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Paese malato. Il blocco delle rinnovabili è il sintomo

Si fa di tutto per ostacolare le rinnovabili. Ora assoRinnovabili denuncia addirittura il blocco dei decreti dello "Spalma incentivi"

Scritto da il 13 ottobre 2014 alle 20:27 | 0 commenti

Paese malato. Il blocco delle rinnovabili è il sintomo

Dopo aver perso la credibilità sotto al profilo internazionale grazie al decreto “Spalma incentivi” ora arriva un’altra che aggiungerà ulteriori danni al settore delle rinnovabili. AssoRinnovabili, infatti, ha reso noto che manca un decreto attuativo senza il quale non è possibile da parte degli operatori scegliere per quale regime optare.

«Oltre al danno, la beffa: oggi chi ha un impianto fotovoltaico di potenza superiore a 200 kW in Italia non solo si è visto decurtare l’incentivo retroattivamente, ma si trova pure nella condizione di non poter scegliere la modalità con cui gli sarà ridotta la tariffa, perché la disciplina attuativa di una delle tre opzioni non esiste ancora. Il tutto a meno di cinquanta giorni dal termine ultimo, fissato dal Legislatore perentoriamente al 30 novembre, per comunicare al GSE l’opzione di riduzione tra quelle previste dalla norma. – afferma Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - L’operatore si trova così, di fatto, vincolato alla scadenza, ma nell’impossibilità reale di effettuare una scelta consapevole, fintanto che il Ministero non adotterà il decreto». Il decreto in questione – che regola le percentuali di rimodulazione dell’incentivo, previste dall’”opzione b”- doveva arrivare entro e non oltre il 1° ottobre 2014, ma a oggi non se ne hanno notizie.

Secondo l’associazione è una «situazione insostenibile ed inaccettabile» e per questo assoRinnovabili ha scritto al Ministero dello Sviluppo Economico affinchè siano prorogati i termini del 30 novembre tenendo conto del ritardo accumulato, consentendo così una scelta ragionevole, sotto al profilo della valutazione, delle opzioni più adeguate a ciascun impianto. Riducendo i tempi, non si tiene conto della complessità della scelta che l’operatore deve fare visto che oltre la valutazione dell’impatto economico e finanziario delle singole opzioni è necessaria anche la condivisione e l’approvazione da parte delle banche.

Ma non è finita. Oltre a ciò, infatti, c’è l’assenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze sul decreto che dovrebbe regolare l’accesso alle garanzie dalla Cassa Depositi e Prestiti, questione cruciale per molte aziende che potrebbero anche essere messe in difficoltà gravi, fino al punto di decretarne la chiusura.

«Confermiamo quindi – prosegue assoRinnovabili – la volontà di intraprendere azioni legali contro la norma “Spalma incentivi”, al fine di dimostrare l’incostituzionalità del provvedimento e garantire il principio di certezza del diritto e di affidamento delle imprese verso lo Stato. Per questo motivo, in attesa che si sblocchi l’impasse, l’associazione manterrà ancora aperta la possibilità per gli operatori di unirsi all’azione legale contro lo “Spalma Incentivi”, che vede già l’adesione di centinaia di imprese».

Oltre alle questioni legate alla contingenza, che comunque vede una diminuzione del 75% dell’installato fotovoltaico nel giro di un anno, c’è da chiedersi se un tale atteggiamento sia dovuto a sciatteria istituzionale, alla mancanza di una politica industriale in senso generale, oppure se ci sia un preciso disegno contro le rinnovabili. Personalmente penso che sia un mix di tutte e tre le questioni, ma c’è da rilevare un fatto. La percezione che possiedono i grandi investitori internazionali – che troppo spesso vengono invocati in maniera assai generica, per poi ostacolarli nei fatti sulla base della convenienza politica del momento – è quella di un’inaffidabilità di fondo di tutto il paese. Nel campo dell’energia non è più solamente il settore delle rinnovabili, ma anche quello delle fonti fossili – si veda la fuga a gambe lavate del gigante energetico tedesco E On – ma sono tutti i settori a soffrire per l’inaffidabilità del sistema paese, a parte l’immobiliare, meglio se di lusso, che rimane il solo interesse dei grandi fondi d’investimento internazionali. Un po’ poco per un Paese che oggi possiede, sulla carta, una classe dirigente tra le più giovani d’Europa e che dice di «guardare al futuro».


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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