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La Luce che fa bene alla salute | Tekneco

Tekneco #13 – Illuminazione

La Luce che fa bene alla salute

Nel settore sanitario sono cambiati i sistemi e le tecnologie per fornire l’illuminazione, anche per rimanere al passo con i tempi e le mutate esigenze del settore

Scritto da il 28 novembre 2013 alle 8:30 | 0 commenti

La Luce che fa bene alla salute

Luce sulla sanità. Non parliamo dell’ennesimo scandalo che coinvolge il Servizio sanitario nazionale, ma del ruolo della luce all’interno delle strutture sanitarie e delle potenzialità dei nuovi sistemi illuminotecnici che possono essere applicati, migliorando la qualità dell’illuminazione e consentendo risparmi notevoli sul fronte della bolletta elettrica.

In generale, l’ottimizzazione dei sistemi d’illuminazione consente di migliorare le prestazioni del personale delle strutture e di migliorare, sul fronte psicologico, la degenza dei pazienti e per fare ciò è necessario impiegare attrezzature innovative, sistemi d’orientamento intelligente e soluzioni sofisticate, sia dal punto di vista dei materiali utilizzati, sia sotto il profilo delle soluzioni progettuali.

La scelta dei corpi illuminanti per i diversi ambienti che caratterizzano le strutture sanitarie deve avere come obiettivo la migliore resa del colore – cosa fondamentale per la corretta valutazione da parte del personale sanitario delle patologie -, la riduzione del livello d’abbagliamento, la possibilità di utilizzare la luce in maniera flessibile, visto che spesso gli ambienti vengono utilizzati sia durante il giorno sia durante la notte, e gli stessi necessitano di una luce diversa durante gli esami, l’abbattimento dei costi di manutenzione e il miglioramento dell’efficienza energetica, questioni, queste ultime, all’ordine del giorno visto lo stato dei conti delle Aziende sanitarie.

I requisiti illuminotecnici per gli ambienti ospedalieri sono quindi quelli relativi a: l’atmosfera, ossia la necessità di armonizzare la vita privata con quella professionale, coniugando il tutto con la permanenza ospedaliera; il benessere, cioè il concepire l’illuminazione come un elemento di valenza terapeutica e psicologica; l’interazione tra la luce e l’ambiente, focalizzandosi sul design e il comfort; la sostenibilità, sia economica, sia ambientale; la dinamicità, requisito che deve essere presente, viste le modifiche dell’utilizzo degli ambienti durante la giornata.

Tra gli strumenti d’ottimizzazione ci sono: i dispositivi intelligenti che consentono il controllo della luminosità degli ambienti, come i sensori di presenza per le aree a scarsa frequentazione; il controllo della luce naturale che può essere combinata con quella artificiale per mezzo di appositi sensori; il controllo e la regolazione da remoto.

Quantità di luce

Per quanto riguarda gli specifici ambienti, le camere di degenza devono essere illuminate con una logica dinamica. Sono necessari, infatti, 100 lux per quanto riguarda l’illuminazione generale, 5 lux per quella notturna e 1.000 lux per l’illuminazione durante la visita. Per le sale operatorie sono necessarie una maggiore potenza e un’ ottima resa del colore. L’illuminazione generale, in questo caso, deve essere di 1.000 lux, mentre quella del tavolo operatorio è compresa tra i 10.000 e i 100.000 lux. Ancora diverse le esigenze per le sale di terapia intensiva, dove l’illuminazione generale deve aggirarsi sui 100 lux, quella notturna sui 20 lux e quella per la visita e il trattamento tra i 300 e i 1.000 lux. Le aree comuni, infine, necessitano di 300 lux, con particolare attenzione al colore negli ambienti nei quali si svolgono le analisi. In tutte queste situazioni è d’obbligo l’utilizzo di dispositivi stagni di grado IP65 per evitare l’annidamento dei batteri.

Rifare la luce

Recentemente Delta Italia, filiale della multinazionale Delta Electronics che si occupa di elettronica di potenza, dispositivi per la gestione energetica e illuminazione a Led, ha realizzato due interventi su altrettante strutture sanitarie a Trieste e a Roma. «La specializzazione è necessaria per affrontare problemi così complessi come quelli della sanità. – afferma Idilio Ciuffarella, direttore generale di Delta Italia – La luce in sanità può essere fortemente critica e per questo nelle nostre due esperienze abbiamo abbracciato un approccio complessivo, integrando sia le esigenze specifiche di risparmio energetico che il particolare contesto all’interno del quale abbiamo operato».

Il primo caso, realizzato in partnership con Ital TBS Spa, ha riguardato il retrofit dell’illuminazione di Villa Salus, una struttura di due edifici. Nel primo, adibito alla degenza, sono presenti 700 corpi illuminanti, per una potenza di 20.443 W, mentre in quello degli ambulatori i corpi illuminanti sono 446 per 11.455 W. Dopo la sostituzione delle lampade fluorescenti con tubi a Led, la potenza impegnata è passata a 9.297 W per la degenza e a 5.476 W per gli ambulatori e sono stati utilizzati, in entrambi gli edifici, anche dei sensori per la gestione intelligente della luce. La potenza totale è scesa, quindi, da 31.898 W a 14.773 W, cosa che ha consentito un risparmio energetico di circa il 50%, mentre un restante 25% di risparmio è derivato dai sensori per la gestione intelligente. Si è trattato di un intervento rapido poiché si è intervenuti in sostituzione, senza alcun intervento sulle plafoniere.

Intervento analogo, anche se di ben diverse dimensioni, è quello di Roma, dove si è intervenuto sul Centro di riabilitazione Don Orione sito in unico stabile di sei piani, per 120mila metri quadri, nel quale sono presenti 6.315 corpi illuminanti. Anche in questo caso non sono stati modificati i corpi illuminanti e i risparmi ottenuti sono stati analoghi a quelli di Trieste: 50% grazie alle lampade a Led e 25% grazie ai sensori. La potenza è passata da 110.000 W a 57.000 W e il ritorno dell’investimento è stimato in circa 3,5 anni.

Nuovo o ristrutturato
Le strategie d’intervento

Nel caso si intervenga su una struttura sanitaria esistente si deve scegliere tra la realizzazione ex-novo, oppure il retrofit dell’impianto esistente. Si tratta di una scelta che può essere fatta solo dopo una ricognizione approfondita e dettagliata, che deve comprendere il censimento dei corpi illuminanti esistenti e la verifica circa lo stato dell’impianto elettrico. Successivamente a ciò, è possibile la valutazione dei consumi energetici e l’elaborazione delle soluzioni tecniche per l’efficientamento energetico, che si possono tradurre in una proposta comprensiva del risparmio energetico e di un business plan che comprenda, oltre a questa indicazione, anche il calcolo del Roi (Return on investments).

Legislazione
Luce e sanità: ecco le regole

Le norme in materia di illuminazione artificiale nella sanità sono:

  • Norma Uni 10380 e aggiornamento A1 “Illuminotecnica – Illuminazione di interni con luce artificiale”;
  • Cir. Min. LL.PP. n. 13011 del 22.11.1974 “Requisiti fisico-tecnici per le costruzioni ospedaliere – Proprietà termiche, di ventilazione e di illuminazione”;
  • Norma Uni EN 793 “Requisiti particolari per la sicurezza delle unità di alimentazione per uso medico”;
  • Norma Cei EN 60598-2-25 (Cei 34- 76) “Apparecchi di illuminazione. Parte 2^: Prescrizioni particolari – Sezione 25: Apparecchi di illuminazione per gli ambienti clinici degli Ospedali e delle Unità Sanitarie”;
  • Norma Cei 62-118: “Apparecchi elettromedicali – Parte 2^ Norme particolari per la sicurezza di apparecchi di illuminazione per uso chirurgico e per la diagnosi”.

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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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