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biomasse

Pellet, è boom per l’import dal Nord America

La Wood Resources International rileva che Canada e Stati Uniti vantano numeri record nell’export, destinato in buona parte al fabbisogno europeo

Scritto da il 21 giugno 2013 alle 8:33 | 3 Commenti

Pellet, è boom per l’import dal Nord America

In Italia le stufe a pellet sono sempre più scelte dalle famiglie come una modalità alternativa per il riscaldamento domestico, con ormai milioni di apparecchi funzionanti,  anche per effetto della corsa dei prezzi  dei combustibili fossili tradizionali e dagli sgravi fiscali (detrazioni del 50%).

Il successo è tale che la materia prima per far funzionare le stufe, ormai, si trova in vendita anche nei comuni supermercati. Difficile, però, che un consumatore comune si ponga problemi sull’origine del pellet: la realtà è che buona parte di questa risorsa è importata dall’estero, tanto che l’Italia è il primo importatore mondiale di biomassa da ardere, con un netto aumento segnalato da Coldiretti nel 2012.

Buona parte del pellet importato (che può essere utilizzato in realtà anche per la produzione di energia elettrica nelle centrali) arriva dal Nord America (Usa e Canada): come segnala un recentissimo comunicato dell’associazione di categoria Wood Resources International, il valore delle esportazioni nordamericane è aumentato dai circa 40 milioni di dollari nel 2004 ai quasi 400 milioni di dollari nel 2012.

Questo  sviluppo  è il risultato del tentativo europeo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e le emissioni di CO2, facendo affidamento anche sulla biomassa di origine legnosa. I costi relativamente elevati per il pellet di legno in Europa hanno però determinato a un maggiore interesse per l’importazione dalla British Columbia e dagli stati del sud degli Stati Uniti, che possono vantare prezzi delle materie prime più bassi che in Europa.

Così nel Sud degli Stati Uniti le vendite 2012 sono aumentate più del cento per cento rispetto al 2011, mentre le esportazioni canadesi sono cresciute del 25 per cento anno su anno.  Un ulteriore sviluppo è atteso nel futuro, per via degli obiettivi europei in materia di ambiente e rinnovabili, che assegnano un peso molto importante alle biomasse.

Il punto controverso è che l’import/export di pellet appare in netto contrasto proprio con questi target: movimentare tonnellate di pellet tra un continente e l’altro comporta inevitabilmente dei costi elevatissimi in termini di emissioni (basti pensare al carburante consumato dalle navi o dagli aerei addetti al trasporto), che non è chiaro se possano essere compensati dal mancato utilizzo di fonti fossili durante il funzionamento degli impianti. Anche per il pellet, insomma, si impone una valorizzazione della filiera corta.


Commenti

Ci sono 3 commenti.

  • Dorina
    scrive il 28 giugno 2013 alle ore 17:14

    Convengo che4 velocissimamente si debba arrivare alla filiera corta. Voglio sottolineare che la filiera corta è ora ancorpiù urgente per la legna da ardere, poichè otterremmo più di un beneficio: energia pulita a km 0; impulso di crescita del settore agro forestale; creazione di nuovi posti di lavoro; corretta manutenzione dei nostri boschi (occupano più del 30% del territorio nazionale)che giacciono in stato di abbandono; aumento del patrimonio boschivo determinato dalla corretta manutenzione manutenzionee non ultimo riduzione dell'importazione e/o dipendenza da paesi terzi. Dorina Novali

  • Jakub
    scrive il 11 ottobre 2016 alle ore 13:28

    Rappresento IaziendaPPHU FABICH,una dellemaggiori produttrici di pellet in Polonia e in Europa che ha esperienza in questo campo da 25anni. Siamo un azienda seria,puntuale e corretta e produciamo un prodotto di altissima qualita. Il nostro pellet viene prodottoda legno di conifera,decorteciato al 100%.Non usiamo scarti di segheria,bensi solamente tronchi di legno che vengono decoracciati,macinati e granulati. Nel video potra vedere il nostro processo di produzione https//www.youtube.com/watch?v=hiAX CYBWv4 La qualita di cenere residua e dello 0,3%mentre il potere calorificio si aggiora intorno ai 5,3 kwh/kg la resistenza meccanica del prodotto e de 99,1% (negli allegati trovera lanalisi). Il prodotto ha 3 certificati DINPLUS,EN PLUS A1,FSC Il materiale viene posizionato su bancali non ritilizzabili su standard EPAL,80x120 Vengo posizionati 70 sacchi da 15 kg per bancale, e su un bilico vengono piazatti 23 bancali per peso totale del pellet netto 24,15ton Il sacco viene coperto da un cappuccio di plastica STRETCH HOOD,il quale e molto resistente e consente la premenza del bancale perdiversi mesi all esterno senza alterare il pellet(non fa passare umidita) La nostra disponibilita mensile e di 10000ton Rimango in attesa di suecnsiderazioni e di un Suo gentile riscontro.

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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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