Stampa 3D, un supporto tecnologico e chip
Gli oggetti fisici vengono realizzati, in tempi relativamente brevi e con costi spesso contenuti, a partire da modelli numerici, con geometrie anche complesse, convertiti in G-code, ovvero nel linguaggio di programmazione usato dalle macchine a controllo numerico (CNC). Questo linguaggio viene utilizzato non solo dalle macchine che costruiscono gli oggetti mediante fabbricazione sottrattiva (macchine laser, fresa a 3 o 4 assi, etc.) ma anche stampanti 3d che utilizzano la tecnica della fabbricazione additiva (layer by layer). In particolare assistiamo alla riduzione delle dimensioni e dei costi delle stampanti (Desktop 3D printer) che ha dato un nuovo impulso a questa tecnologia, favorendone la diffusione. L’apertura in questo periodo di FabLab in tutta Italia ne è la prova. Si aprono così, nel settore dei Beni Culturali, nuove possibilità di fruizione, catalogazione e studio, dove i modelli, sia virtuali che fisici, rappresentano la base sia per la visualizzazione che per l’analisi della forma (anche da un punto di vista metrico) di ogni manufatto di interesse artistico e storico. Le ultime esperienze di modellazione e stampa 3d hanno mostrato la necessità di introdurre una nuova professionalità a supporto di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori e conservatori che richiedono l’utilizzo delle tecnologie digitali legate al rilievo strumentale, alla modellazione 3d e alla stampa solida. Si tratta una nuova professionalità evidentemente trasversale ai consolidati ambiti disciplinari che tradizionalmente e separatamente si sono occupati di tali questioni. Bisognerà in conclusione ripensare e riconfigurare queste attività che hanno come riferimento l’universo digitale nel quale quotidianamente ci muoviamo.