto all’alternativa di una demolizione e ricostruzione integrale.
  • Edificio a ponte: percepito oggi come un “muro” di separazione su via Melchiorre Gioia, grazie all’applicazione della L.R. 18/2019 il progetto lo ripensa svuotandolo e rendendolo leggero, pur mantenendone il segno architettonico di ponte a scavalco sulla strada e aggiornandolo nei conenuti come un nuovo “hub” a servizio della città, uno spazio aperto per eventi, mostre ed esposizioni, con aree incontri e wellness dedicato ad essere un laboratorio sull’impatto climatico e ambientale, ed estensione della Biblioteca degli Alberi. Punto centrale della trasformazione dell’edificio sarà la green house, una vera e propria serra della biodiversità dove vivere un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa tra svariate specie vegetali.
  • Nuova torre residenziale: 700 mq di vegetazione, distribuita sui piani in modo che le fioriture cambino i colori dell’edificio al variare delle stagioni, assorbiranno 14 tonnellate di Co2 e produrranno 9 tonnellate di ossigeno l’anno, al pari di un bosco di 10 mila metri quadrati. Con 2.770 mq di pannelli fotovoltaici la torre sarà in grado di autoprodurre il 65% del proprio fabbisogno energetico. L’edificio prevede parti strutturali in legno che ne diminuiranno il carbon footprint, tra cui 1.800 metri cubi di legno dei pavimenti che consentiranno di risparmiare fino a 3.600 tonnellate di biossido di carbonio nelle fasi di costruzione.

 

Pirelli 39 sarà il primo progetto italiano interamente misurabile secondo criteri ESG:

 

  • certificazioni LEED Platinum, WELL Gold, WiredScore
  • contributo per il raggiungimento della certificazione LEED e WELL for Community del quartiere Porta Nuova (primo distretto al mondo)
  • zero uso di combustibili fossili
  • livello di emissioni operative di CO2 già allineato con gli obiettivi EU 2050
  • recupero edilizio >70% dell’edificio esistente e contenimento delle emissioni di costruzione (< 600 kg CO2/m2)
  • copertura del fabbisogno annuale di energia >65% da fonti rinnovabili
  • creazione di spazi pubblici e commericali per contribuire all’attiviazione dell’area
  • attivazione di +5.000 posti di lavoro per fasi progettuali, costruttive e di gestione
  • €500 Mln di Valore aggiunto Generato (contributo diretto, indiretto e indotto dell’attività economica svolta)

 

L’edificio rientra nel tracciato del masterplan unitario per l’area Porta Nuova Gioia, avviato da COIMA in collaborazione con il Comune di Milano e coordinato da Gregg Jones assieme a un team qualificato composto da Patricia Viel dello studio Antonio Citterio Patricia Viel, Chris Choa di AECOM (masterplan Olimpiadi Londra), Ibrahim Ibrahim di Portland (animazione spazi pubblici), Jim Burnett dello studio OJB e Andreas Kipar di Land come paesaggisti.