La desertificazione, l’impoverimento dei suoli e la riduzione delle risorse idriche per usi potabili, agricoli e industriali
Bari, 25 novembre 2024
La desertificazione, l’impoverimento dei suoli e la riduzione delle risorse idriche per usi potabili, agricoli e industriali sono solo alcune delle conseguenze più gravi del cambiamento climatico e dell’impatto umano sull’ambiente. Le fonti fossili sono tra le principali responsabili delle emissioni di gas serra che contribuiscono all’innalzamento delle temperature, con conseguenti eventi estremi come siccità, inondazioni e ondate di calore.
La transizione verso fonti energetiche sostenibili come il solare, l’eolico, le biomasse e l’idroelettrico, rappresenta non solo una risposta efficace per ridurre le emissioni, ma è anche la chiave per assicurare un futuro energetico sicuro e resiliente.
E' quanto emerso nel corso dell'incontro organizzato da Legambiente Puglia e dal Distretto produttivo delle energie rinnovabili “La Nuova Energia”, svoltosi presso il Politecnico di Bari, durante il quale si è discusso di quelle che sono le prospettive per la strategia energetica in Puglia, con riferimento al ddl 222 del 23/10/24, relativo all'individuazione delle aree idonee per l'installazione di a fonti rinnovabili. Sono stati coinvolti numerosi attori, come Confindustria Puglia, Acli Terra e Cgil Puglia. Tutti hanno illustrato le proprie osservazioni per migliorare il testo proposto dalla Regione Puglia.
In particolare, Legambiente ha messo in evidenza la necessità di favorire il processo di decarbonizzazione, con il conseguente abbandono di tutti i combustibili fossili, anche del gas. In secondo luogo, è emersa la necessità procedere con un'attenta e precisa pianificazione che non può arrivare fino al 2030. E' infatti doveroso immaginare che la programmazione debba contemplare e disegnare un percorso con traguardo al 2050. In quest’ottica, fondamentale l'individuazione delle aree idonee, il cui Piano è necessario che faccia riferimento ad un Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEAR) già innovato, e non il contrario.
Nel corso del dibattito, Legambiente ha evidenziato un altro aspetto fondamentale, relativo al paesaggio, che non può e non deve essere considerato come forma immutabile, da conservare identico a se stesso. Ne sono un esempio gli elettrodotti, che oggi fanno parte integrante del paesaggio esistente, con impatto negativo sotto diversi punti di vista. Impianti da fonti rinnovabili, con la previsione di cavidotti sostitutivi, ad esempio, hanno le potenzialità per divenire elementi catalizzati nella riqualificazione del paesaggio stesso.
È emerso, inoltre, come la sinergia e la compattezza con tutti gli stakeholder sugli obiettivi da raggiungere sia indispensabile per accelerare la transizione energetica in Puglia e attivare una politica industriale green.
“Purtroppo siamo in ritardo sulla tabella di marcia – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – L'Europa ci chiede un impegno concreto verso la transizione energetica e noi tutti siamo chiamati ad agire il più velocemente possibile. Il settore delle rinnovabili inoltre può rappresentare uno dei motori dell'occupazione verde in Puglia ed è anche per questo che bisogna lavorare bene per tutelare l'ambiente ma anche per arricchire l'offerta di lavoro e invitare sempre più giovani ad abbracciare professioni green”.
“Ci aspettavamo un Piano delle aree idonee più coraggioso, da parte della Regione Puglia – commenta Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia – Uno strumento che potesse avviare in maniera efficace ed efficiente la rivoluzione energetica che noi tutti aspettiamo. Una delle principali criticità riguarda l'eccessiva burocratizzazione delle procedure, che andrebbero snellite, per incentivare così la realizzazione di impianti su tutto il territorio. Il Piano delle aree idonee, infine, è necessario affinché tutti i settori produttivi possano essere resi autonomi da un punto di vista energetico, quindi è necessario che vengano realizzati gli impianti e in questo le prescrizioni contenute nel piano regionale sono positive, ma poteva essere fatto di più”.
“Per la Puglia oggi non è l’anno zero perché la regione è già leader in Italia nel settore delle rinnovabili – dichiara Beppe Bratta, presidente del Distretto La Nuova Energia - Ci sono già 10mila addetti rappresentati dal distretto, nelle micro imprese e tra i professionisti qualificati, che vivono il territorio. Ma in gioco ci sono i prossimi dieci anni del settore, che sarà determinato anche in virtù della competenza individuata dalla Regione. Al centro della questione c’è lo sviluppo economico delle rinnovabili, al pari della tutela ambientale e dello sviluppo socio economico del territorio. Ecco perché le scelte devono essere condivise in funzione della sostenibilità territoriale. La Puglia ha come obiettivo circa 7giga di potenza e attualmente sono già stati presentati progetti che valgono 10 volte tanto questo valore. Ecco perché le decisioni politiche devono essere indirizzate da scenari di sviluppo del settore delle rinnovabili, che vedono al centro il benessere socio economico delle persone, delle imprese del territorio e la tutela ambientale”.
Ufficio stampa Legambiente Puglia
Nicole Cascione
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