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Ascoli la stoccolma del Sud | Tekneco

Ascoli la stoccolma del Sud

Con il progetto Ascoli21 verranno riqualificati oltre 25 ettari di terreno nel centro della città per creare due poli: uno residenziale e uno tecnologico

Scritto da il 04 novembre 2011 alle 9:37 | 1 commento

Ascoli la stoccolma del Sud

Photo: Le architetture oggi abbandonate dell’area oggetto della riqualificazione (foto: Giampaolo Bruni)


Ad Ascoli sta prendendo corpo uno dei maggiori progetti di recupero e rilancio di un’area industriale dismessa in Italia. Il progetto è guidato dalla società Restart, nata nel febbraio 2010 per iniziativa della comunità imprenditoriale ascolana: Genera Scarl (società consortile attiva nella progettazione e realizzazione di grandi opere), Fa.in.plast (attiva nelle materie plastiche), Emmetregi (società immobiliare) e Fondazione Carisap (che persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico del territorio).
L’area interessata è quella dell’ex-sito Sgl Carbon – oggi Ascoli21 che si estende per 250.000 metri quadri in città e si trova a margine del centro storico di Ascoli Piceno: per la sua estensione è paragonabile all’intero centro storico.

L’area simbolo
Il sito è stato per generazioni il simbolo dell’industrializzazione della città: il primo impianto per la produzione di materiali di derivazione calcarea risale al 1900.Nel 1992 la società è stata inglobata dall’Sgl Carbon,colosso dell’industria chimica e forniva il 40% della produzione mondiale di silicio metallico. Nei successivi quindici anni l’impianto è entrato in crisi anche a causa di problemi legati alla salute pubblica e ambientale: nel 2007 la chiusura definitiva. Oggi l’area – 650.000 metri cubi fra capannoni e attrezzature industriali – è totalmente abbandonata e ricade nella lista dei Siti di interesse regionale per cui è stato stanziato un fondo per la riconversione produttiva. Riconversione che vede Restart impegnata su tre fronti dopo i lavori di bonifica: un parco verde attrezzato, uno spazio residenziale e, infine, il polo tecnologico. Il progetto è stato presentato nel mese di agosto, prevede lavori di bonifica per circa 30 milioni di euro e, successivamente, l’inizio delle attività di riqualifica dell’area che terranno impegnata l’economia locale per i prossimi dieci anni.
La fase di bonifica da inquinanti Ipa verrà fatta con due metodi, il soil washing e il bioscurry. Sono due tecniche che consistono nel far circolare nel suolo acqua con solventi organici per “convertire” una parte dell’inquinante a soluzione o sospensione. In pratica, il terreno subisce un processo di lavaggio, una selezione dei materiali lavati in base alla grandezza delle particelle e,infine,un trattamento chimico-fisico della parte acquosa/fangosa con recupero delle acque di lavaggio.

Il progetto condiviso
E le Istituzioni? Non stanno certo a guardare: il progetto è sostenuto dal Comune, la Provincia e la Regione, oltre che dalle Autorità di bacino e da Asur (Azienda sanitaria unica regionale) a Arpa (Agenzia ambientale regionale) che hanno sottoscritto con Restart un accordo di programma in grado di garantire il raccordo delle competenze e delle attività delle varie Amministrazioni pubbliche.
Un bell’esempio di efficienza pubblica, non proprio usuale di questi tempi in Italia. L’accordo è stato sottoscritto alla fine di maggio 2011, alla fine di luglio il Consiglio comunale di Ascoli ha dichiarato la pubblica utilità del progetto, a testimonianza che, quando ci sono idee utili per la comunità, anche la politica riesce a fare la sua parte. Bisogna dire che Restart sta conducendo le attività di approvazione del progetto di riqualifica in un’ottica di comunicazione e interscambio con tutti i soggetti del territorio interessati. Ha infatti aperto un forum delle associazioni cittadine in riunione permanente perché, come precisa Francesco Gaspari, Presidente di Restart «Lo scopo è quello di avere un progetto condiviso che vada bene alla città e che aiuti l’economia locale già abbastanza provata». «Al momento – prosegue Gaspari – non stiamo incontrando particolari resistenze, segno che tutti capiscono e condividono la necessità della bonifica e della riqualificazione».
Ascoli21 sarà quindi una “città nella città”: una “città intelligente” nei consumi, nell’impatto ambientale e nell’uso della tecnologia al servizio della qualità della vita.
La Smart city verrà progettata sulla base di criteri di bioedilizia avanzati, riducendo l’attuale cementificazione e creando centrali in grado di alimentarsi con i propri rifiuti per l’autosufficienza energetica in tema di riscaldamento, abbassando così anche le emissioni inquinanti. Il Polo Tecnologico, poi, sarà molto articolato: è prevista la creazione di una Scuola di dottorato che raccolga ricercatori di tutto il mondo: la scuola avrà un accreditamento dalle Università del territorio e svolgerà ricerca applicata al servizio delle aziende. Inoltre, saranno realizzati diversi laboratori utilizzabili per i progetti di ricerca sia della Scuola, sia delle aziende che si insedieranno nel centro (su modello dell’area di Sophia Antipolis, sulla Costa Azzurra tra Nizza e Antibes). Infine, la scuola post graduate, che potrà essere sostenuta dalle aziende che si insedieranno nel Polo e coinvolgere giovani studenti in un percorso di formazione e lavoro concreto. Una bella favola, insomma, che speriamo abbia il lieto fine che merita e non si perda, come spesso succede, nei meandri di un’Italia troppo disattenta e distratta.


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L'autore

Liliana Bossi

Liliana è giornalista pubblicista alla fine degli anni 90. Dal 2002 è iscritta all’Albo dei Giornalisti della Lombardia e collaboratrice de Il Sole24ore.com/job24. Si interessa di problematiche legate all’ambiente sociale e lavorativo oltre ad avere una passione per la tecnologia industriale e i suoi sviluppi ecocompatibili.


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