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Il Coronavirus accentua il fenomeno della fame nel mondo

L’Africa la zona più colpita, le persone che vivono nell’insicurezza alimentare potrebbero aumentare di 135 milioni entro la fine dell’anno

Circa 25 paesi saranno costretti ad affrontare l’esplosione del fenomeno dell’insicurezza alimentare nei prossimi mesi, a causa degli impatti provocati dalla pandemia. La maggiore parte di questi si trovano in Africa, secondo il rapporto pubblicato dalla FAO dal titolo “Early Warning Analysis of Acute Food Security Hotspots”, studio portato avanti insieme al World Food Programme (WFP).
"Tre mesi fa al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ho detto ai leader mondiali che correvamo il rischio di una carestia di proporzioni bibliche", ha detto il direttore esecutivo del WFP David Beasley. “Oggi, i nostri ultimi dati ci dicono che, da allora, milioni di famiglie più povere del mondo sono state costrette ad avvicinarsi ancora di più all'abisso. I mezzi di sussistenza vengono distrutti a un ritmo senza precedenti e ora le loro vite sono in imminente pericolo di fame. Non commettiamo gli stessi errori del passato: se non agiamo ora per porre fine a questa pandemia di sofferenza umana, molte persone moriranno".
Tra i Paesi più colpiti troviamo l’Afghanistan, il Bangladesh, Haiti, il Venezuela, l’Iraq, il Sudan, Libano, il Burkina Faso, il Camerun, la Liberia, l’Etiopia, il Mozambico e lo Zimbabwe.
Nello specifico in Afghanistan si è assistito a un aumento del prezzo del cibo in media del 20%, un effetto a cui vanno sommati l’abbassamento dei livelli medi di reddito e quelli relativi alla crisi economica. In Bangladesh, invece, il tasso di povertà ha addirittura sforato il muro del 40%, mentre in Etiopia, causa anche gli ingenti danni procurati recentemente dal “fenomeno locuste”, si è assistito a un drammatico calo dei raccolti. In Somalia una delle situazioni peggiori: calata la produzione agricola del 20%-30% e diminuita l’esportazione del bestiame nell’ordine del 30%-50%, a causa della contrazione della domanda esterna, fattori che fanno prevedere un aumento del triplo delle persone che soffrono la fame nel Paese. Infine, in Yemen, già afflitto dai problemi legati al conflitto che è in atto, alcuni prezzi alimentari sono schizzati del 35%.

Per prevenire il peggio, il WFP sta cercando di intensificare la propria rete di aiuti, uno sforzo senza precedenti, che interessa 138 milioni di persone, costrette ad affrontare la carenza di cibo mentre la pandemia continua a mietere vittime. Secondo il WFP le spese per mitigare questi effetti negativi si aggirano intorno ai 5 miliardi di dollari, somma a cui vanno aggiunti ulteriori 500 milioni di dollari da utilizzare per prevenire lo scoppio del fenomeno in altri Paesi fortemente a rischio.
A causa del Covid-19 il numero delle persone che vivono una stiruazione di insicurezza alimentare potrebbe aumentare di 135 milioni entro la fine dell'anno (la cifra pre Covid-19 è pari a 690 milioni), senza interventi urgenti e mirati. Stime recenti suggeriscono inoltre che fino a 6mila bambini potrebbero morire ogni giorno per cause prevenibili nei prossimi sei mesi a causa della pandemia e della carenza di cibo.

Autore

Ivan Manzo

Ivan Manzo

Laureato in Economia dell'Ambiente e dello Sviluppo e giornalista per Giornalisti nell’Erba. Houston, we have a problem: #climatechange! La sfida è massimizzare il benessere collettivo attraverso la via della sostenibilità in modo da garantire pari benefici tra generazioni presenti e future. Credo che la buona informazione sia la chiave in grado di aprire la porta del cambiamento. Passioni: molte, forse troppe.

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