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I tetti in legno | Tekneco

COSTRUZIONI SOSTENIBILI

I tetti in legno

Che siano inclinati o piani, purché di legno. La bioedilizia non ha mai smesso di puntare sul legno che ora torna di moda anche per le coperture

Scritto da il 14 febbraio 2012 alle 8:30 | 7 Commenti

I tetti in legno

Photo: Ell Brown


Esistono molti tipi di coperture in legno. Tutte garantiscono un grado di protezione adeguata ed efficace contro la pioggia, il vento, la neve, il caldo e i rumori che provengono dall’esterno, senza rinunciare a principi della bioedilizia.

Caratteristiche

I tetti in legno sono duraturi, sostenibili, antisismici ed esteticamente affascinanti. Richiedono specifici lavori preparatori delle superfici di posa e sistemi applicativi diversi rispetto a quelli metallici e cementizi. In generale si tende a prediligere la tipologia a copertura inclinata, più ripida possibile, perché costituisce un ottimo strumento per combattere il ristagno d’acqua dovuto a pioggia, e il peso eccessivo che potrebbe aggiungere la neve.

La geometria del tetti inclinati è variegata, si può scegliere il semplice tetto a una o più falde, oppure il tetto curvo a pendenza variabile, o la forma cupolare se l’edificio la richiede. I tipi di legno maggiormente utilizzati per le coperture sono il larice, il rovere, l’abete e il legno lamellare che si ottiene incollando tra di loro diverse lamelle fino a ottenere profili della sezione e lunghezza desiderata.

Durante l’edizione Klimahaouse 2012 di Bolzano abbiamo avuto modo di approfondire l’argomento con la ditta Ernest Path & Co presente nel nord Italia. Utilizza esclusivamente il larice perché considerato la materia prima dalle qualità più eccellenti in termini di resistenza termica, invernale ed estiva, e in termini di buona lavorazione. Non viene sottoposto a nessun tipo trattamento impermeabile perché, assicurano, “E’ meglio lasciarlo così com’è al naturale”.

I costi a metro quadro si aggirano sugli 85/90 euro, contro i 22 euro circa di quello tradizionale in tegole. Per quanto riguarda la durata nel tempo è strettamente collegata al grado di inclinazione, ossia più il tetto è ripido più è resistente nel corso degli anni. Non è prevista manutenzione, mentre l’unico vero problema, a cui non si può ovviare, è il fuoco in caso di incendio.


Commenti

Ci sono 7 commenti.

  • salvino
    scrive il 15 febbraio 2012 alle ore 10:24

    direi che c'è un errore nel testo nell'ultima frase!!! il problema è il fuocooooo!!!!!! DIREI PROPRIO DI NO!! è il miglior sistema strutturale contro il fuoco!! dobbiamo smetterla di ragionare che il legno brucia perchè lo mettiamo nel nostro caminetto di casa!!! SIAMO TECNICI e quando parliamo di incendio dobbiamo pensare di salvare le vite umane, un incendio esiste perchè bruciano i mobili, le tende e quant'altro è nell'appartamento, un incendio non parte dal tetto!! in caso d'incendio con una struttura in c.a. e in ferro avremmo un collasso istantaneo senza preavviso e senza controllo visivo per i poveri vigili del fuoco, in una struttura in legno qualsiasi vigile guardando una trave che brucia sa che ogni minuto la trave perde un millimetro e quindi può calibrare il tempo di collasso.. inoltre altro esempio è quello di una persona intrappolata in un piano alto con incendio nel vano scale: allora se la struttura è in ferro o c.a. non potrebbe restare nella camera per l'elevate temperature a causa della trasmissione del calore dal vano scale alla stanza, mentre nel legno ciò non accadrebbe e quindi le persone intrappolate potrebbero tranquillamente aspettare l'arrivo dei vigili del fuoco. INFINE la manutenzione in caso d'incendio.. io non mi fiderei più di una struttura in c.a. : il ferro potrebbe essere sciolto e le barre ad aderenza migliorata non farebbero più il loro lavoro quindi unica soluzione la demolizione, con costi elevatissimi, nel legno basterebbe solamente sostituire le travi con smaltimenti a costi pressochè nulli...

  • salvino
    scrive il 15 febbraio 2012 alle ore 10:28

    inviterei a visionare questo video del centro IVALSA: http://www.youtube.com/watch?v=CxviwOjGTmg

  • Anna Simone
    scrive il 15 febbraio 2012 alle ore 14:22

    Gentile Salvino, nessun errore: i tetti in legno temono il fuoco, come è stato confermato anche dalla ditta Ernest Path & Co durante l’edizione Klimahaouse a Bolzano. Questo non si traduce in un disincentivo a installare coperture in legno, visto che difficilemente un incendio parte dal tetto. La ringrazio per l'intervento tecnico ricco di informazioni sul collasso delle strutture e della trasmissione di calore. A presto Anna Simone

  • architraum
    scrive il 17 febbraio 2012 alle ore 11:16

    "nessun errore" mah!!!! diciamo piuttosto che ogni struttura teme il fuoco. anche il tetto in legno ci mancherebbe! è dimostrato che in un incendio quando la struttura è in legno hai qualche minutino in più per portare a casa la pellaccia e non collassa di colpo come altre strutture. ovviamente la ditta Ernest Path and Co conferma il rischio del fuoco. non sono mica folli!!! abbiamo anche le classi di resistenza al fuoco dei materiali regolamentate nelle norme UNI. mica bruscolini! "Questo non si traduce in un disincentivo a installare coperture in legno, visto che difficilemente un incendio parte dal tetto" questo però è un errore madornale perché alimenta la confusione. E'assolutamente ininfluente che parta dal tetto. anzi potrebbe benissimo partire dal locale sottotetto.perché no?la sua frase però suona come:non preoccupatevi il tetto in legno è una frana riguardo agli incendi ma siccome gli incendi non partono dal tetto...tutti contenti. è il tipico esempio per cui le case in legno in italia rimangano appannaggio di pochi. non importa se uno è sociologo o progettista o carpentiere o vigile del fuoco. basterebbe però informarsi meglio di ciò che si tratta e evitare risposte che suonano certezze...quando non lo sono affatto.!! anche perché il pubblico in una rivista come questa sarà almeno per la metà fatto da persone del settore delle costruzioni,a vario titolo. insomma si rischia la figuraccia. mi perdoni se la sto bacchettando però dichiarazioni del genere da una rivista simile sono...imbarazzanti(!?). guardi che le faccio un piacere sa!? detto questo continuerò comunque a seguire questa testata come ho sempre fatto...

  • architraum
    scrive il 17 febbraio 2012 alle ore 11:22

    anche perché provate voi a accendere una trave in legno massiccio con un accendino! inoltre il fatto che non venga trattato garantisce che in caso di incendio non ci saranno gas pericolosi per l'uomo e si evita l'intossicazione. altra cosa regolamentata da norma UNI è il grado di tossicità per esalazioni di materiale in combustione. è curioso che queste inesattezze vengano proprio dalla fiera di klimahause, agenzia che ha sempre posto in primo piano le costruzioni in legno. Si guardi a proposito anche come vengono trattate le strutture in legno nel master casaclima-klimahause

  • Luigi Dell'Olio
    scrive il 20 febbraio 2012 alle ore 09:09

    gentile @architraum, come vede su tekneco lasciamo libertà di commento sugli articoli. In questo caso mi preme tuttavia intervenire perchè il suo intervento, interpretando in maniera scorretta quanto scritto dall'autrice, rischia di ingenerare confusione nei lettori. Lei stesso dice che ogni struttura teme il fuoco, che è quanto rilevato dalla giornalista (spero questo aiuti a chiarire anche i dubbi di @salvino). Nell'articolo vengono illustrate le caratteristiche delle coperture in legno, i prezzi e c'è il parere di un esperto del settore: dal punto di vista giornalistico, è scritto in maniera inappuntabile. Non c’è alcun paragone con gli altri materiali; di conseguenza non ci sono analisi sulla maggiore o minore resistenza rispetto ad altre soluzioni. I commenti e le critiche degli addetti ai lavori sono sempre benvenuti; le interpretazioni delle parole altrui ("il suona come" qui su tekneco non esiste: valgono le cose scritte, non le interpretazioni personali), soprattutto se rischiano di confondere gli altri lettori, no. Con la speranza che questo possa contribuire a chiarire l'incomprensione, la saluto.

  • architraum
    scrive il 20 febbraio 2012 alle ore 12:01

    gentile dell'olio sono felice che si lascino i commenti,dimostra quantomeno trasparenza e serietà. il fatto però che si scomodi lei a rispondermi e non l'autrice del pezzo mi deprime abbastanza a dire il vero...anche perché verso anna simone non nutro il minimo rancore di nessun genere. vogliamo parlare "delle cose scritte"? va bene.le incomprensioni non sono chiarite. quando si comunica (in via orale,scritta gesti ecc ecc..) c'è sempre un'"interpretazione personale". la bravura di chi vuole comunicare qualcosa sta nel essere chiaro. non mi piace quindi come cerca di liquidare gli interventi miei e di salvino come qualcosa di ridicolo. l'articolo potrà essere ineccepibile per lei ma non per qualsiasi progettista. "Lei stesso dice che ogni struttura teme il fuoco, che è quanto rilevato dalla giornalista" mi dispiace ma la giornalista non ha riportato che teme il fuoco come qualsiasi struttura!!inoltre lo ha messo alla fine del pezzo come ciliegina sulla torta e questo,giornalisticamente parlando,ha un significato molto preciso.e non facciamo finta di non sapere queste regole basilari del giornalismo per favore! mi parli ad esempio di cosa si intende per "tetto tradizionale in tegole". tradizionale per dove?l'italia ha tradizioni costruttive molto diverse e articolate. ragionando sui grandi numeri oggi siamo in grado di dire quale tecnologia sia maggiormente praticata in italia per le coperture? no,da alcuni anni non si può dire con certezza.ce ne sono almeno 3 in lizza! perché "in tegole"?parliamo di "copertura in legno" o di MANTO di copertura?non avete mai visto dei tetti con struttura in legno e manto di copertura in tegole ad esempio marsigliesi o in coppi o in lastre di ardesia? di cosa stiamo parlando allora?sono esempi di come l'articolo non sia chiaro. il fatto che ci siano interventi della ditta Ernest Path & Co non può essere l'alibi di aver riportato tutto giusto. il prezzo al metro quadro me lo spiega?di quale pacchetti di copertura stiamo parlando?una differenza così alta mi farebbe pensare (come faccio a non interpretare me lo spiega?) ad un sistema in legno con buon isolamento e un altro completamente privo di esso...ma il manto di copertura?eppure incide di parecchio sul prezzo finale.oppure parliamo di due soluzioni costruttive con uguali caratteristiche isolanti(stesso U)?spero di no! la differenza è notevole e chi legge senza una particolare formazione è per forza di cose indotto a pensare (come può farne a meno?)che la soluzione in legno sia bella ma decisamente troppo cara.precisamente 4 volte più cara. ma non è affatto vero!(come può saperlo il lettore X!?come può "interpretare"!?) mi ritengo anche abbastanza infastidito sul come mi incolpa di "interpretare in maniera scorretta" ecc ecc...e francamente penso che dopo il suo intervento i lettori potrebbero solo essere più confusi... buona giornata a lei e ad anna simone

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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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