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smart city index 2016

Quanto sono smart le città italiane

Il Rapporto Smart City Index 2016 fotografa lo stato dell’arte dei 116 Comuni capoluogo ed evidenzia i loro progressi e i limiti in termini di smartness

Scritto da il 17 marzo 2016 alle 8:00 | 0 commenti

Quanto sono smart le città italiane

Photo: Wikimedia


Le smart city avanzano nel mondo. C’è la Cina che ha pianificato investimenti specifici per oltre 200 miliardi di euro. L’India, invece, progetta un investimento da oltre 60 miliardi di euro per lo sviluppo di 7 smart city attraverso un largo uso di partenariati pubblico-privati. Il Giappone ha sviluppato l’uso dell’ICT per affrontare e contrastare gli impatti dell’invecchiamento della popolazione sui servizi sanitari, per ridurre il consumo energetico e preservare l’ambiente.
Ci sono anche gli Stati Uniti che hanno annunciato un piano da oltre 160 milioni di dollari per sviluppare tecnologie come l’Internet of Things, la creazione di network e smart sensor e l’uso di big data.
E c’è, naturalmente, anche l’Unione Europea, che già nel 2014 prevedeva la creazione potenziale di quasi 3 milioni di posti di lavoro entro il 2018. Aggiungiamoci poi i progetti di cooperazione tra UE con Cina e Usa e i massicci investimenti che sono stimati messi sul campo: alcune stime indicano che il mercato tecnologico mondiale delle smart city supererà i 30 miliardi di dollari entro il 2020.
Il quadro, in estrema sintesi, fa capire quanto il concetto di “città intelligente” sia sviluppato.
E in Italia qual è la situazione? Ad aiutare a chiarire lo stato dell’arte viene in aiuto il Rapporto Smart City Index 2016 realizzato da EY (Ernst & Young): un ranking di tutti i 116 comuni capoluogo di provincia basato su 470 indicatori. Tali indicatori sono suddivisi in quattro strati principali – cui sono stati aggiunti quest’anno due nuovi ambiti trasversali, ossia vision e strategia e smart citizen e vivibilità della città:
infrastrutture (reti e dotazioni tecnologiche abilitanti per la costruzione di una città intelligente);
sensoristica (IoT per raccogliere i big data della città e gestire le infrastrutture da remoto);
service delivery platform (elaborazione e valorizzazione dei big data del territorio);
applicazioni e servizi a valore aggiunto per i cittadini.

Efficienza energetica, smart building, opportunità e incentivi

Più in generale, una città intelligente «è un luogo dove reti e servizi tradizionali sono resi più efficienti con l’utilizzo delle tecnologie digitali», è spiegato nel report, in cui si tocca anche il concetto di risparmio ed efficienza energetica, definite opportunità per il sistema Paese. «Il tema Smart Building è particolarmente attuale ed è caratterizzato da una molteplicità di attori coinvolti e di soluzioni disponibili. L’offerta è tuttavia frammentata e non si sono ancora affermati standard di riferimento e tecnologie consolidate a supporto». Per stimolare l’adozione di soluzioni basate sugli edifici intelligenti in Italia gli analisti evidenziano nel report che è necessario intervenire sul tema degli incentivi alla domanda nel settore residenziale, come nel caso delle detrazioni per le riqualificazioni energetiche. «Nel settore pubblico occorre rafforzare l’utilizzo di modelli di finanziamento e di partnership pubblico-privato, e l’attuazione dell’Energy Performance Contracting (EPC) con garanzia di risultato per la gestione sia degli edifici (scuole e ospedali) sia dell’illuminazione pubblica».

L’andamento delle città italiane

Arriviamo ora a comprendere lo “stato di smartness” delle città italiane. Secondo quanto si legge nel rapporto, nonostante sia ancora presente un ritardo delle città italiane rispetto alle principali città europee e mondiali, il grado di innovazione dei comuni capoluogo italiani continua a crescere.
Nel 2016 si confermano in cima alla classifica i comuni capoluogo delle città metropolitane: sul podio vanno Bologna, Milano e Torino. Rispetto alle scorse edizioni peggiora la situazione di Roma, che si posiziona al nono posto del ranking. Seguono Firenze e Genova, comunque nei primi 15 posti. «Anche quest’anno i comuni capoluogo delle città metropolitane del Centro-Nord sono tutte nella prima fascia, mentre Napoli diventa la prima città del Sud, non solo tra le metropoli».
smart city Le città medie (circa 100 in Italia, composte da 50mila-100mila abitanti e dove vivono quasi 7 milioni di persone) continuano nel loro trend di crescita: si trovano nei posti di rincalzo del ranking, con oltre 23 città tra il quarto e il 39esimo posto.
Sempre leggendo tra le righe dello Smart City Index, troviamo che Parma sorpassa Trento e nel 2016 diventa la città media più alta nel ranking (5° posto), grazie ad un buon posizionamento negli strati Delivery Platform e Applicazioni e servizi. La città parmense è seguita da Trento, Brescia e Reggio Emilia, le altre città medie nella top 10.
Il Centro-Nord si posiziona in cima al ranking anche nel segmento delle città medie: la prima città media del Sud è Lecce al 52°posto.
Da rilevare il balzo di Mantova, che dal 35esimo posto si posiziona al quarto nell’ultimo ranking, ma nel complesso il posizionamento delle città piccole peggiora rispetto agli scorsi anni.
Sono solo 7 le città piccole (Mantova, Lodi, Cremona, Pavia, Sondrio, Siena e Aosta) che ottengono la prima fascia del ranking, e di queste ben cinque sono lombarde. «Questi risultati dimostrano che per realizzare una Smart City per strati è necessario disporre di una massa critica (di risorse, di soggetti, di mercato) che attualmente è presente nelle città con più di 80.000 abitanti».

I quattro strati, alcuni dati

Nel dare una lettura rapida agli indicatori basilari sopra citati si nota che, in tema di infrastrutture e reti, l’andamento antitetico della banda larga fissa e mobile, con quest’ultima che ha ormai raggiunto tutti i comuni capoluogo (in termini di copertura LTE). Ma anche se sconta un ritardo, anche la banda fissa evidenzia numeri in decisa crescita: ) nel 2015 è raddoppiato, rispetto al 2014, il numero di comuni capoluogo coperti da VDSL (presente in 81 comuni capoluogo, pari al 70% del totale, e di cui beneficia più del 20% della popolazione).
Venendo invece alla sensoristica, l’installazione di sensori sul territorio cittadino rappresenta uno dei trend in crescita degli ultimi anni. Tuttavia solo in pochi comuni capoluogo delle città metropolitane risultano installate contemporaneamente più tipologie di sensori ed è ancora basso il livello di interoperabilità.
In termini di delivery platform (come, per esempio, piattaforme di pagamenti online) risulta ancora molto basso il grado di readiness per le diverse piattaforme abilitanti.
Va meglio alla voce applicazioni e servizi: leggendo alcuni dati in evidenza nell’Index, si nota che in materia di mobilità il 70% dei comuni capoluogo offre almeno un servizio di mobilità in sharing e che un terzo dei comuni capoluogo prevede anche una app per il pagamento della sosta. Sul tema scuola si legge che il 70% delle aule a livello nazionale è connesso a internet (Wi-Fi e LAN). Da notare che la Sardegna è la prima regione Italiana per LIM e la seconda, subito dietro all’Emilia Romagna, per aule connesse. La regione emiliano-romagnola si fa notare in termini di servizi evoluti al turismo: tutti i suoi comuni capoluogo utilizzano la piattaforma di booking online regionale.
Nel comparto Government si legge che il 39% dei comuni capoluogo sono presenti servizi anagrafici online mentre per quanto riguarda i pagamenti alla PA il 41% dei comuni capoluogo offre almeno un servizio di pagamento online sul proprio portale mentre il 29% delle aziende sanitarie consente il pagamento del ticket via web.

Smartness e qualità della vita

Il ranking 2016 conferma, tra l’altro, l’esistenza di una correlazione tra smartness e qualità della vita, evidenziando due ulteriori cluster di città: da una parte le città del “benessere analogico”, ossia quelle ad alta vivibilità ma con bassa diffusione di innovazioni: sono soprattutto città della Marche e della Sardegna. In particolare si distinguono Fermo, Lanusei, Tempio Pausania e Olbia. Dall’altra parte indica le città del «riscatto Smart», ovvero quelle che, pur partendo da una qualità della vita più bassa, riescono a trovare nella smart city un’occasione di innovazione. Si distinguono in particolare Napoli, Bari e Lecce.


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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