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G7, nulla di fatto: clima a rischio

Si conclude con un nulla di fatto per quanto riguarda il clima il G7 di Taormina. Sono a rischio gli accordi di Parigi

È stato un fallimento il G7 di Taormina per quanto riguarda il clima. Gli Stati Uniti, infatti, hanno abbandonato il summit senza pronunciarsi sulle questioni climatiche, e si trattava inoltre di ratificare per l'ennesima volta l'accordo di Parigi del 2015, la cui debolezza è nota. Ma nonostante ciò la delegazione statunitense ha abbandonato Taormina senza nemmeno partecipare alla conferenza stampa finale. La cosa ha irritato non poco la cancelliera tedesca Angela Merkel che al termine del vertice ha detto: « è estremamente problematico, per non dire molto insoddisfacente" che il summit del G7 non abbia potuto trovare un accordo sul cambiamento climatico, con sei stati membri che hanno una posizione diversa dagli Stati Uniti sulla questione. Non vi sono indicazioni di nessun tipo se gli Stati Uniti rimarranno nell'Accordo di Parigi. Di conseguenza, non abbiamo evitato la questione, ma abbiamo ben chiarito che noi, i sei membri più l'Unione Europea, naturalmente, rispetteremo gli obiettivi decisi a Parigi».

Per la Merkel, in piena campagna elettorale. la disdetta degli accordi di Parigi da parte degli Usa sarebbe un problema interno non da poco visto che buona parte delle politiche energetiche tedesche puntano sulle rinnovabili e dopo aver chiuso dopo Fukuschima con il nucleare ora la Germania si trova a dover affrontare la questione del carbone e della lignite con i quali viene prodotta circa il 40% dell'energia elettrica del colosso europeo.

«L'Accordo di Parigi è un accordo centrale per dar forma alla globalizzazione - ha aggiunto la cancelliera - È stato un successo la discussione su questo tema avuta con i leader africani. Il fatto che il lago Ciad si stia asciugando è un esempio di quanto la battaglia contro il cambiamento climatico sia di importanza essenziale per loro. La questione dell'Accordo di Parigi è così importante che su questo non possono essere fatti compromessi».

Più possibilista il nuovo presidente francese Emmanuel Macron. «Io ritengo che ci sia stato progresso e un vero e proprio dibattito. - ha detto Macron - Le argomentazioni dei sei stati membri sono state molto complementari e hanno fatto comprendere a Trump l'importanza della posta in gioco. Penso che l'interesse del G7 sia un interesse reale. Il G7 resta uno spazio pertinente di condivisione e responsabilitá dei lavori. Non voglio entrare nella logica del sei contro uno, perchè risponde a una logica di frammentazione delle democrazie che non va nel nostro interesse. Quello che è accaduto oggi non impedirá alla Francia di continuare a prendere iniziative a livello nazionale e internazionale. Altre potenze hanno assunto la leadership in questo campo. L'ho detto a Trump. La Cina, ad esempio, ha assunto delle enormi responsabilitá in campo ambientale».

Trump lasciando Taormina ha detto che gli Stati Uniti prenderanno una decisione circa gli accordi di Parigi entro una settimana. Per cui non rimane che aspettare. Certo appare strana la posizione di alcuni osservatori che hanno giudicato il G7 un successo circa le questioni climatiche visto che hanno definito la nuova amministrazione a stelle e strisce "isolata" dagli altri membri del G7.