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Solare: è l’era del Quinto Conto Energia

La riforma degli incentivi arriva dopo un biennio di crescita straordinaria. Il fotovoltaico cambierà faccia per la terza volta in meno di due anni

Scritto da il 23 agosto 2012 alle 8:30 | 4 Commenti

Solare: è l’era del Quinto Conto Energia

La primavera, per il fotovoltaico italiano, è un periodo di passione: nel 2011 la stagione fu caratterizzata dal tribolato varo del quarto Conto energia. Il nuovo regime d’incentivazione per il settore all’epoca fu contestatissimo da lobbies e associazioni di categoria, che si spinsero a parlare addirittura di morte certa per il solare nazionale.

In realtà, nonostante i tre mesi intercorsi tra le prime bozze e il varo definitivo del testo (maggio 2011), che causarono uno stop significativo, con l’entrata in vigore del nuovo sistema il fotovoltaico italiano riprese presto a macinare numeri importanti.

Allo stesso modo, anche la primavera 2012 è stata caratterizzata dal dibattito sulla riforma delle normative: prima le voci insistenti che davano per certo un presunto intervento governativo.

Poi, lo scorso aprile, è arrivato il varo dello schema di ufficiale di riforma del Conto energia. Questa volta però i tempi si sono ulteriormente allungati a causa di prese di posizione, convegni e proposte di modifica. Tanto che, al momento in cui scriviamo (giugno 2012) l’emanazione definitiva non ancora è arrivata. I punti chiave della riforma, però, sono ormai chiari: il fotovoltaico italiano cambierà così ancora faccia per la terza volta in meno di due anni.

Un biennio, inoltre, nel quale il comparto è cresciuto oltre tutte le previsioni di esperti e analisti e in cui le dinamiche di filiera sono state rivoluzione dal fenomeno globale del ribasso dei prezzi dei moduli.

La guerra dei numeri

In particolare, dopo un 2010 decisamente positivo, nel 2011 il solare italiano ha continuato la sua corsa: come certifica il Gse (Gestore dei servizi energetici) nell’intero anno sono entrati in funzione ben 9.300 MW. La Penisola è così diventata il secondo mercato mondiale del fotovoltaico, subito alle spalle dell’inarrivabile Germania, raggiungendo una capacità complessiva di circa 12.700 MW a fine 2011. (Diventati in giugno 2012 oltre 13.300 MW). I numeri del 2011, però, sono influenzati dal controverso decreto ‘salva Alcoa’, varato nella seconda metà dell’anno precedente: dei 9.300 MW aggiuntivi in realtà ben 3.500 si riferiscono a impianti realizzati materialmente entro la fine 2010 e allacciati alla rete entro giugno 2011, beneficiando così degli elevatissimi incentivi del secondo Conto energia. Ma se – come conteggia il “Solar Energy Report 2012” del Politecnico di Milano – si sottraggono dal 2011 i numeri degli impianti del Salva Alcoa e si attribuiscono al 2010, –– il quadro cambia volto. La nuova capacità installata diventa di 5.700 MW: un dato di tutto rispetto visto il blocco di tre mesi provocato dalla gestazione del quarto Conto energia e, tuttavia , pari a circa il 6,6% in meno rispetto al 2010 dei record. La marcia indietro è più netta, poi, quando si osserva il volume d’affari generato dal fotovoltaico nel 2011: sempre secondo il Politecnico di Milano, la diminuzione rispetto all’anno precedente è del 31% (14,8 miliardi di euro di fatturato), a causa soprattutto del decremento dei prezzi “chiavi in mano” per tutti i segmenti di mercato. Con conseguente riduzione dei margini per gli operatori. Inoltre, lo stato di salute non eccellente è confermato anche dai dati relativi all’occupazione del settore, che raccontano di un calo del 3% in confronto al 2010.

Il solare ha spiccato il volo

I dati non entusiasmanti del 2011, però, non devono far dimenticare i grandi progressi compiuti da questa tecnologia in pochi anni: ancora nel 2007 il solare era sostenuto da una sparuta pattuglia di ambientalisti, mentre oggi è una realtà importante per l’energia del Paese. Perché a fine 2011 il solare rappresentava il 31% della potenza rinnovabile installata (grande idroelettrico tradizionale compreso), grazie agli oltre 340mila impianti fotovoltaici presenti sul territorio nazionale. Queste installazioni garantiscono al nostro Paese una produzione elettrica di circa 11 TWh/anno, mentre soltanto 5 anni fa l’apporto era praticamente quasi nullo (0,039 TWh). Come recentemente spiegato dal Gse, questo sviluppo, assolutamente inatteso nelle proporzioni (l’Italia aveva un obiettivo di 8.000 MW fotovoltaici al 2020, ndr), ha avuto un impatto rilevante persino sul funzionamento del sistema elettrico nazionale: tradizionalmente alla Borsa elettrica nazionale esistevano due picchi di prezzo, uno di giorno, verso le 11 di mattina, e uno di sera, intorno alle 18-20.

Oggi il picco delle 11 di mattina è praticamente scomparso, mentre quello serale è aumentato. La spiegazione è che il fotovoltaico, così come le altre rinnovabili, producendo a costi marginali nulli (non serve più combustibile per produrre un kWh in più), di giorno entra in competizione con le centrali tradizionali e contiene così il prezzo dell’energia, mentre la sera (in assenza di luce solare) la Rete deve necessariamente far ricorso alla produzione degli impianti termoelettrici. Questo clamoroso successo comporta, però, un inevitabile rovescio della medaglia: la crescita del peso dell’incentivazione statale, a sua volta garantita dalle bollette dei elettriche dei consumatori italiani.

A inizio 2012 il conto economico del sostegno al solare ha così raggiunto i 5,5 miliardi di euro l’anno, una quota che, in un momento di crisi economica e di rincaro dei prezzi dell’energia, ha spinto il Governo a modificare nuovamente il sistema tariffario. D’altronde lo stesso quarto Conto energia prevedeva che, al raggiungimento di quota 6/7 miliardi di euro di spesa – limite che si presumeva si sarebbe toccato nel 2016 – l’Esecutivo sarebbe dovuto intervenire per contenere l’esborso per gli utenti. Così, ad aprile è stato presentato lo schema di riforma del Conto energia. Il quinto della storia, che dovrebbe entrare in vigore al raggiungimento del tetto i 6 miliardi di euro di spesa annua, previsto nel prossimo autunno.

L’impostazione del quinto Conto

Il quinto Conto energia ovviamente non sarà però retroattivo, cioè gli incentivi già riconosciuti e assegnati negli scorsi anni non subiranno modifiche di nessun tipo. Chi vorrà invece investire nel solare dovrà accettare rendimenti ridotti rispetto al passato: i nuovi incentivi andranno dai 161 ai 237 euro per ogni MWh prodotto, con tariffe più alte a beneficio degli impianti più piccoli. Rispetto a quanto stabilito dal quarto Conto energia, secondo l’analisi dei ricercatori del Politecnico, il taglio delle tariffe previsto dallo schema predisposto dal Governo è rilevante.  Si parte da un meno 38,5% per gli impianti di piccola taglia, a un massimo del -65% per quelli di grandi dimensioni. Questi ultimi rischiano il disinteresse da parte degli investitori, mentre i piccoli saranno appetibili solo a patto di decise riduzioni dei prezzi per i clienti finali.

Ma la sforbiciata agli incentivi non è l’unica soluzione adottata. Per tenere sotto controllo il volume delle installazioni – visto anche il fallimento di tutte le previsioni degli anni passati – e contenere così l’aumento dei costi del fotovoltaico, tutti i detentori di impianti sopra i 12 kW di potenza saranno tenuti a iscriversi a un apposito registro e otterranno i sussidi soltanto dopo la pubblicazione di un’apposita graduatoria. Tutte le altre installazioni al di sotto di questa soglia saranno invece libere di accedere al sostegno statale successivamente all’entrata in esercizio.  Ma se la corsa senza vincoli dei piccoli impianti dovesse arrivare a sforare il tetto delle risorse previste, il quantitativo destinato alle “grandi installazioni” diminuirebbe in corrispondenza. L’importante, insomma, è tenere fermi i conti.

I possibili cambiamenti in extremis

Inutile dire che proprio questo punto ha scatenato la netta opposizione delle associazioni di categoria, che lamentano il rischio di un’eccessiva burocratizzazione del comparto, che penalizzerebbe anche progetti poco più che residenziali. Alla fine è probabile che la versione definitiva del quinto Conto energia innalzi il valore della soglia ad almeno 20 kW, come richiesto anche dagli enti locali. Più incerta appare, invece, la reintroduzione di una forma di salvaguardia della produzione industriale europea e, in particolare, italiana (ovvero i pannelli Made in Italy).

Il quarto Conto energia prevedeva una maggiorazione del 10% dell’incentivo per chi acquistava pannelli di produzione europea; il meccanismo, però, non ha funzionato a dovere, tanto che del bonus hanno beneficiato anche gli acquirenti di moduli di fabbricazione cinese, semplicemente rimarchiati o riassemblati sul suolo europeo. Le difficoltà dei produttori italiani e i venti protezionistici che spirano dagli Usa potrebbero però, in extremis, spingere il Governo a varare misure di tutela. Le associazioni di categoria, infine, potrebbero riuscire a strappare un aumento complessivo dei fondi a sostegno del solare, nonché l’adozione di un premio per la rimozione dei tetti in amianto. Le linee generali del provvedimento, in ogni caso, non dovrebbero essere sostanzialmente modificate nella versione definitiva. Cosa produrrà questa ennesima rivoluzione normativa? L’obiettivo del Governo è quello di mantenere l’Italia nella posizione di secondo mercato mondiale del solare dopo la Germania, con circa 2-3.000 MW/anno di nuova capacità installata. La previsione del Politecnico di Milano non è troppo dissimile, almeno per quanto riguarda il 2012, che si dovrebbe chiudere con 1.800 MW di nuova capacità. Più tiepide invece le stime per il 2013, con “soli” 1.500 MW di installato. Il dato di fiducia per il settore è rappresentato dalla grid parity (ossia dal raggiungimento della piena competitività con le fonti fossili), ormai molto vicina per il solare nazionale per effetto del deciso decremento del prezzo dei moduli.  Le previsioni delle associazioni di categoria, come da copione, sono molto più catastrofiche. E tuttavia, i numeri record in fatto d’installazioni dell’ultimo biennio non saranno più raggiunti sul territorio nazionale. Da tempo, infatti, i principali operatori si stanno attrezzando per competere sui mercati emergenti del settore (Cina, India, Usa, ecc).


Commenti

Ci sono 4 commenti.

  • Fotovoltaico casa
    scrive il 24 agosto 2012 alle ore 12:20

    Questo sistema incentivante porterà molta confusione nella valutazione del proprio investimento, questo perché i valori sono molto bassi ed i tetti incentivanti, in particolar modo per i bonus, non garantiscono l'accesso all'incentivo data la corsa sfrenata che ci sarà. Magari a livello normativo e concettuale il nuovo conto energia è stato formulato bene però, a mio parere, doveva essere presente prima e con un tetto più alto.

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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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