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Fonti pulite

Per le rinnovabili non fotovoltaiche il futuro resta incerto

Mancano ancora 700 milioni di euro al raggiungimento della soglia che segnerà la fine gli incentivi. Ma entro un paio d’anni le risorse saranno esaurite

Scritto da il 05 agosto 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Per le rinnovabili non fotovoltaiche il futuro resta incerto

Le polemiche sullo spalma incentivi hanno probabilmente fatto dimenticare una questione destinata a pesare sullo sviluppo futuro delle fonti rinnovabili in Italia. Ossia, quanto durerà ancora il sostegno alle rinnovabili non fotovoltaiche, vale a dire eolico, biomasse, biogas, geotermico e idroelettrico. Un mondo che, a partire dall’inizio del 2013, è sottoposto a un regime incentivante complicato e mai completamente digerito di aste e incentivi, che ne ha sinora comunque garantito la crescita, seppure in maniera ridotta rispetto al passato. Come abbiamo però scritto in passato, sul settore pende una spada di Damocle: al raggiungimento di una spesa di incentivazione annua di 5,8 miliardi di euro, il sostegno alle nuove installazioni avrà definitivamente termine, così come capitato al fotovoltaico.

Nei mesi scorsi era stato lanciato l’allarme sulla possibile fine imminente di questi incentivazione, essendo ormai stata toccata la soglia dei 5 miliardi di euro. L’Energy&Strategy group del Politecnico di Milano aveva addirittura evidenziato come ci fosse il rischio che i soldi finissero entro il 2015. L’ultimo aggiornamento diffuso dal Gse fa tirare forse un piccolo sospiro di sollievo: il contatore del “costo indicativo cumulato annuo degli incentivi” segnava infatti 5,067 miliardi di euro al 30 giugno 2014, dunque mancano ancora oltre 700 milioni di euro al raggiungimento della soglia. Non solo: il contatore, rispetto al precedente aggiornamento del 31 maggio, si è addirittura ridotto di 13 milioni di euro (misurava 5,079 miliardi).

Soldi che nella maggioranza se ne vanno nei Certificati verdi (quasi 3 miliardi di euro), ormai non più assegnati dalla fine del 2012. Il sistema alternativo ai certificati verdi, ossia la tariffa onnicomprensiva – scaduta anche’essa nel 2012 – pesa per un altro miliardo e mezzo. 200 milioni circa sono legati ai Cip6, mentre il conto del nuovo sistema entrato in vigore a inizio 2013 è di 400 milioni di euro. Insomma, la maggior parte dell’incentivazione è assorbita e legata a una stagione ormai passata. Forse le risorse a disposizione basteranno per tutto il 2015, ma il raggiungimento della soglia entro un biennio appare sicuro.

Quale sarà allora il destino delle rinnovabili non fotovoltaiche, considerato che molte di loro – eolico – in particolare, non sono ancora completamente competitive con le fonti fossili e non lo saranno in tempi brevi? Dal Governo ancora non è arrivata nessuna indicazione in materia, a parte qualche generica rassicurazione. Molto dipenderà anche dagli obiettivi europei al 2030 che saranno varati dall’Ue nei prossimi mesi. In caso di target ambiziosi, le rinnovabili non fotovoltaiche potrebbero sperare di ottenere un sostegno non direttamente legato alle bollette elettriche degli utenti, magari in degli sgravi fiscali, sul modello – tutto sommato positivo – del fotovoltaico post Conto energia.

 


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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