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La desertificazione preoccupa l'Italia

Arrivano le parole del ministro Sergio Costa durante la giornata mondiale per la lotta al degrado dei terreni. Un quinto del nostro territorio a rischio

Attraverso il rapporto “Water for food daugherty global institute” la FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ci aggiorna sui pericoli legati al cambiamento climatico. Questa volta ad essere documentato è il fenomeno della siccità, destinato ad intensificarsi soprattutto nelle regioni del Medio Oriente e del Nord Africa.
Il rapporto, lanciato in occasione della Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione del 17 giugno - “La terra ha un valore reale, investi su di lei”, è stato lo slogan della giornata - intende mantenere alta l’attenzione su un problema che tocca da vicino la capacità di sussistenza delle popolazioni coinvolte. Lottare contro la desertificazione significa, infatti, battersi per la sicurezza delle risorse alimentari e per la tutela della biodiversità, minacciata dal progressivo degrado ed inaridimento del suolo.

Ma, mentre la FAO fornisce uno spaccato globale sull’argomento, in Italia è toccato al neo ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, fare il punto della situazione. “Siamo in piena emergenza – afferma il ministro impegnato a Berlino in un vertice sull’argomento -. In Italia dobbiamo agire sull’eccessivo sfruttamento della risorsa acqua. Stiamo utilizzando il 30% delle risorse d’acqua rinnovabili disponibili, mentre l’obiettivo europeo indica la soglia del 20%, e la superficie dei ghiacciai continua a ridimensionarsi. Senza contare la conseguente perdita di biodiversità e i pericoli per la sicurezza alimentare. Uno degli impegni sarà portare avanti il disegno di legge sullo stop al consumo di suolo e quello per la gestione pubblica dell’acqua. Sono le nostre priorità, per un’azione di governo nel segno della sostenibilità ambientale e della tutela delle nostre risorse”.

E dire che il CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) ci aveva avvertiti. Se guardiamo al pianeta, le aree siccitose coprono il 41% della superficie terrestre, dove vivono circa 2 miliardi di persone. C’è una chiara correlazione tra povertà e aridità, il 72% dei terreni degradati si trova infatti nei Paesi in via di sviluppo. Ma anche l’Italia è nell’occhio del ciclone. Se guardiamo al Bel Paese, gli ultimi report sull’argomento ci dicono che un quinto del nostro territorio è a rischio desertificazione, il 41% del quale si trova al sud. Numeri che raccontano di un problema poco dibattuto, perdendo così l’occasione di sensibilizzare sul rischio desertificazione. 
“Entro la fine di questo secolo le previsioni parlano, per il bacino del Mediterraneo, di aumenti delle temperature tra 4 e 6 gradi e di una significativa riduzione delle precipitazioni”, afferma sempre il CNR, ricordano così che occorre mettere in campo una seria strategia di tutela per evitare danni ben peggiori di quelli attuali. L’area del Mediterraneo è infatti tra le più vulnerabili all’aumento delle temperature. Basti pensare che l’aumento medio globale della temperatura segna un +1,1 gradi mentre l’Italia registra già un + 2,2.
Danni che, intanto, si fanno già sentire. Come quelli economici legati al cambiamento climatico. Coldiretti, ad esempio, avverte che il clima impazzito è costato 14 miliardi di euro all’agricoltura italiana nel decennio 2006-2016.

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clima | desertificazione

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Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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