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Cop27 si conclude con molti compiti e poco tempo

  • Data: 27.11.22
A un passo dalla rottura un accordo è stato trovato, necessario un taglio delle emissioni del 43% al 2030. Sì al fondo "Loss and damage"

Sono passati pochi giorni dalla fine della conferenza Onu sul clima. La delusione dei partecipanti è stata tanta. Quest'anno le parti avrebbero dovuto accelerare l'azione globale per il clima riducendo le emissioni, rafforzando gli sforzi di adattamento e intensificando gli opportuni flussi di finanziamenti ma, la situazione era difficile: non c'era accordo fra gli stati su quasi niente, non c'era accordo sul modo di ristorare le perdite né i danni del cambiamento climatico nei paesi più poveri che, guidati dalla Cina, avrebbero voluto subito un fondo da hoc, pagato dai paesi più sviluppati. Usa e Ue si sono detti contrari, pensando che fosse troppo oneroso e richiedesse troppo tempo, puntavano però ad aggiornare gli strumenti di aiuto esistenti. Alle richieste di risarcimento, infatti, il G7 ha dapprima risposto proponendo uno “scudo globale” assicurativo contro i rischi climatici e mettendo sul piatto un fondo di 210 milioni di dollari destinato a stanziare le polizze assicurative che verrebbe compensato dalle compagnie assicurative qualora si verificassero. Il progetto, a guida tedesca, ha sollevato insieme ad alcuni riscontri positivi, anche dubbi e sospetti da parte dei Paesi in via di sviluppo e delle organizzazioni, che temevano che questo inadeguato a fronte dell’entità dei danni, anche perché non coprirebbe quelli di lungo periodo, come la desertificazione e l’innalzamento del livello del mare.

I risultati della Cop27 sono stati ambigui: si è raggiunto un obiettivo definito «storico» sulla creazione del fondo Loss and Damage, basato sul principio “chi inquina paga”, ma allo stesso tempo non si è ottenuto nessun progresso, rispetto a quanto già accordato l’anno scorso a Glasgow, sulle azioni di riduzione delle emissioni necessarie a rimanere entro 1,5°C di incremento di temperatura. Mia Mottley, premier delle Barbados, uno degli Stati insulari che rischiano di essere inghiottiti dall’innalzamento del livello dei mari, ha portato il punto di vista del Sud globale questo strumento fondamentale, perché riconosce l’importanza della giustizia climatica e l’ineguaglianza insita nei cambiamenti climatici, in cui i paesi più colpiti da impatti climatici (i più poveri) sono quelli che hanno meno responsabilità nell’averli causati, avendo storicamente emissioni di gas serra molto basse.

Il fondo per "Loss and damage" stabilisce un meccanismo sulla base del quale i paesi avanzati si impegnano a fornire assistenza finanziaria per aiutare le nazioni povere a procurare soccorso e intervenire repentinamente, quando colpite da disastri climatici, per ricostruire le aree danneggiate. L’istituzione di questo fondo è un passo importante verso la ricostruzione di un rapporto di fiducia tra Nord e Sud del mondo, che negli ultimi anni si è lacerato.

Il documento finale della Cop27, se da un lato salva l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli preindustriali, dall’altro chiede la riduzione della produzione elettrica a carbone con emissioni non abbattute, ma non l’eliminazione. Inoltre, non si esprime su riduzione o eliminazione dell’uso dei combustibili fossili, come avevano chiesto diversi paesi. La Cop27 per mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi riconosce necessaria una riduzione delle emissioni del 43% al 2030 rispetto al 2019. Con gli impegni di decarbonizzazione attuali, tuttavia, il taglio di emissioni sarebbe solo dello 0,3% al 2030 rispetto al 2019. Per questi gli stati che non hanno ancora aggiornato i loro obiettivi di decarbonizzazione (Ndc) sono stati invitati a farlo entro il 2023. Timmermans vicepresidente dell’Unione Europea ha dichiarato: “Accettiamo questo accordo con riluttanza. Siamo orgogliosi di aver contribuito a risolvere il problema del Loss and damage, ma sulle riduzioni delle emissioni qui abbiamo perso una occasione e molto tempo, rispetto alla Cop26 di Glasgow. Da domani ci metteremo al lavoro per rimediare alla Cop28 di Dubai. – dichiara - Siamo a 1,2 gradi di riscaldamento e abbiamo sentito in questi giorni quali effetti questo stia già provocando. Ma la soluzione non è finanziare un fondo per rimediare ai danni, è investire le nostre risorse per ridurre drasticamente il rilascio di gas serra nell’atmosfera”.

Il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, che si era speso moltissimo per una svolta nella lotta ai cambiamenti climatici ha dichiarato: “Accolgo con favore la decisione di istituire un fondo per le perdite e i danni e di renderlo operativo nel prossimo periodo. Chiaramente, questo non sarà sufficiente, ma è un segnale politico assolutamente necessario per ricostruire la fiducia infranta”, scrive Guterres. “Tuttavia, il nostro pianeta è ancora al pronto soccorso. Dobbiamo ridurre drasticamente le emissioni ora, e questo è un problema che Cop27 non ha affrontato. La Cop27 si conclude con molti compiti e poco tempo – conclude - Per avere qualche speranza di mantenere l'1,5, dobbiamo investire massicciamente nelle energie rinnovabili e porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili”.