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Duttile, isolante, green: i vantaggi del calcestruzzo + PET in edilizia

L’idea di una startup siciliana apre alla realizzazione di materiali costruttivi con potenzialità antisismiche, oltre che isolanti e di risparmio energetico

Scritto da il 23 maggio 2016 alle 9:22 | 0 commenti

Duttile, isolante, green: i vantaggi del calcestruzzo + PET in edilizia

L’Europa da tempo chiede un impegno corale verso l’economia circolare. L’edilizia deve fare la sua parte: lo ha ricordato tempo fa l’Ance in un’apposita audizione alla Camera, evidenziando la necessità di impiegare materiali costruttivi con un impatto ambientale sempre più ridotto.
Ecco che l’idea di unire al calcestruzzo la plastica riciclata, in percentuali variabili, potrebbe essere una via molto interessante. È un’idea che ha preso corpo qualche tempo fa da un giovane ingegnere siciliano, che ha fatto nascere una startup innovativa dedicata, la NC Ingegneria, e ha intravisto la prospettiva di creare un mercato di calcestruzzi modificati dalle potenzialità ancora tutte da scoprire. Bene, questa startup – composta da elementi decisamente giovani – è in attesa di brevetto (presso lo specifico ufficio del Ministero dello Sviluppo economico), ma è convinta della bontà della propria intuizione che apre le porte non solo all’interesse sia per gli imprenditori edili sia per i riciclatori di plastica.
Per i primi, in particolare, queste miscele di calcestruzzo e PET offrono la prospettiva di poter realizzare o contare su elementi strutturali in cemento armato “con caratteristiche di resistenza e duttilità migliorate”, come si legge nel titolo della domanda di brevetto.
Abbiamo chiesto a Venero Giovannino Nicolosi, fondatore della startup, di comprendere meglio quali potenzialità si aprono per questo tipo di materiale.

edilizia

L’ingegner Venero Giovannino Nicolosi

Da dove prende corpo la vostra idea?

L’idea è nata circa un anno fa dalla lettura di un articolo dedicato a Horizon 2020 sull’economia circolare e sui problemi relativi allo smaltimento della plastica. Da lì mi venne l’intuizione di creare una startup, dopo essermi confrontato con un docente universitario di ingegneria dell’Università di Catania, mio ex insegnante e poi amico. L’idea originaria era creare mattoni completamente in plastica riciclata rivestita di materiale lapideo. Ma da studi di fattibilità specifici ci rendemmo conto dell’impossibilità di questa combinazione, in cui il PET era prevalente. Invece si rivelò interessante l’idea di usare la plastica in aggiunta alla matrice di calcestruzzo per migliorarne le caratteristiche.
Di brevetti che vedono la combinazione dei due materiali ce ne sono, ma sono diversi dal nostro. Da qui abbiamo compreso che poteva essere, la nostra, una strada praticabile.

Quali “meriti” aggiunge la plastica impiegata nella matrice di calcestruzzo?

Essa agisce su diversi aspetti. Dal punto di vista strutturale va a migliorare il calcestruzzo perché ammortizza tutti gli sforzi che gli elementi strutturali sono costretti a subire, rendendolo più elastico. Dalle prove svolte in un laboratorio della provincia di Catania si è evidenziato il miglioramento sostanziale sia dell’aspetto deformativo degli elementi strutturali realizzati con questo tipo di calcestruzzo che, di conseguenza, la duttilità e le deformazioni plastiche.
Inoltre, con l’impiego della materia plastica si alleggeriscono gli elementi strutturali: ciò giova in termini antisismici in quanto la minore massa significa minori sollecitazioni.
Prossimamente abbiamo intenzione di avviare un programma di ricerca più ampio. Sulla base del responso ministeriale sulla domanda di brevetto, avvieremo in collaborazione con l’Università di Catania e il già citato laboratorio una campagna di prove più approfondite per capire, tra l’altro, in maniera ancora più puntuale il comportamento di elementi strutturali sotto l’azione di determinate accelerazioni sismiche. Ci sono poi altri aspetti: il PET non assorbe acqua ed è un buon isolante termico ed acustico.

Che potenzialità ha un’idea come la vostra nel settore edile?

La legislazione ci viene in aiuto: se si va a vedere la legge del 28 dicembre 2015 sulle misure di green economy si accenna chiaramente all’economia circolare. C’è poi il programma comunitario Horizon 2020 in cui si parla di una percentuale molto alta di riciclo delle materie plastiche entro il 2030 e sempre entro tale data il divieto pressoché assoluto di conferimento in discarica. La nostra idea diventa interessante, quindi, per i riciclatori e per i produttori di calcestruzzo, incentivati dall’utilizzo della plastica negli elementi strutturali. E poi ci sono i mercati emergenti, come l’Argentina, dove l’edilizia è in forte espansione, ma anche i Paesi dell’Est o in quelli dove la crisi è assente. Nei nostri propositi, infatti, c’è anche l’intenzione di internazionalizzare il brevetto.

Che cosa vi aspetta adesso?

Dopo l’approvazione del brevetto e lo studio successivo più approfondito mirato a ottenere le diverse certificazioni tra cui quella ambientale (in particolare Lca) oltre a quelle strutturali ed energetiche ci siamo posti quale obiettivo quello di aprire un mercato nuovo, ossia quello dei calcestruzzi modificati. L’interesse in questo senso c’è, anche da parte di fondi di investimento italiani e stranieri. Nell’immediato stiamo aprendo a una soluzione di impresa di costruzioni innovativa che intende costruire strutture in calcestruzzo modificato. L’idea è quella di realizzare sperimentalmente piccole strutture modello utili a capire il comportamento in pratica. E questo ci servirà come punto di forza per dimostrare ulteriormente la validità delle nostre idee. Ci hanno già chiesto di realizzare dei capannoni di uso agricolo nella provincia catanese. Inoltre abbiamo l’intenzione di impiegare la nostra idea anche nell’edilizia residenziale oltre che in quella industriale.


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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