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Un progetto 
due punti di vista | Tekneco

intervista

Un progetto 
due punti di vista

Confronto tra un architetto e un'azienda fornitrice del sistema costruttivo utilizzato in un progetto presentato all'Housing Contest.

Scritto da il 16 gennaio 2012 alle 8:50 | 0 commenti

Un progetto 
due punti di vista

Photo: Il prospetto del progetto presentato all


Uno dei pregi dell’Housing contest è stato quello di fare lavorare a stretto contatto architetti e aziende fornitrici 
e costruttrici. Abbiamo messo a confronto l’esperienza 
del progettista Alfio Zappalà (capogruppo del team formato da Mariarosa Fontana, Giuseppe Parito 
e Fabrizio Scicali) e di Domenico Sambataro, responsabile commerciale di Bioisotherm, azienda fornitrice dei sistemi costruttivi Argisol

Standard energetici nell’Housing contest. Quali le difficoltà incontrate durante il percorso progettuale?

Alfio Zappalà: L’involucro rappresenta il primo elemento di dispersione in termini di energia e di costi, da subito abbiamo scelto di lavorare su un volume compatto e omogeneo, ridotto al minimo, con conseguenti problemi legati al rispetto delle caratteristiche dimensionali delle tipologie d’alloggio richieste e al raggiungimento della massima flessibilità interna. La volontà di una sperimentazione compositiva e tipologica compatibile con il sistema costruttivo adottato è stata limitata dalla richiesta esplicita della tipologia in linea e vincolata dalle attuali normative dell’edilizia residenziale pubblica e del regolamento di Milano.

Domenico Sambataro: Bioisotherm promuove da circa trent’anni il sistema costruttivi Argisol ed è alla continua ricerca di progettisti all’avanguardia: l’Housing contest è stata una ottima occasione per collaborare e mettere a prova le reciproche esperienze finalizzate alla realizzazione di un progetto rispondente alle caratteristiche richieste dal concorso.

Come avete affrontato e risolto l’obiettivo principale del concorso: rispettare i vincoli severi su budget e standard legati alla sostenibilità ambientale?



AZ: Progettare facendo delle scelte che andavano verificate continuamente, un sistema complesso forma-involucro e integrazione degli impianti. La scelta iniziale della forma compatta ha garantito un’efficiente risposta dell’involucro; si sono ridotti gli spazi distributivi e il numero degli elementi di collegamento verticale a favore della qualità degli “spazi sociali” posti al piano terra.

DS: Abbiamo messo a disposizione dello studio le nostre esperienze e lo studio, con la sua professionalità, ha lavorato sulla ricerca delle soluzioni tecniche ed architettoniche adeguate allo svolgimento del tema.

Come è stato scelto il sistema costruttivo principale? 


AZ: Abbiamo utilizzato il sistema Bioisotherm perché rispondeva alla nostra esigenza di avere un involucro rigido e all’interno più libertà progettuale, abbiamo apprezzato la possibilità di avere in un unico elemento struttura, tamponamento e isolamento termico, tra l’altro a costi inferiori perché la facilità di montaggio riduce i tempi di realizzazione e in generale un miglioramento delle operazioni di cantiere anche rispetto alla sicurezza.

DS: Tra  l’azienda e lo studio di progettazione, al momento della promulgazione del bando, esisteva già una collaborazione per alcuni cantieri in essere e la tematica stessa del bando sembrava fatta su misura per l’adozione di Argisol e Termosolaio.

Come è stato coordinato il rapporto fra committente, architetti 
e azienda?



AZ:  Uno degli obiettivi del bando era l’utilizzo di un sistema prefabbricato e/o tradizionale evoluto a elevato standard prestazionale, è stato abbastanza facile convincere i committenti della validità del sistema Bioisotherm.

DS: Il bando richiedeva l’adozione di un sistema costruttivo evoluto, l’esperienza e la validità degli argomenti hanno trovato un committente favorevole.

Il progetto presentato in occasione del Housign Contest 
è replicabile?

AZ: Il progetto è stato determinato e vincolato dai requisiti del bando, più che un modello abbiamo sviluppato un metodo.

DS: Gli standard usati e la versatilità sia del sistema costruttivo ci consentono di allargare al massimo l’applicazione del progetto.

Qual è stata la sfida più difficile per raggiungere la classe energetica A e contenere i costi? 


AZ: Lavorare con un involucro rigido e chiuso pur mantenendo la flessibilità interna, rinunciando alla frammentazione dei volumi e lavorando sulla skin del sistema di logge. Tema comune a molti dei progetti partecipanti, non a caso forse i progetti emergenti sono stati quelli che hanno parzialmente tradito alcuni requisiti del bando.

DS: Il sistema costruttivo di Bioisotherm ha le caratteristiche di base ottimali per consentire una facile realizzazione di un involucro da classe A. I vincoli progettuali imposti dal concorso hanno messo a dura prova la professionalità dei progettisti.


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L'autore

Bianca Matteucci

Maturità Classica e laurea in Architettura presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia. È giornalista professionista con esperienza decennale e collabora con diverse testate nazionali. Scrive di bioarchitettura, energia verde, eco-design, stili di vita eco-sensibili.


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