Perché è importante il monitoraggio nella geomatica
Il monitoraggio topografico non va considerato semplicemente la ripetizione di un rilievo eseguito con una tecnica nota e il puro confronto delle coordinate di ciascun punto. Per fornire risultati affidabili occorre curare particolarmente alcuni aspetti: la progettazione del rilievo, tenendo conto degli scopi e della risposta da dare; la definizione di un frame di riferimento stabile nel tempo (e verificato come tale); la valutazione della precisione effettivamente raggiunta nel rilievo (alta o bassa, l’importante è conoscerla per capire la sensibilità del monitoraggio); il processamento dei dati acquisiti per la valutazione della significatività effettiva delle variazioni di posizioni riscontrate. Questi aspetti vanno affrontati in modo diverso a seconda che si usi una tecnica volta al monitoraggio di pochi punti ben materializzati rilevati singolarmente, in rilievi eseguiti a epoche discrete oppure in continuo, o se si vuole controllare l’andamento di una superficie a diverse epoche. Nel primo caso le tecniche sono abbastanza consolidate (ma non già completamente definite) mentre negli altri due casi la scelta dell’hardware le tecniche di elaborazione dati appaiono ancora da sviluppare o meglio da ottimizzare. Per le sue caratteristiche peculiari il monitoraggio potrebbe diventare una ‘specializzazione’ professionale del Topografo in qualche modo riconosciuta e validata dalla categoria, anche per evitare approcci un po’ dilettanteschi da parte di altre figure non specificamente esperte di rilevamento ma invogliate dalla ‘semplicità’ di uso delle nuove strumentazioni.
(da ""Il monitoraggio, questo conosciuto"" di Maurizio Barbarella DICAM CIRI ITC, Università di Bologna)