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Enel chiuderà 23 impianti

Strategie

Enel dismetterà 11 GW di impianti da fonti fossili

Lo ha riferito il numero uno della compagnia, Francesco Starace, in audizione in Parlamento. Molte risorse destinate alla manutenzione delle centrali saranno dirottate verso nuovi investimenti

Scritto da il 16 ottobre 2014 alle 9:00 | 2 Commenti

Enel dismetterà 11 GW di impianti da fonti fossili

Forse è ancora presto per parlare di svolta green, ma l’accelerazione messa in atto dal nuovo numero uno di Enel, Francesco Starace, appare innegabile. Come avevamo prefigurato in occasione del suo insediamento, infatti, è stata preannunciata la dismissione di alcuni impianti a fonti fossili obsoleti. Per la precisione, come puntualizzato dallo stesso Starace in occasione dell’audizione alle commissioni Industria congiunte di Camera e Senato a Palazzo Madama, si tratta di ben 23 impianti con una capacità complessiva di 11.000 MW.

“Noi abbiamo impianti, per lo più a combustibile fossile e obsoleti, che sono potenzialmente da dismettere. C’è un eccesso di capacità produttiva e si tratta di impianti che non operano da tempo”, ha detto Starace. Secondo il numero uno dell’ex monopolista “non ci sarebbe problema per i circa 700 addetti che sono potenzialmente ricollocabili o da avviare alla pensione”. Ma quali sarebbero le centrali a rischio chiusura? I nomi che circolano sono quelli di Porto Marghera, Alessandria, Campomarino, Carpi, Camerata, Bari, Giuliano e Pietrafitta.

Ma non solo: oltre alla dismissione degli impianti fossili obsoleti, altri passaggi dell’audizione di Starace sembrano prefigurare un massiccio investimento nelle energie rinnovabili. In particolare, il numero uno di Enel ha annunciato che nel nuovo piano industriale (2014-2018)che sarà presentato a marzo prossimo si punta a spostare verso gli investimenti in crescita parte delle risorse finora destinate agli investimenti in manutenzione degli impianti. L’obiettivo è “liberare risorse per la crescita e sostenere la creazione di valore nel tempo”, ha aggiunto Starace.

Insomma, una svolta energetica del principale attore del settore è vicina: tra l’altro la dismissione degli 11 GW di impianti aiuterebbe non poco la riduzione della overcapacity di impianti di cui soffre il sistema elettrico nazionale. Al netto degli impianti di riserva, secondo i dati Terna l’Italia può contare su una capacità disponibile pari a 78,7 GW, contro  una domanda di punta di 53,9 GW. Non solo: poiché, inevitabilmente e per fortuna, la capacità degli impianti elettrici da fonti rinnovabili continua ad aumentare, era ormai da tempo che chiaro che gli operatori del settore avrebbero dovuto optare per la dismissione di alcuni impianti, tra l’altro anti economici dati i bassi livelli dei prezzi dell’elettricità.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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