***ATTENZIONE***
VERSIONE OLD DI TEKNECO AGGIORNATA SINO A GENNAIO 2017
Clicca qui per visualizzare il nuovo sito
Efficienza e sicurezza fra i banchi di scuola | Tekneco

Tekneco #16 - Overview

Efficienza e sicurezza fra i banchi di scuola

Secondo il Censis 24.000 edifici hanno impianti da sostituire. Molti lavori effettuati in passato sono serviti a poco. Cosa potrà fare il piano del Governo?

Scritto da il 04 agosto 2014 alle 8:00 | 0 commenti

Efficienza e sicurezza fra i banchi di scuola

Chiunque sia entrato di recente in una scuola ha potuto constatare quanto le aule e i corridoi in cui i nostri figli passano buona parte delle loro giornate siano degradati e talvolta persino pericolanti, con sprechi e costi enormi dal punto di vista energetico (in particolare per il riscaldamento) e ambientale. Una sensazione che è confermata dalle cifre ufficiali: una recente indagine del Censis ha messo in luce come, degli oltre 41.000 edifici scolastici statali, in ben 24.000 gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionano, sono insufficienti o non sono a norma. Sono 9.000 le strutture con gli intonaci a pezzi, mentre per 7.200 edifici occorrerebbe rifare tetti e coperture. 3.600 sedi, addirittura, necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura pericolanti studiano 580.000 ragazzi) e sono 2.000 le scuole che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio amianto.  Il problema fondamentale è che i nostri edifici scolastici sono in buona parte vetusti: più del 15% è stato costruito prima del 1945, una percentuale identica tra il ’45 e il ’60, il 44% risale all’epoca 1961-1980, e solo un quarto degli stabili è stato costruito dopo il 1980 (ossia dopo le prime normative sull’efficienza nell’edilizia). Eppure anche in questi edifici vecchi, secondo una recente ricerca di Rse (Ricerca sul sistema energetico), sarebbe possibile ottenere un risparmio del 35% sui consumi energetici, attraverso alcuni semplici interventi. Ad esempio, attraverso la sostituzione delle lampadine con modelli ad alta efficienza e basso consumo, il ricambio degli infissi e la coibentazione di pareti e solai, oltre al controllo delle temperature di esercizio degli impianti, si potrebbe ottenere un risparmio medio di 13.000 euro annui per istituto, su una bolletta energetica media che oggi si aggira sui 40.000 euro l’anno. Il tema è, insomma, ineludibile, tanto che il Governo, nell’ambito del Decreto Ambiente Protetto dello scorso giugno, ha provato ad affrontarlo, almeno da un punto di vista economico. In particolare, sono stati introdotti finanziamenti a tasso agevolato per un importo complessivo di oltre 300 milioni di euro, attraverso il fondo rotativo “Kyoto”, con l’obiettivo di incrementare l’efficienza energetica degli edifici scolastici e universitari. Ai fondi si applica un tasso di interesse dello 0,25%, dimezzando così il tasso previsto dalla legge per i finanziamenti del fondo Kyoto che è dello 0,50%.  Questi interventi dovranno portare a risultati concreti nel miglioramento del parametro di efficienza energetica dell’immobile di almeno due classi in tre anni. Se questo obiettivo non sarà raggiunto e certificato, il finanziamento sarà revocato. La misura si aggiunge al Decreto (al momento in cui scriviamo soltanto annunciato dal Governo) che per il 2014 e il 2015 escluderà dal Patto di Stabilità le spese per la realizzazione degli interventi di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici. In questo modo dovrebbe essere possibile attivare questa estate (a partire dal primo luglio) il piano estivo da 7mila interventi di manutenzione straordinaria e ripristino degli impianti nelle scuole, con altri 1.200 interventi che saranno completati nel 2014; altri 11mila dovrebbero essere avviati all’inizio del 2015.  Decoro e ripristino funzionale sono le parole d’ordine, quindi innanzitutto si interverrà su tinteggiature, impianti idraulici ed elettrici, la sistemazione di aree verdi, serramenti e vetri rotti. La nuova Anagrafe dell’edilizia scolastica che il Governo sta mettendo a punto dovrebbe, poi, permettere di programmare le risorse previste dal Fondo sviluppo e coesione 2014-2020. La domanda è, ovviamente, se tutto questo basterà a riqualificare le scuole italiane.  Anche perché programmare (ma persino realizzare) iniziative spesso non basta. Secondo le valutazioni dei dirigenti scolastici interpellati dal Censis, che hanno considerato la qualità degli interventi realizzati in più di 10.000 edifici scolastici pubblici negli ultimi tre anni, sono più di un quarto le strutture in cui sono stati effettuati lavori ritenuti scadenti o inadeguati. Come da tradizione italiana, poi, esistono notevoli ritardi nell’attuazione. Dei 500 milioni di euro attivati con le delibere Cipe del 2004 e del 2006, a metà del 2013 ne erano stati utilizzati 143, relativi a 527 interventi sui 1.659 previsti. Per gli stanziamenti successivi, tutti i progetti sono ancora in attuazione o addirittura ancora in fase di istruttoria. Un po’ meglio va, invece, con l’impiego dei fondi strutturali, ma l’indicazione che arriva dalla ricerca Censis è che occorrerà vigilare anche su questi ultimi stanziamenti voluti dal Governo Renzi, per verificare se i soldi saranno spesi bene o meno.

Le scuole del futuro? Con materiali sostenibili e rinnovabili

Oltre alla riqualificazione del patrimonio scolastico esistente, c’è ovviamente anche la possibilità e la necessità di costruire nuove scuole. A questo proposito lo scorso anno il Ministero dell’Istruzione ha rilasciato delle Linee guida molto avanzate, che toccano da vicino anche gli aspetti dell’efficienza e della sostenibilità ambientale. Ad esempio, si legge come i materiali di una moderna scuola devono avere una durata appropriata, essere protetti dalle intemperie o dall’uso se la durata può essere critica, avere una manutenzione facile o almeno possibile, un costo adeguato all’investimento. Secondo il Miur, inoltre, “non devono rilasciare sostanze tossiche, non devono derivare da una filiera produttiva inquinante, devono privilegiare una provenienza locale a favore della sostenibilità e della reperibilità futura, devono consentire assemblaggi e montaggi sostenibili, favorire un comportamento di contenimento energetico dell’edificio responsabile …”. Altro punto importante, visto il numero di ore trascorse tra queste mura da professori e alunni, è la qualità dell’aria.  Il ministero fa una cauta apertura ai sistemi di ventilazione naturale “in determinate condizioni climatiche od orografiche”. Decisamente più spinta è, invece, la valorizzazione della luce naturale, delle sorgenti luminose a basso consumo, dei sistemi di controllo della luminosità dei locali e dei sensori di presenza persone. Grande fiducia, infine, nelle rinnovabili che sono ritenute addirittura “fattori positivi e pedagogici”.

Sfoglia Tekneco #16


Rispondi

Nome (richiesto)

Email (richiesta, non verrà pubblicata)

Sito web (opzionale)


Condividi


Tag


L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


Il solare termico, corso online
Focus, la rivoluzione della domotica
Klimahouse 2017
RUBNER
AQUAFARM
BANCA ETICA
SIFET
BUILDING INNOVATION

ANICA
tekneco è anche una rivista
la tua azienda su google maps

Più letti della settimana



Continua a seguire Tekneco anche su Facebook:

Altri articoli in Edilizia Bio
Rubner Haus
Rubner Haus: 50esimo anniversario in concerto

La storica azienda italiana nell'ambito dell'edilizia in legno ha accolto nella Rubner Wood Hall un concerto dell'Accademia Gustav Mahle per il 50esimo anniversario

Efficienza energetica negli aeroporti
Aeroporti più efficienti e green grazie a Cascade

Un progetto finanziato dall’UE e basato su un sistema ICT permetterà risparmi energetici e di emissioni di CO2 negli scali. A cominciare da quelli italiani

Close