Aumenta l’internazionalizzazione delle imprese rinnovabili

Il mercato italiano delle rinnovabili non vive il suo momento migliore, per effetto del decremento dei sistemi incentivanti, delle complicazioni burocratiche e della crisi economica complessiva. Eppure gli operatori del settore, anche in una fase così difficile, hanno avuto la forza e la lungimiranza di guardare avanti, anzi, per la precisione, al di fuori dei confini nazionali.

Lo segnala il rapporto Irex 2013 di Althesys, secondo cui su 10,1 miliardi di euro di investimenti effettuati dagli attori delle rinnovabili italiane nel 2012, il 49% si è diretto all’estero. Si tratta, dunque, di circa 5 miliardi di euro, un dato in crescita del 55% rispetto al 2011, con un peso crescente in nuovi contesti geografici. Le operazioni realizzate al di fuori della Penisola si sono concentrate in quella che viene definita da Althesys la Nuova Europa (Romania, Bulgaria, Serbia e Polonia) con il 35% della quota totale. È aumentata, però, anche la quota degli investimenti realizzati in America Latina (17%) e sta acquisendo un ruolo significativo anche l’Africa (17%).

Questi Paesi, caratterizzati da consumi elettrici crescenti e da una penetrazione ancora limitata delle Fer, oltre che da un’ampia disponibilità di risorse, rappresentano una notevole opportunità per le imprese italiane, come conferma l’analisi di Giuseppe Bratta, presidente del Distretto regionale pugliese delle energie rinnovabili: «L’Italia e in particolare la Puglia hanno assistito, negli ultimi 4 anni, a una crescita di competenza dell’intero settore delle fonti pulite. Attualmente l’esperienza e la competenza delle aziende italiane rappresenta un’eccellenza nel mondo globalizzato. Pertanto stiamo assistendo a un fenomeno di export delle competenze in varie parti del mondo dal Giappone, alla Bulgaria, all’America latina. Il Distretto regionale pugliese delle energie rinnovabili, che rappresenta oltre 350 imprese produttrici, osserva che molte di esse sono attive all’estero».

Lo studio di Althesys, in realtà, ha mappato sostanzialmente le operazioni di grandi dimensioni e gli investimenti dei player medio-grandi (Enel Gp, Falck, ecc.). Secondo Bratta, però, l’export può rappresentare un’ottima strategia anche per le tante Pmi che affollano il mercato delle rinnovabili, che potrebbero addirittura meglio cogliere le opportunità del mondo globalizzato grazie alla flessibilità e versatilità che le caratterizza. L’internazionalizzazione, ovviamente, presenta anche dei rischi, che sono rappresentati principalmente dall’evoluzione repentina delle normative estere, che non permette una corretta pianificazione delle attività; le limitate risorse economiche delle nostre imprese, inoltre, non favoriscono il trasferimento della conoscenza in luoghi tanto distanti.

Un qualche tipo di supporto è, perciò, necessario: «Come Distretto cerchiamo di offrire a tutte le aziende associate servizi di informazione e promozione delle continue opportunità che il mercato estero offre, attraverso organizzazione di fiere e missioni specifiche anche con ausilio di tutti gli enti locali. Per fare qualche esempio concreto, abbiamo partecipato nel mese di aprile con gruppo di imprese alla fiera di Hannover in Germania e, in passato, abbiamo organizzato missioni in Bulgaria, Macedonia, Albania ed Egitto», conclude il presidente del Distretto.

“Sfoglia Tekneco #12″