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Il Parlamento chiede modifiche sul trattamento fiscale del fotovoltaico

Un voto all'unanimità della Commissione finanze della Camera chiede profonde modifiche alla circolare dell'Agenzia delle entrate in materia

Scritto da il 23 luglio 2014 alle 9:00 | 0 commenti

Il Parlamento chiede modifiche sul trattamento fiscale del fotovoltaico

Sulla spinosa questione del trattamento fiscale degli impianti fotovoltaici potrebbero esserci presto delle novità positive. Come avevamo raccontato nei mesi passati, la questione chiave è se gli impianti solari debbano essere considerati o meno come beni immobili. Una domanda che fa molta differenza dal punto di vista fiscale, considerato che, sino all’introduzione della contestata circolare dell’Agenzia delle entrate 19 dicembre 2013, n. 36/E, gli impianti fotovoltaici impiegati nell’ambito dell’attività erano considerati dei beni mobili strumentali, a cui dunque bisognava applicare una aliquota di ammortamento pari al 9%, analogamente a quanto stabilito per la voce “centrali termoelettriche (esclusi i fabbricati)”, ammortizzando il costo così in 11 anni. La circolare fa sì, invece, che spesso l’impianto fotovoltaico debba essere menzionato in catasto, trasformandosì in bene immobile, vedendosi così applicata una aliquota di ammortamento del 4% annuo, pari a quella prevista per la voce “Fabbricati destinati all’industria”, molto svantaggiosa per i proprietari.

La Commissione finanze della Camera dei deputati nei giorni scorsi ha votato all’unanimità una risoluzione che chiede al Governo modifiche sostanziali. Secondo i deputati, la formula stabilita dall’Agenzia delle entrate produce una serie di danni: un evidente aumento dell’imposizione fiscale per i cittadini che hanno voluto investire nelle energie rinnovabili; una diminuzione della percentuale di ammortamento di questo livello concorre a dilatare a tal punto i tempi di recupero dell’investimento che, prima ancora che tale investimento sia del tutto ammortizzato, il materiale fotovoltaico installato sarà già obsoleto e avrà quindi subito un forte decremento del valore intrinseco, unitamente a un sicuro aumento dei costi di smaltimento dell’impianto stesso.

I deputati contestano anche un altro punto della circolare, ossia il caso in cui l’installazione di un impianto fotovoltaico incrementi il valore capitale dell’immobile (o la relativa redditività ordinaria): “appare evidente come le indicazioni riportate nella circolare n. 36/E vadano di fatto a equiparare gli impianti fotovoltaici con potenza nominale superiore ai 3 kW ed il cui valore superi il 15 per cento della rendita catastale dell’immobile che alimentano, ad un ampliamento dell’immobile stesso e come, in tal modo, i proprietari dei suddetti immobili si vedranno obbligati ad aggiornare la rendita catastale, con conseguenti aumenti degli importi dovuti a titolo di Irpef e di IMU”. Tale disposizione, sostengono i parlamentari, rende altamente diseconomica la realizzazione di un impianto fotovoltaico in quanto il valore di un metro quadro delle stesso impianto è mediamente superiore al valore di un metro quadro della superficie dell’immobile.

La richiesta dei parlamentari all’Esecutivo è quella di assumere un’iniziativa normativa che contempli una specifica aliquota di ammortamento per gli impianti fotovoltaici, prevedendo un unico coefficiente pari al 9 per cento, a prescindere dalla natura mobiliare o immobiliare degli stessi. Inoltre, si chiede di incrementare il limite di potenza nominale degli impianti fotovoltaici destinati ai consumi domestici a un valore pari a almeno 7 chilowatt, “al fine di mantenere l’incentivo alla realizzazione di molteplici punti di produzione di energia «pulita» catalogabili come installazioni esenti dall’obbligo di accatastamento e assimilandoli quindi – di fatto – ad impianti di pertinenza degli immobili stessi”. Richiesta anche la revisione dell’obbligo di variazione della rendita catastale dell’immobile, innalzando la soglia percentuale dall’attuale 15 per cento ad almeno il 30 per cento.

 


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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