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Piccoli comuni italiano crescono nell’uso delle energie rinnovabili

Non pensano più solo al fotovoltaico o all’eolico, ma implementano progetti ambientali a tutto tondo: sono le amministrazioni locali green.

Scritto da il 02 novembre 2011 alle 8:35 | 1 commento

Piccoli comuni italiano crescono nell’uso delle energie rinnovabili

Photo: Panorama di Città della Pieve (Pg), comune tra i primi classificati al 4° Klimaenergy Award


Ne stanno facendo di tutti i colori: illuminano con il sole strade difficilmente elettrificabili; costruiscono parcheggi e serre e li coprono con pensiline fotovoltaiche; fortificano torri medievali rendendoli fari moderni per illuminare il paese o sfruttano l’eolico vicino ai campi da calcio per illuminarli e soprattutto sostituiscono il vecchio con il nuovo rendendo, anche, autonomi, dal punto di vista elettrico, palestre, biblioteche, centri di aggregazione sociale. Il tutto con sistemi di telegestione e di telecontrollo che regolano i flussi di disponibilità energetica. Roba da marziani? No, da amministrazioni pubbliche locali.

Sono tanti i piccoli Comuni italiani (alcuni dei quali rischiavano di scomparire) che per dimostrare quanto sono “vivi”, stanno sfruttando le nuove energie rinnovabili a più non posso per portare benefici ai cittadini e al proprio territorio. Che ne esce un po’ più sano, pulito ed efficiente. A tutte le latidudini e longitudini.

Ne porto testimonianza dopo che da giurato del 4° Klimaenergy Award ho avuto modo di analizzare una sessantina di progetti , trenta dei quali sono pervenuti da Comuni sotto i 20mila abitanti. Creatività e fantasia si sono associati alla volontà di fare bene e meglio e il risultato è stato prorompente. Molti di questi Comuni hanno già aderito al Patto dei Sindaci perché è ben chiaro che l’abbattimento delle emissioni di CO2 deve partire dal locale, senza con ciò “sollevare” dall’occuparsi della faccenda il Nazionale.

Ovviamente, non tutti i piccoli Comuni che hanno inviato il progetto hanno avuto l’onore di vincere il premio o la menzione del Klimaenergy Award (la logica della giuria è stata quella di premiare chi riusciva dimostrare quantitativamente dei benefici; vedi anche nome dei vincitori a pagina 57), ma di fatto l’operato di questi Comuni è buona cosa comunque e non solo per i cittadini residenti.

E poi, rispetto a quattro anni fa, quando è stato istituito il premio dalla fiera di Bolzano, si è potuto notare un uso sempre più vario delle nuove energie (prima c’era quasi esclusivamente fotovoltaico e qualche progetto di eolico); molta attenzione alla mobilità verde; un coinvolgimento sempre più attivo della popolazione residente e un’azione condivisa con la scuola locale (istituti secondari per lo più) perché gli alunni familiarizzino e diventino consapevoli delle attività sviluppate sul territorio. Ecco, questa mi sembra la strada giusta da intraprendere dalle amministrazioni locali (anche medie e grandi sulle quali in questo articolo non mi sono concentrata, perché sembrano comunque avere più strumenti per non rimanere indietro nella corsa all’adozione delle energie alternative). Ma, in sessanta piccoli o grandi Comuni non sta l’Italia. E gli altri, allora, che fanno? Tekneco è pronta a ricevere le loro informazioni (avete un buon progetto? Mandatecelo). Ma siamo altresì pronti a dare supporto informativo a tutti quei Comuni che cercano idee, esperti o necessitano di altre informazioni. Basta scrivere alla redazione (redazione@tekneco.it).


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L'autore

M. Cristina Ceresa

M.Cristina Ceresa, giornalista professionista si occupa da anni di energie alternative e ambiente. È anche autrice teatrale ed è impegnata nella diffusione delle buone pratiche ambientali anche in ambito scolastico.


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