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Il biogas ha ancora grandi margini di crescita

Secondo quanto evidenzia un documento del Cib, il potenziale produttivo di questa risorsa è di circa otto miliardi di metri cubi di metano l’anno

Scritto da il 25 febbraio 2013 alle 8:30 | 0 commenti

Il biogas ha ancora grandi margini di crescita

Il biogas negli scorsi anni è stato la vera novità nel panorama delle rinnovabili italiane, con uno sviluppo (favorito dai generosi incentivi in vigore) superiore alle attese. Come evidenzia un documento del Cib (Consorzio italiano biogas), in periodo di recessione l’industria del biogas italiana è diventata la seconda in Europa, dopo la Germania.

Secondo i dati recentemente pubblicati da EurObserv’ER, in Italia, dalla digestione anaerobica agroindustriale, si può ottenere una produzione di biogas equivalente a circa 2 miliardi di mc annui di metano. In tre anni le imprese italiane, per lo più agricole, hanno investito nel comparto oltre 4 miliardi di euro, creando nuove opportunità di lavoro per l’industria e l’agricoltura.

Eppure lo sviluppo del  biogas non è che all’inizio: secondo il Cib il potenziale produttivo di questa risorsa è pari a circa otto miliardi di metri cubi di metano l’anno, un quantitativo pari a circa il 10% del consumo attuale di gas naturale in Italia, ossia un potenziale di circa quattro volte quello proposto dal Pan per il biogas al 2020 e pari al doppio dell’attuale produzione di gas naturale in Italia.

Se il Paese sfruttasse il reale potenziale di questa risorsa si otterrebbero risparmi sulle importazioni, con una conseguente opportunità per le imprese agricole e zootecniche italiane, contribuendo a far crescere il Pil dell’agricoltura sino al 5% circa (2 miliardi di euro/annui). Questo obiettivo sarebbe raggiungibile facendo ricorso a biomasse che non sono oggi coltivate o sono considerate uno scarto (colture di secondo raccolto, effluenti zootecnici, sottoprodotti agricoli e agroindustriali, colture su terreni marginali oggi non più utilizzati), e con un coinvolgimento di non più di 400.000 ettari di terreno agricolo.

Per raggiungere questi traguardi, il Cib propone cinque proposte concrete al futuro Esecutivo: innanzitutto, per l’accompagnamento verso al nuovo sistema incentivante (in vigore dal 2013) è indispensabile che restino stabili le considerazioni sulla nozione di entrata in esercizio degli impianti. Per favorire un ordinato e celere sviluppo del comparto del biometano (biogas raffinato) l’associazione di categoria ritiene necessario che siano introdotte delle semplificazioni riguardanti soprattutto la regolamentazione di tipo tecnico.

Per quanto riguarda la classificazione del digestato da matrici agricole (effluenti zootecnici, colture dedicate e sottoprodotti agro – industriali) e le regole per l’utilizzo del digestato nei Piani di utilizzo agronomico la richiesta è di una maggiore omogeneità su tutto il territorio nazionale. Sul delicato tema delle emissioni il Cib propone che, per gli impianti di potenza inferiore al MW, siano imposti limiti in linea con quelli richiesti da altri Paesi Ue.  Infine, il comparto del biogas chiede l’avvio di un sostegno pubblico alla ricerca e innovazione.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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