ambiente5-1130x300.jpg
  • Home
  • AMBIENTE
  • Al via Cop 25, il pesante monito sul taglio delle emissioni dell’Unep

Al via Cop 25, il pesante monito sul taglio delle emissioni dell’Unep

Pochi giorni prima del summit, lo studio dell’Unep aveva definito gli sforzi che i Paesi devono compiere: tagliare le emissioni del 7.6% ogni anno.

Sotto la presidenza cilena, il 2 dicembre si è aperta la COP 25 di Madrid, che terrà aperti i tavoli negoziali fino al 13 dicembre per completare il “rulebook”, le regole che formano l’Accordo di Parigi firmato nel dicembre del 2015 da 196 Paesi del mondo. Sono state le parole del segretario Generale dell’Onu, António Guterres, ad aver inaugurato questo 25esimo summit sul cambiamento climatico, parole che inchiodano i diversi Paesi alle proprie responsabilità. “Con gli impatti del cambiamento climatico ogni volta più evidenti e pericolosi, la COP 25 deve trasmettere al mondo una ferma determinazione a cambiare rotta. Dobbiamo finalmente dimostrare che siamo seri nel nostro impegno nell’arrestare la guerra che abbiamo intrapreso contro la natura. Dobbiamo mettere in campo la volontà politica di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”, ha infatti dichiarato Guterres.
Ma anche questa Conferenza, come previsto già nel 2015, sarà una tappa di transizione. Gli impegni presi dai Paesi a Parigi sulla riduzione delle emissioni, che ricordiamo se rispettati – ma al momento siamo fuori traiettoria – ci consegneranno un mondo più caldo di 3.2°C entro fine secolo, saranno infatti rivisti il prossimo anno in occasione della COP 26 di Londra.
In questa tornata negoziale si discuterà soprattutto di meccanismi che interessano il mercato del carbonio, dei fondi da destinare ai Paesi poveri colpiti duramente dagli eventi estremi ingigantiti dal riscaldamento globale e, come detto in precedenza, di tutte le altre regole su cui c’è ancora poca sintonia tra gli Stati.

Urgente agire
Un resoconto sulla situazione climatica, a pochi giorni prima dell’inizio del summit, è arrivato dall’Unep (il Programma per l’ambiente dell’Onu) che, come ogni anno, ha aggiornato il suo “emission gap report”: il lavoro in sostanza descrive la distanza tra realtà e obiettivi in merito alla quantità di gas climalteranti presenti atmosfera.
Secondo il rapporto, reso noto il 26 novembre, se volessimo rispettare l’Obiettivo di Parigi (arrestare l’aumento della temperatura media terrestre entro i 2°C e fare tutto il possibile per restare al di sotto di 1.5°, entrambi i target rispetto alla media del periodo preindustriale) dovremmo diminuire la quantità di gas serra emessi al ritmo del 2.7% ogni anno entro il 2030 per restare nei 2°C, e dovremmo diminuire le emissioni ogni anno del 7.6% entro il 2030 per centrare l’obiettivo 1.5°C.
Uno sforzo enorme, se si pensa che la contrazione di CO2, e degli altri gas in atmosfera che contribuiscono al riscaldamento globale, come il metano, sono in costante crescita. Secondo l’Unep significherebbe aumentare di cinque volte l’ambizione collettiva che si registra attualmente. Un’ambizione che deve crescere soprattutto da parte dei Paesi del G20, dato che sono responsabili del 78% del totale delle emissioni globali.
"La nostra incapacità collettiva di agire tempestivamente e duramente sui cambiamenti climatici significa che ora dobbiamo apportare profondi tagli alle emissioni”, ha dichiarato Inger Andersen, direttore esecutivo dell'Unep, “ciò dimostra che i Paesi semplicemente non possono aspettare il 2020 - fa riferimento alla prossima COP che, come detto precedentemente, rivedrà gli impegni di riduzione dei Paesi - per intensificare l'azione. Loro, e ogni città, regione, impresa e individuo, devono agire immediatamente".
Un monito che sa tanto di ultimatum.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

Ultime pubblicazioni