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Mobilità elettrica: il decollo cinese

In Cina spicca il volo la mobilità elettrica. Gli incrementi degli ultimi mesi sono da record

In Cina la mobilità elettrica è al decollo. Nei prossimi anni, infatti, nel paese asiatico è previsto uni sviluppo esponenziale del mercato di settore a cominciare da quello dei veicoli commerciali leggeri elettrici ed elettrificati, sia a causa delle più severe limitazioni alla circolazione nelle aree urbane dei modelli spinti da motori benzina e diesel, ma anche per lo sviluppo dell'offerta. Molte aziende cinesi sono pronte a sfidare aziende multinazionali quali Volkswagen, Ford, PSA, Toyota e FCA.

Maxus, per esempio, che fa parte del grande gruppo SAIC, e che opera il marchio LDV ha annunciato un piano di sviluppo della propria gamma di commerciali elettrici, con l'obiettivo di quadruplicare le vendite globali e arrivare alla fine del 2020 a 600.000 mila veicoli, cioè oltre quattro volte quando prodotto nel 2018. E lo farà con una piattaforma specifica - Maxus Intelligent Flexible Architecture (MIFA) - che sarà utilizzata in diverse varianti, per furgoni, minibus, suv di grandi dimensioni e autovetture.

«Nel soddisfare la crescente domanda di veicoli commerciali elettrici, soprattutto in Cina - ha detto Qiuhua Yu, direttore generale di SAIC - stiamo incontrando un collo di bottiglia che riguarda la fornitura di batterie, mentre a livello centrale il Governo sta espandendo la produzione di energia da fonti rinnovabili, che è l'altro elemento centrale nella diffusione dei veicoli elettrici. Tuttavia contiamo di risolverlo, anche con l'arrivo di nuove politiche di settore, entro i prossimi cinque anni».

La Cina, viste le dimensioni del mercato interno, è considerata uno degli assi portanti dello sviluppo della nuova mobilità sostenibile elettrica anche perché i driver di questa crescita non sono solo le limitazioni alle emissioni di gas a effetto serra, ma soprattutto la lotta all'inquinamento dell'aria che nelle grandi città del colosso asiatico superano spesso, anche di venti volte, il livello di guardia che si utilizza in Europa. Cosa che sta creando sia problemi sanitari sia disagio sociale, specialmente da parte del ceto medio emergente cinese che è sempre più attento alla qualità della vita.

Un indicatore dello sviluppo della mobilità sostenibile in Cina è di sicuro il dato dei consumi elettrici legati della provincia di Guangdong, nel sud-est della Cina. Secondo i dati dell'utility Southern Power Grid, dal gennaio a marzo 2019 le sue strutture di ricarica hanno fornito circa un milione di ricariche ai veicoli elettrici, con un aumento su base annuale del 456%. Ed è ancora più interessante il dato legato ai consumi che sono stati di 30,3 milioni di kWh registrando una crescita su base annua dell'840%. Tra i motivi di questa crescita esponenziale ci sono l'incremento dei veicoli elettrici, tra i quali spiccano sia i taxi, sia i mezzi pubblici su gomma, ma anche l'incremento dei punti di ricarica.

La città di Shenzhen, capoluogo della provincia di  Guangdong  con 12,5 milioni di abitanti, infatti, dal primo gennaio 2019 è passata ad avere esclusivamente taxi elettrici e conta di avere alla fine di quest'anno 18.000 nuovi punti di ricarica per i veicoli elettrici. In tutta la Cina a oggi ci sono 670.000 punti di ricarica dei quali 285.000 pubblici e 385.000 privati. La sfida ora sarà quella di alimentare questa flotta in crescita con energia rinnovabile e per fare ciò il governo cinese sta incrementando la capacità di accumulo elettrochimico. Nel solo mese di agosto 2018 sono stati aggiunti 340 MW di capacità di stoccaggio elettrochimico, incrementando in un solo mese la quota nazionale che era di 389 MW. Ciò è dovuto anche all'impossibilità di aumentare in maniera esponenziale lo stoccaggio idroelettrico che in Cina ha già raggiunto la capacità di 30 GW. Sei volte quello italiano.

Autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983. Il sito web di Sergio Ferraris, giornalista scientifico. 

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