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Una certificazione per abitare al meglio | Tekneco

Tekneco #10 – Bioedilizia

Una certificazione per abitare al meglio

Nuove normative e nuove esigenze. Per rispondere a questa nuova situazione nasce la Certificazione Climabita. Ne parliamo con Norbert Lantschner

Scritto da il 05 marzo 2013 alle 8:30 | 2 Commenti

Una certificazione per abitare al meglio

Certificare gli edifici con criteri chiari e comprensibili, fin dalla fase del progetto. Questi gli obiettivi della nuova certificazione ClimAbita, realizzata da Norbert Lantschner, Presidente Fondazione ClimAbita, che ha inventato CasaClima dieci anni fa. Abbiamo chiesto a Lantschner di parlarci di questa sua nuova iniziativa.

Come nasce l’idea della nuova certificazione ClimAbita?

L’idea che sta alla base di ClimAbita è quella di spingere i temi del risparmio energetico, dell’efficienza e della sostenibilità iniziando dal settore più importante, quello dell’edilizia residenziale. Con questa la nuova Fondazione ClimAbita si concentra sull’abitare e sul vivere sostenibile, utilizzando gli strumenti legati alla cultura, alla formazione, alla consulenza e alla certificazione. La nuova qualità nel costruito deve parlare il linguaggio della trasparenza, della qualità e dell’abitabilità e da qui nasce l’esigenza della certificazione. Per questo motivo con ClimAbita stiamo preparando la nuova generazione della certificazione, superando la classificazione con le lettere che crea confusione ed è di difficile comprensione.

Quindi come agite?

Abbiamo creato un nuovo “passaporto energetico” per gli edifici che viene rilasciato solo dopo una serie di controlli, sul progetto, sul cantiere e sull’edificio. Si tratta di un processo che interviene fin dall’inizio della realizzazione e che consente, visto che investe anche la progettazione, di intervenire e ottimizzare i risultati e il bilancio energetico dell’edificio. Iniziando dalla progettazione possiamo capire meglio ciò che succede nel cantiere ed evitare molti errori che affliggono le costruzioni recenti, magari a causa d’interventi che non seguono il progetto originale.

Quindi tentate di superare la certificazione classica?

Sì. Partiamo dal fatto che una volta finita l’abitazione non è possibile verificarne nei fatti la realizzazione, poiché non si vede la stratificazione di ciò che è all’interno dell’edificio. Da ciò abbiamo sviluppato un’analisi per andare incontro all’utente che oggi è consapevole dei costi energetici e del fatto che una volta acquistata un’abitazione è molto difficile riparare agli errori di realizzazione che minano l’efficienza energetica. L’utente vuole difendere i propri interessi che sono il vivere sano, l’efficienza energetica e non far perdere valore dell’immobile. Oggi acquistare un “colabrodo energetico” magari anche a prezzi scontati, significa possedere un immobile che è destinato a svalutarsi in poco tempo.

Quindi come ci si può difendere?

Pretendendo che ci sia come garanzia una certificazione vera, realizzata da un ente terzo indipendente con criteri oggettivi, fondati e verificabili. Dobbiamo considerare il fatto che in teoria l’intero costruito degli ultimi anni è in classe A o in A+, però poi alla prova dei fatti, verificando i consumi energetici e le dispersioni con la termografia, ecco che molte di queste abitazioni non appartengono alla classe che dichiarano. É necessario controllare a fondo e per fare ciò stiamo realizzando una rete di supervisori diffusa a livello nazionale.

Cosa l’ha spinta a fare qualcosa di diverso da CasaClima?

La necessità di fare una cosa diversa da CasaClima nasce dall’esperienza degli ultimi dieci anni. Mi spiego meglio. CasaClima è partita come un progetto locale che si è diffuso a livello nazionale, ma essendo una struttura pubblica ha avuto delle difficoltà ad evolversi, specialmente dopo gli ultimi sviluppi della normativa europea. Con ClimAbita abbiamo voluto tradurre in pratica le due nuove direttive europee e realizzare una certificazione che si possa agevolmente applicare a livello nazionale.

Quindi nel concreto come avviene la certificazione?

Ora stiamo testando il nuovo protocollo ClimAbita in tre zone diverse d’Italia, Pescara, Bologna e Chienes (vicino a Brunico). Il protocollo prevede tre classi. Quella base, definita Standard, indica che l’edificio rispetta le normative nazionali, o regionali, con consumi tra i 70 e i 30 kWm2/anno, la classe Superior prevede consumi tra i 30 e i 15 kWm2/anno, mentre la Premium ha consumi uguali o inferiori ai 15 kWm2/anno, l’equivalenza di una casa passiva. Abbiamo volutamente evitato le lettere perché oggi sono ormai “bruciate” da un utilizzo eccessivo. Inoltre abbiamo creato queste tre classi perchè il linguaggio deve essere immediato, comprensibile e non deve generare equivoci. Il consumo energetico, inoltre, non è tutto. A ogni classe sono abbinate delle caratteristiche tecniche precise. La classe Superior e Premium, per esempio, premia la qualità dell’involucro che deve essere protetto e che determina il concreto risparmio di energia. Nell’analisi del nostro processo di certificazione, infine, scindiamo il dato dell’efficienza energetica da quello della qualità della realizzazione che sono sempre analizzati in maniera separata, così come teniamo ulteriormente separata la produzione energetica autonoma, per la quale abbiamo creato una denominazione aggiuntiva: Attiva. Questa distinzione per noi è necessaria perché non è ammissibile usare la generazione energetica da fonti rinnovabili per far quadrare i conti di un progetto edilizio problematico sotto il profilo energetico.

 

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Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • Alessandro
    scrive il 08 marzo 2013 alle ore 15:39

    Qual è per un tecnico il percorso pratico per avvicinarsi a ClimAbita? Quali iniziative dovrebbe prendere?

  • Petra
    scrive il 13 marzo 2013 alle ore 13:18

    Ciao Alessandro, ti consiglio di andare sul sito http://www.climabita.it o di scrivere a info@climabita.it per trovare maggiore informazioni. Buona giornata!

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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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