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Nove miliardi contro il dissesto

Arrivano i primi fondi per la messa in sicurezza del territorio e contro il dissesto, ma per gli ambientalisti non bastano

Scritto da il 25 novembre 2014 alle 9:00 | 0 commenti

Nove miliardi contro il dissesto

Arriva il tanto atteso piano del Governo per il dissesto idrogeologico. L’esecutivo, infatti, ha varato un primo piano d’interventi da un miliardo di euro che riguarda 69 interventi per la messa in sicurezza di dieci cittá metropolitane e altre delle regioni a statuto speciale da realizzare tra il 2014  e il 2020. La Struttura di missione del Governo #italiasicura – alla quale partecipano il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sindaci, presidenti delle Regioni e Autoritá di Bacino -, ha messo a punto il piano dei primi interventi giá cantierabili per 1.063,65 milioni, individuati dalle Regioni. Il programma definitivo degli interventi sarà presentato entro il prossimo 4 dicembre con tutto l’elenco dei cantieri.

«Nelle nostre 10 cittá metropolitane piú le 4 ancora da istituire che sono nelle Regioni a statuto speciale, – afferma Erasmo D’Angelis, alla guida di #italiasicura – lo Stato e la Pubblica amministrazione si sono messi gli stivali di gomma e abbiamo una filiera di responsabilitá che parte dal Governo, passa di Presidenti delle Regioni nominati Commissari contro il dissesto, e dai cittadini che finalmente hanno la possibilitá di controllare lo stato di avanzamento dei cantieri dal sito italiasicura.governo.it».

Il Governo utilizzerá una sorta di corsia preferenziale con un anticipo di finanziamento del piano nazionale, chiesto alla Bei e sostenuto dalla garanzia dei 110 milioni presenti nel Dl Sblocca Italia, al fine di assicurare una celerità, almeno nei finanziamenti anche se non è detto che si proceda spediti visto che gli ostacoli poi si ripresentano mano a mano che si scende nella “burocrazia” come ha dimostrato l’esperienza del Bisagno a Genova, dove i lavori sono stati bloccati da una serie di ricorsi al Tar.

Complessivamente per l’intero territorio nazionale è previsto nel periodo 2014-2020 un finanziamento di 9 miliardi, composto da 5 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione, 2 miliardi di cofinanziamento delle regionali e con fondi europei, e altri 2 miliardi sbloccati dalla struttura di missione dai fondi assegnati e non spesi negli ultimi 15 anni.

«Il primo dovere che abbiamo è usare bene i fondi a disposizione e la Struttura di missione ha giá operato in questo senso – ha affermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio – e presenteremo la programmazione del piano nazionale in Europa. Con Regioni e sindaci abbiamo fatto un buon lavoro, decidendo di concentrare le risorse dove ci sono maggiori rischi. Quando il Paese lavora insieme, è in grado di superare i ritardi accumulati. Sul patto di stabilitá nella legge di stabilitá è previsto per i Comuni l’abbattimento del 70% e la prioritá verrá data a edilizia scolastica e dissesto idrogeologico».

Gli interventi presentati per la messa in sicurezza delle aree metropolitane riguardano 1.130 comuni dove vivono oltre 21 milioni di persone, circa il 40% della popolazione italiana.

«Parte da un forte impegno per le cittá metropolitane il nostro piano per mettere in sicurezza il Paese e liberarlo dagli errori del passato. – afferma il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti – La riunione segna una svolta nelle politiche di contrasto al dissesto idrogeologico, perchè tutte le istituzioni nazionali e locali si sono ritrovate unite su una grande prioritá. Il lavoro è lungo e complesso, ma ci sono le risorse e anche una consapevolezza comune di dover affrontare con decisione massima questo problema».

Il piano è stato promosso anche dal presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino: «ho apprezzato l’impegno del governo di non finanziare gli interventi in modo proporzionale ma dando una scala di prioritá legata al rischio» e del coordinatore delle Cittá Metropolitane Dario Nardella: «L’elemento piú significativo è l’individuazione chiara delle competenze e responsabilitá. In questo modo possiamo lavorare in modo piú semplice e dare conto ai cittadini di ‘chi fa cosa».

Luce verde anche dal presidente del Consiglio nazionale dei geologi (Cng) Gian Vito Graziano che chiede: «un maggiore snellimento burocratico e di rafforzare le strutture che in Italia si occupano di rischio idrogeologico», mentre il presidente della commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci parla di un: «tentativo serio del governo di affrontare la questione, ma è necessario sburocratizzare. Speriamo nello Sblocca Italia». Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli invece attacca, dicendo: «il problema è che servono 45 miliardi per un’opera di prevenzione seria. Soldi che si potrebbero recuperare rinunciando alle grandi opere per finanziare una serie di interventi che potrebbero portare a 150 mila posti di lavoro.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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