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Coperture per il futuro

Il fotovoltaico si sposta sulle coperture. Requisiti essenziali: localizzazione, orientamento, tariffa degli incentivi, età e condizioni dell’edificio

Scritto da il 04 giugno 2012 alle 8:18 | 0 commenti

Coperture per il futuro

Photo: Un impianto ibrido, fotovoltaico/termico, installato sulla copertura di un albergo in provincia di Matera, realizzato con pannelli di Eosolare.


Con il sostanziale blocco dei grandi impianti a terra il futuro del fotovoltaico si sposta sui tetti sia domestici, sia, e specialmente, su quelli industriali che consentono la realizzazione di impianti di medie dimensioni in presenza di un quadro autorizzativo di gran lunga semplificato rispetto a quelli a terra, visto che sono sufficienti tre tipologie d’autorizzazione che durano in media quattro mesi.

E le potenzialità delle coperture non sono indifferenti visto che lo 0,04% dei tetti disponibili tra domestico, terziario e industriale, pari a 131 km² potrebbero ospitare qualcosa come 28,8 GWp. Il tutto in zone, come quelle direzionali, commerciali e industriali, dove non si avrebbero fenomeni come l’impatto paesaggistico del fotovoltaico, dove è quasi sempre disponibile una buona capacità di rete ed è possibile spesso l’autoconsumo.

Per quanto riguarda gli impianti di medie dimensioni i requisiti essenziali sono la localizzazione, l’orientamento, la tariffa degli incentivi, età e condizioni dell’edificio, la facilità di realizzazione dell’impianto e della sua connessione e la potenza installabile. Tutti parametri che sono facilmente identificabili a un primo sopralluogo e che consentono una definizione abbastanza precisa delle potenzialità di un tetto già dall’analisi preliminare.

Trattandosi di impianti poco standardizzati, ogni tetto ha la propria storia, è necessario che chi realizza l’installazione possieda un know how specifico per queste realizzazioni. Il peso dei pannelli, il sistema di connessione, i locali tecnici per gli inverter, l’allaccio alla rete, l’impermeabilizzazione efficace del tetto e, nel caso sia presente, la rimozione dell’amianto – che prevede un interessante aumento dell’incentivo – sono tutte questioni sulle quali sono necessarie competenze specifiche.

«Gli impianti sui tetti per noi non sono una novità imposta dalla normativa dell’ultimo anno. – ci spiega Giuseppe Bratta, socio di Geatecno, azienda attiva dalle Marche in giù, con base in Puglia dove nel lontano 2006 ha realizzato i primi cinque impianti della Regione e che su 700 impianti ne ha realizzati il 100% su coperture dei quali due terzi su aziende – L’impianto su copertura necessita di più competenze rispetto a quelli a terra e per questa ragione il futuro sarà di quelle ditte che sapranno offrire, in maniera competente e strutturata dei servizi ai clienti, specialmente per ciò che riguarda il post vendita. A questo proposito noi ci caratterizziamo nell’offrire, oltre a tutto il resto, un sistema di monitoraggio e telecontrollo proprietario in grado di tenere sotto osservazione ogni singolo componente dell’impianto, allertando sia noi, sia il cliente in caso di anomalie. In futuro ci saranno spazi notevoli per chi saprà lavorare e non speculare sotto al profilo finanziario, anche se già vediamo l’arrembaggio ai tetti da parte dei fondi finanziari, sempre con una logica speculativa». Altra questione è quella della differenza di potenzialità del fotovoltaico tra nord e sud.

Il settentrione, infatti, dispone di un gran numero di coperture “appetibili” al fotovoltaico sul tetto, di una buona rete elettrica ma di un basso tasso d’insolazione, mentre il meridione al contrario ha un ottimo tasso d’insolazione, ma una minore disponibilità di grandi superfici e una rete elettrica complessivamente meno efficiente. «La vera differenza per quanto riguarda gli impianti su copertura tra sud e nord non è dovuta a questioni come le reti o la differenza d’insolazione, ma dall’accesso al credito che al meridione è molto più problematico. – prosegue Bratta – Provano ciò i dati regionali.

La Puglia, infatti, se da un lato è la prima Regione per produzione d’elettricità da fotovoltaico, è solo la quinta per numerosità degli impianti, con la Lombardia che è in testa, a riprova del ruolo determinante che ha l’accesso al credito per il fotovoltaico». Si tratta, con ogni probabilità di un problema di più generale di accesso al credito da parte delle aziende del meridione visto che il modello economico degli impianti su copertura è sostanzialmente pari a quello dei sistemi a terra, con l’aggiunta, inoltre di un incentivo estremamente interessante per ciò che riguarda la rimozione dell’amianto.

«Come Gruppo Unendo Energia ci stiamo spostando, per tutto il 2012 e oltre, su investimenti a tetto inferiori al megawatt su coperture industriali o comunali con impianti fotovoltaici che rimangono, dopo il blocco degli impianti a terra, un’opportunità d’ investimento. – ci dice il Dott. Fabio Pisani, Direttore commerciale Renergies Italia – nel 2013 il mercato supponiamo si sposterà sui piccoli impianti tra i 3 e 20 kWp per le utenze domestiche e tra i 200-300 kWp per le aziende destinate all’autoconsumo. Noi come gruppo Unendo Energia pensiamo di arrivare a installare circa 6 MWp nel 2012 di impianti fotovoltaici di nostra proprietà che si vanno ad aggiungere al nostro parco di impianti fotovoltaici di 10 MWp e di parchi eolici da 36 MWp, contiamo pertanto di proseguire su questa linea anche per il 2013. Per il secondo semestre del 2013 in alcune zone d’Italia si dovrebbe arrivare alla Grid Parity, fatto che modificherà la realtà di mercato anche se è difficile dire con precisione in quale direzione. Di sicuro punteremo sulla produzione di moduli d’alta qualità e con un notevole tasso d’innovazione – abbiamo una serie di brevetti in fase di sviluppo – sia perché riteniamo assolutamente inutile inseguire i gruppo asiatici sul terreno del prezzo, sia perché siamo fermamente convinti che l’assistenza post vendita sia una forte leva di mercato».

Occupazione rinnovabile

In Italia nel 2010, l’occupazione nel settore delle fonti rinnovabili ha toccato secondo diverse analisi le 130 mila unità. Secondo Energy Strategy Group, il settore del fotovoltaico ha visto complessivamente impegnati circa 55.000 addetti, mentre per l’IEA Wind il numero di lavoratori operanti nel settore dell’eolico è di 18.000. Per quanto riguarda il futuro al 2020 dove, secondo gli studi considerati, si prevede il raddoppio degli operatori che lavoreranno nelle rinnovabili e quindi si prevede l’impiego di circa 240 mila unità.

Un settore in crescita

Il volume d’affari del fotovoltaico in Italia nel 2010 è cresciuto. I produttori di silicio e wafer hanno registrato, con circa 3 mld di €, un aumento del 240% rispetto al 2009; crescita dovuta soprattutto al decremento del prezzo medio del silicio di circa il 4-5%. In netta crescita anche il volume d’affari dei produttori di celle e moduli che, con i suoi 6,3 mld di €, ha avuto un incremento del 125% rispetto all’anno precedente.

Sono cresciuti anche i settori relativi alla componentistica, come, inverter, cavetteria e componenti elettriche, che hanno registrato una crescita del 150%. Infine il settore dei distributori e degli installatori registrano un volume d’affari pari al totale del mercato (14,5 mld di €). Bisogna però considerare l’indotto generato dalla filiera del fotovoltaico. Si è registrato, infatti, un aumento degli investimenti nella richiesta di macchine e tecnologie di processo (stringitrici, laminatrici, macchine per l’assemblaggio) per un equivalente di oltre 120 mld di €.

Non bisogna trascurare anche i finanziamenti erogati dalle banche o dalle società di leasing per sostenere la realizzazione degli impianti fotovoltaici che ammontano nel 2010 a circa 1,7 mld di € e i premi assicurativi per la copertura di tali impianti che corrispondo a circa 32 mln di €. (Fonte: Aper)


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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