Puntare sull’efficienza

Aumenta l’ottimismo delle famiglie italiane, ma con un occhio alla crisi. Si possono interpretare così i dati dell’osservatorio Findomestic di febbraio che registrano un cauto ottimismo da parte degli italiani con preferenze nette verso l’efficienza energetica, specialmente nelle sue declinazioni più accessibili.

Sono in aumento, infatti, le previsioni d’acquisto per le stufe a pellet e le caldaie, i serramenti e gli infissi, naturalmente ad alta efficienza. In calo, leggero, invece gli impianti fotovoltaici, a causa con ogni probabilità dell’assenza degli incentivi e il solare termico, che soffre di una cattiva comunicazione rispetto ai vantaggi che offre. Per passare ai dati dei prossimi tre mesi, le stufe a pellet aumentano del 9,3%, nonostante la decisione d’aumentare l’Iva del Governo, mentre serramenti e infissi crescono del 10,1% anche grazie alla proroga dell’ecobonus per tutto il 2015.

La diminuzione del fotovoltaico si assesta al 5,2% e il solare termico al 4,5%, mentre la disponibilità di spesa in termini monetari rimane per queste tecnologie è stabile per il solare termico con 4.597 euro e aumenta lievemente per il fotovoltaico con 7.191 euro. Sono in calo le intenzioni di spesa per infissi e serramenti con 2.623 euro e anche se più lievemente, quelle per stufe a pellet e caldaie, con 1.305 euro.

Queste tendenze si inquadrano comunque in un contesto che vede la casa, per gli italiani, ancora protagonista, nonostante le spese e la tassazione. Le previsioni d’acquisto delle abitazioni crescono del 6,2% e ancora di più quelle per le ristrutturazioni con il 10,7%, così come salgono anche quelle per i mobili che passano dal 15,4% al 16,9%, mentre rimane stabile la spesa media prevista per l’acquisto dei mobili con 2.064 euro.

Sul fronte degli elettrodomestici aumentano al 19% coloro che sono interessati a comprare i grandi elettrodomestici, con una spesa fino a 671 euro e si tratta di un mercato dove è complesso trovare prodotti che non siano ad alta efficienza. Unica nota stonata quella della propensione all’acquisto dei piccoli elettrodomestici che è arrivata al 31,6% ma con un budget ridotto a 181 euro, cifra che può fare da spartiacque. Il settore dei piccoli elettrodomestici, al contrario di quello dei grandi, infatti, è quello dove è maggiormente diffusa la differenza di consumi energetici in base al prezzo, ragione per la quale a un minor budget, corrispondono maggiori consumi. Stesso discorso per l’elettronica di consumo che sale al 25,5% ma i cui budget sono in discesa con uno scontrino medio di 544 euro. In questo caso oltre ai maggiori consumi, che però sono piccoli, il rischio concreto è l’acquisto d’oggetti a obsolescenza più accelerata, rispetto al ciclo di vita medio, già abbastanza breve per questo tipo di consumi.