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Le convergenze sostenibili di energia e conoscenze | Tekneco

un'idea per le città del futuro

Le convergenze sostenibili di energia e conoscenze

Lavorare per un prototipo delle regole sostenibili per la città sostenibile del futuro e per le nuove generazioni

Scritto da il 08 aprile 2015 alle 6:00 | 0 commenti

Le convergenze sostenibili di energia e conoscenze

L’ispirazione viene da due grandi eventi che sono stati dimenticati: il primo è il documento rilasciato nel 1987 dalla Commissione Mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) dalla quale scaturisce Il rapporto Brundtland. Tale evento ha ispirato alcune importanti conferenze delle Nazioni Unite, documenti di programmazione economica e legislazioni nazionali ed internazionali. Il secondo si tratta del convegno Dell’Unesco del 2001 che ha ampliato il concetto di sviluppo sostenibile indicando che “la diversità culturale è necessaria per l’umanità quanto la biodiversità per la natura”. La didattica quindi deve adattarsi nel luogo dove viene insegnata: quello che va bene per Oslo non va bene per Città del Capo. Per questi motivi il progetto di cui parliamo si chiama “Sustainable Convergence of Energy & Knowledge”. Vorrei spiegare brevemente il settore di cui mi occupo, soffermandomi in particolare sul contributo che può apportare questo comparto all’individuazione di “Sustainable Convergence of Energy & Knowledge” in grado di affrontare le grandi sfide, ambientali ed economiche che ci stanno dinnanzi. Sinceramente e senza ipocrisia, voglio offrire una nuova visione e una nuova filosofia nel campo delle Green Solutions, e voglio scommettere con tutta la mia energia umana, professionale, sentimentale ed artistica per poter indicare una strada multidisciplinare che faciliti il difficile rapporto tra “dire” e il “fare” sul tema della sostenibilità, che non deve essere solo uno strumento di mero “marketing”, per rendere più appetibile un prodotto o un servizio, ma deve essere sostenuto da valori culturalmente reali; in questo momento cosi difficile non solo economicamente ma anche nella mancanza di fiducia e credibilità per quello che si fa, credo che sostenere la convinzione che il cambiamento verso la visione sostenibile vera, possa essere la carta vincente per rilanciare il “fare bene”. Tale pensiero è sostenuto anche da un economista della sostenibilità ”…nei momenti più difficili della crisi economica, quello che fa vincere questa difficoltà è la fiducia e la credibilità di colui che ti sta di fronte…”. I valori e gli obiettivi che sono prefissati dal nostro “dire” che diventerà naturale conseguenza e strumento del nostro “fare”. Quali sono le mie linee guida che vorrei emergessero dal dibattito scientifico? Come avevo anticipato all’università di Bologna, dobbiamo distinguere molto bene di quale città sostenibile parliamo! Al di la delle diverse visioni tra di noi, dei diversi suggerimenti e dei diversi percorsi da riprendere personalmente vorrei sottolineare l’importanza e parlare di più della “città sostenibile” non solo a livello pratico (marketing) ma anche a livello teorico, culturale, artistico, ambientale, tecnologico, umano, e delle buone regole che possano garantire oggettivamente un “vivere sano” nella nostra Città Ideale, consapevole che sicuramente non si riesce garantire tutto ma essendo nella strada giusta, si può garantire una continua crescita sostenibile nel tempo. Quindi credo che ci sia bisogno di scrivere delle regole del “buon senso” che a volte si trovano in antitesi con le leggi e le regole in vigore. Dobbiamo proporre (o perfezionare quelle già esistenti), delle nuove regole urbanistiche ed architettoniche, dove sia permessa una “vera” crescita; delle regole che prima di rispettare le leggi umane, rispettino le leggi della natura e non dimentichiamo che le norme sono per gli uomini e non gli uomini per le leggi. Quindi con coraggio dobbiamo anche porci contro tante leggi e regolamenti che calpestano i diritti umani, della vegetazione e degli animali. Lavorare per un prototipo delle regole Sostenibili per la città sostenibile del futuro e per le nuove generazioni. C’è quindi l’esigenza di trovare una linea comune che eviti la possibilità di dare diverse interpretazioni e significati su quello che dovrebbe essere invece un significato univoco e condivisibile. Una sorta di documento che dica chiaramente che cosa siamo e che cosa facciamo in modo oggettivo. Problemi politici e finanziari stanno facendo passare in secondo piano i ritardi ambientali, culturali, formativi e tecnologici che sta scontando il nostro Paese, ma anche buona parte d’Europa. Quale messaggio voglio inviare a chi ci rappresenta affinché si faccia carico delle emergenze che ritardano un armonico sviluppo della società? Bisogna essere trasparenti, dire le cose veramente come stanno. Anche le cose negative vanno raccontate per essere superate, altrimenti non ci può essere crescita. Il mercato è un mondo ricco di falsità. La presa di coscienza può quindi diventare veicolo per dare ordine e far emergere quale può essere l’indirizzo giusto per trovare delle soluzioni. Non fidarsi solo dei “marchi” conosciuti perché famosi/ricchi, ma analizzare meglio cosa vuol dire un prodotto di qualità, e non sempre coincide appunto con l’essere famoso. Ci deve essere un rinnovato spirito della collettività. La Città sostenibile deve crescere in una crescita collettiva aldi la delle capacità economiche; non arricchire chi è già ricco ma far arricchire anche chi non lo è. Essere ricchi è un diritto, essere poveri non è un diritto. Ovviamente si parla di una ricchezza sostenibile che tiene conto di due valori: un’azione positiva fisica e una morale. Si deve rompere l’egemonia dell’arroganza del più ricco e solo così il cittadino saprà che chi lavora di più guadagna di più. Nascerebbe quindi una meritocrazia che la città sostenibile dovrà sempre applaudire. Bisogna creare una “casa” dei diritti, in questo caso i veri cittadini avranno una crescita sistematica e non più ideologica di mercato. Il denaro è uno strumento, la crescita invece diventa l’obiettivo che mantiene intrinsecamente la ricchezza economica. La vera città sostenibile diventa un nuovo rinascimento per un grande progetto che deve nascere in un momento giusto, in un luogo giusto, con un costo giusto in un contesto giusto, con un atteggiamento artistico e culturale giusto; questo vuol dire che città sostenibile deve diventare più umana, crediamo che tutti i giornalisti, imprese e cittadini che frequenteranno questa città quando troveranno questo messaggio, questo entrerà nella loro memoria intuitiva, che non ha bisogno delle professionalità specifiche per essere capito, ma basta essere persone “umane” per poter comprendere questo messaggio. Vorrei elencare le diverse convergenze che hanno un ruolo fondamentale nel cambiamento del processo della vita della Terra e di tutti gli esseri viventi; sia convergenze positive che negative. Basta vedere la situazione attuale della Terra ed il crescente degrado e le distruzioni delle risorse naturali ed Umane. Il livello fisico e morale dell’uomo del 21° secolo si trova in forte difficoltà, questo è estremamente preoccupante; per averne la conferma, basta vedere il rapporto dell’Onu del 2014 riguardo la situazione dell’ambiente e della natura del nostro Pianeta Terra. Per prima cosa vado a raggruppare tutte le convergenze e poi seleziono quelle negative e quelle positive. Si può visionare una ricerca, pubblicata mercoledì 9 ottobre 2013, dall’ importante rivista “Nature” , dove si dice che entro il 2047ci saranno tante città che diventeranno invivibili. Nel mio pensiero ho cercato di elencare le diverse tipologie di convergenze: 1 – convergenze essenziale biologica; 2 – convergenza comportamentale consapevole e inconsapevole; 3 – convergenza del libero arbitrio (di tre titpi: A, quella “religiosa”, quella del “credo”, quella “idealista”, quella “romantica”, quella “virtuale”; B, la convergenza culturale, artistica; C, la convergenza tecnologica e scientifica); 4 – convergenza delle convenienze moda, mas media; 5 – convergenza obbligatorio come eserciti, le guerre; 6 – convergenze politiche, industriali, economiche; 7 – convergenze elettroniche, internet, virtuale. Le convergenze sostenibili raggruppano tutte le conoscenze che cercano di prendere le convergenze positive, e grazie alla coscienza e alle energie umane, cercano di trovare la vera strada della Sostenibilità che non è solo un’azione individuale o personale, ma una sostenibilità che raccoglie tutte le conoscenze convergenti. Nel nostro caso, il contesto dei Paesi mediterranei il processo della sostenibilità dovrebbe avvenire seguendo questo metodo di analisi delle convergenze sostenibili, altrimenti diventerebbe un intervento isolato fine a se stesso, che non raggiungerebbe lo scopo della globalità.

Articolo a cura di Masud Esmaillou – Visiting Professor presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Varva (Bulgaria)

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