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5 febbraio: giornata nazionale contro lo spreco alimentare

Gli italiani buttano in pattumiera, ogni anno, una media di oltre 50 kg di cibo per abitante. Il progetto Pasto sospeso

Si celebra oggi 5 febbraio la decima edizione della giornata nazionale contro lo spreco alimentare: occasione per fare il punto sui nuovi dati di un fenomeno diffuso e trasversale che vede gli italiani buttare in pattumiera ogni anno una media di oltre 50 kg di cibo per abitante (67 Kg secondo Coldiretti, 65 Kg secondo Food Sustainability Index di Fondazione Barilla e 31 Kg secondo IPSOS), per una spesa di oltre 10 miliardi di euro l’anno. Dato che posiziona il Bel Paese tra i paesi meno virtuosi in Europa e che vede i connazionali più inclini a sprecare frutta, verdura e pane fresco, al sud più che al nord, nei comuni più piccoli rispetto alle grandi città e in famiglie senza figli. (Fonte: Waste Watcher 2021)

Planeat.eco, società benefit che punta a rivoluzionare la spesa combattendo lo spreco alimentare, con la sua offerta di kit di prodotti di qualità porzionati, lavati e dosati per cucinare, proposti a prezzi accessibili e democratici ha già salvato circa 20 tonnellate di cibo dalla pattumiera. Di recente attuazione PASTO SOSPESO”: progetto di “sostenibilità partecipata”,  lanciato nel periodo delle feste natalizie (“Lasagna sospesa” la campagna natalizia) che verrà rinnovato per tutto il corso del 2023.

Il progetto, che nel periodo delle festività ha permesso di raccogliere e donare oltre 2.000 porzioni di lasagne (raccolte in poco più una settimana, senza campagne di comunicazione) ai senzatetto della stazione di Milano e Pavia, proseguirà per i prossimi 12 mesi e sarà accompagnato da una campagna di comunicazione. La campagna sensibilizzerà sullo spreco che anche il solo pasto di una persona può produrre e suggerirà di acquistare sempre quantità corrette per sé e la propria famiglia, trasformando il valore di quanto verrebbe sprecato in un PASTO SOSPESO.  

Obiettivo: restituire al donare una valenza educativa rispondendo ai bisogni in maniera partecipata. Chi partecipa si lega in modo più forte a un percorso in grado di gratificarlo, sensibilizzarlo e cambiarlo in modo più autentico.