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Il biogas si prepara al decollo anche in Italia | Tekneco

Il biogas si prepara al decollo anche in Italia

Una guida alle potenzialità del settore, tra normative e nuove tecnologie

Scritto da il 22 giugno 2011 alle 9:02 | 2 Commenti

Il biogas si prepara al decollo anche in Italia

Il Biogas è una fonte energetica rinnovabile basata su un principio semplice che dipende da regole complesse. Biologia, chimica, fisica, meccanica, elettronica ed informatica integrate tra loro traducono il Biogas in impianti tecnologici centralizzati completamente autonomi e controllabili da remoto. Il Biogas offre molteplici vantaggi.

Le potenzialità di sviluppo

In primis, grazie al Biogas si può guadagnare producendo energia pulita e rinnovabile dal trattamento di rifiuti, deiezioni zootecniche e biomasse vegetali. Con un impianto di Biogas si può contribuire attivamente alla tutela ambientale, trattandosi di un prodotto naturale di degradazione (che si forma durante la fermentazione di sostanze organiche), la produzione di Biogas è particolarmente ecologica, perché non causa emissioni aggiuntive d’anidride carbonica – l’anidride carbonica prodotta dalla combustione del Biogas è assorbita dalle biomasse vegetali utilizzate per la sua produzione -, e gli impianti non impattano in maniera rilevante sul paesaggio essendo edificabili parzialmente sotto quota zero. Il Biogas ha inoltre un effetto igienizzante contro i microrganismi patogeni e consente di neutralizzare i cattivi odori dei rifiuti e delle deiezioni zootecniche con il processo di digestione, il tutto a vantaggio della qualità di vita della collettività.

Vantaggi rispetto a eolico e solare

Diversamente dall’energia eolica e solare, poi, il Biogas non dipende da fattori climatici ed è in ogni momento una fonte d’energia affidabile. L’energia ricavata dal Biogas non è sottoposta ad alcuna fluttuazione di prezzo e perciò offre prospettive a lungo termine ed introiti calcolabili. Il Biogas è la più versatile fra le energie rinnovabili: può essere immagazzinato e convertito in energia in tempi flessibili, può essere utilizzato come fonte di energia elettrica, per la generazione di calore direttamente sul posto, per l’approvvigionamento di calore via teleriscaldamento oppure per l’immissione nella rete del gas dopo la purificazione. Nessuna altra energia rinnovabile rappresenta una simile varietà d’applicazione. In Italia la nuova spinta che lo Stato sta offrendo al mercato dell’energia rinnovabile riguarda proprio la produzione di Biogas.

Gli incentivi

La Legge Finanziaria 2008 ha introdotto un nuovo sistema d’incentivazione che riguarda l’energia prodotta da impianti di potenza inferiore ad 1 MW alimentate a biomasse e biogas: si tratta della cosiddetta Tariffa fissa onnicomprensiva – alternativa ai certificati verdi -, così chiamata, poiché include sia la componente incentivante, sia la componente relativa alla remunerazione derivante dalla vendita dell’energia immessa nella rete elettrica. Si tratta di tariffe di ritiro da parte del GSE dell’energia immessa in rete, differenziate per fonte rinnovabile e piuttosto elevate per avere una funzione incentivante, riconosciute per un periodo di 15 anni, trascorsi i quali permane la possibilità di valorizzare l’energia elettrica prodotta. La tariffa onnicomprensiva può essere variata ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, assicurando la congruità della remunerazione ai fini dell’incentivazione delle fonti energetiche rinnovabili.

I beneficiari

Tra i criteri di finanziabilità stabiliti nel 2008 per sostenere gli impianti di trattamento per Biogas possono essere ammesse a finanziamento regionale le strutture che trattino per almeno il 50% in peso gli effluenti zootecnici; è consentito l’utilizzo di scarti e prodotti dedicati di origine vegetale, in precedenza esclusi, per un quantitativo massimo pari al 30% in peso della miscela; il mais è ammesso fino al 20% in peso; inoltre, le produzioni agricole dedicate utilizzate negli impianti a Biogas dovranno essere reperite entro un raggio massimo di 70 km dall’impianto e dovranno inoltre essere fornite garanzie per la corretta collocazione del quantitativo di azoto in uscita dall’impianto di trattamento, evitando trasferimenti o rilascio in atmosfera, prevedendo di destinare i prodotti o i sottoprodotti dell’impianto a terreni che richiedono azoto, ottenendo così un corretto bilanciamento dei fabbisogni delle colture.

L’articolo, scritto con la collega Elena Martellucci, proseguirà domani


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L'autore

Elvezio Santarelli

Elvezio Santarelli è socio di Watson, Farley & Williams dal 2005. L’Avv. Santarelli è specializzato in operazioni di fusione, acquisizione e joint-ventures con particolare focalizzazione sul settore delle energie rinnovabili.


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