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Terremoto: il legno resiste

sviluppo edilizia sisma

Terremoto, il legno per la ricostruzione

L'utilizzo delle moderne tecniche edilizie basate sul legno può essere una soluzione per la ricostruzione

Scritto da il 07 settembre 2016 alle 9:00 | 2 Commenti

Terremoto, il legno per la ricostruzione

Terremoto. E se si ricostruisse in legno? E parliamo di vera ricostruzione, non di abitazioni provvisorie che dovrebbero poi essere sostituite in seguito. La possibilità esiste ed è anche possibile restituire la giusta identità ai luoghi colpiti dal sisma.

Cultura, innovazione e sicurezza, sia dai terremoti, sia dal fuoco sono possibili con le nuove tecniche d’utilizzo del legno in edilizia. Utilizzo che oltretutto potrebbe accorciare anche i tempi della ricostruzione. Per quanto riguarda la rapidità in poche settimane si arriva al grezzo, ragione per la quale si potrebbe ipotizzare un’uscita dalle tendopoli delle persone con un’entrata nelle abitazioni quasi definitive che oltretutto avrebbero una resistenza molto elevata, classica del legno, a eventuali sismi. Senza contare il fatto che gli edifici di legno avrebbero dei coefficienti energetici molto elevati, mentre sotto al profilo della resistenza al fuoco l’utilizzo del legno lamellare non è secondo al cemento.

La resistenza antisismica è stata comprovata qualche anno fa dal CNR Invalsa di Trento che con il progetto SOFIE (Sistema Costruttivo Fiemme) ha realizzato un edificio a più piani, che utilizza il sistema X-LAM (pannelli lamellari di legno massiccio a strati incrociati) e che è stato testato il 23 ottobre 2007 nei laboratori di Miki, in Giappone sulla tavola vibrante più grande al mondo, simulando non un terremoto, ma dieci consecutivi terremoti di Kobe, che ebbe il 17 gennaio 1995 una magnitudo di 7.3 gradi Richter e fece oltre 6mila vittime. Risultato? «L’edificio non ha subito –  si legge sul report del Cnr – nessun spostamento residuo, ovvero è tornato sempre al suo posto, mantenendo inalterata la struttura». Quindi non solo non è crollato, ma è rimasto agibile.

«Lo avevo già detto in occasione del terremoto dell’Aquila. – afferma Fabio Roggiolani, uno degli organizzatori del festival di Ecofuturo – Ieri come oggi ad Amatrice si è verificato il fallimento di un modo di costruire incentrato sul cemento e sulla filiera delle costruzioni in calcestruzzo che è  inefficace di fronte all’emergenza terremoto. Non è un fallimento dovuto solamente alla minor quantità di ferro o all’inserimento di sabbia di mare nel calcestruzzo, ma è l’intero sistema delle vecchie costruzioni a non aver retto il confronto con il terremoto. Ricostruire oggi con gli stessi criteri richiede molti anni e non offre garanzie certe».

Sul fronte dell’estetica delle nuove abitazioni, cosa assolutamente necessaria per rispettare l’identità dei luoghi e realizzare una «ricostruzione gentile», come ha affermato Radio Rai 3 il critico e storico dell’architettura Luca Molinari il legno, al contrario di ciò che si pensa comunemente rende possibile un profondo rispetto di ciò. Basta vedere cosa ha fatto Roberto Bechi in un territorio pregiato come quello senese, dove ha abbattuto un rudere di una casa colonica per ricostruirla antisismica ed efficiente sotto al profilo energetico, utilizzando il legno e rispettando al massimo l’estetica originale.

Otto anni fa Bechi ha realizzato la parte strutturale dell’abitazione in un mese, utilizzando una tecnica di costruzione che utilizza pannelli di 21 centimetri di tavole di abete inchiodate tra loro con chiodi in alluminio. Un sistema che, secondo Bechi, è stato certificato, in Giappone, come la tecnica antisismica più virtuosa al mondo. E se a ciò aggiungiamo il fatto che delle importanti economie di scala potrebbero essere rese possibili grazie alla realizzazione di moduli con l’impiantistica incorporata già realizzata in fabbrica, come ha dimostrato la casa ecologica campione del mondo RhOME realizzata dalla squadra di Chiara Tonelli, è plausibile dire che i costi sarebbero pari, se non minori, a quelli dell’edilizia tradizionale a base di calcestruzzo. Insomma realizzazioni che hanno ormai un decennio di vita, sono certificate da uno dei paesi più sismici del mondo, non trovano spazio in un paese sismico come l’Italia. Insomma c’è da chiedersi dove sta l’ostacolo per la ricostruzione con le case in legno delle zone terremotate.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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