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Politiche

Brevetti green al decollo

Crescono i brevetti green, ma il rischio è che vadano in fuga anche loro. Come i cervelli

Scritto da il 02 gennaio 2015 alle 9:00 | 0 commenti

Brevetti green al decollo

Il green fa bene anche alla ricerca. Crescono in Italia, infatti, i brevetti green, con una netta controtendenza rispetto al rallentamento del totale delle domande. Il quadro sui progressi compiuti in questi anni dalle imprese del Bel Paese nell’implementazione di prodotti e processi innovativi green è stato tracciato dall’osservatorio Vedogreen, una società del Gruppo IR Top che si occupa di finanza per le aziende.

Tra il 2009 e il 2014 sono state 2.210 le domande di brevetto che hanno riguardato in qualche maniera il settore ambientale, dato che rappresenta circa il 9,5% del totale delle domande italiane pubblicate nello stesso periodo. Di questi oltre 2.200 brevetti green presentati da aziende italiane tra il 2009 e il 2013, oltre il 70% delle domande di brevetto è riconducibile a tecnologie per la produzione energetica da fonti rinnovabili, sistemi per il controllo dell’inquinamento e il risparmio energetico, biocarburanti, mobilità sostenibile, isolamento termico in edilizia, energia eolica, sistemi per la generazione di energia.

Si tratta di iniziative che danno un buon riscontro, economico oltre che ambientale, visto che nei dieci settori green messi sotto osservazione da VedoGreen, le aziende non quotate in borsa hanno visto crescere il fatturato nel periodo 2009-12, nonostante la crisi.

Il problema per quanto riguarda il mondo dell’efficienza e della rinnovabili è principalmente lo sbocco di mercato che non può che essere quello estero visto che il cosiddetto “zoccolo duro” del mercato interno è a oggi ancora in crisi e le politiche sia italiane, sia europee di sicuro non aiutano. Il Governo Renzi ha preso diversi provvedimenti contro le rinnovabili, mentre sul fronte dell’efficienza energetica l’ecobonus del 65% è stato in forse fino all’ottobre scorso ed è stato prorogato per un solo anno, ripetendo un “tira e molla” già visto negli ultimi anni che impedisce di fatto la realizzazione di strategie di medio periodo da parte delle imprese. E non va meglio sul fronte europeo. Il fatto che i nuovi obiettivi al 2030, per quanto riguarda l’efficienza energetica, non siano vincolanti sarà un problema specialmente per le aziende italiane che sono molto forti nel settore. In un quadro come questo c’è la seria possibilità che molti brevetti trovino la via dell’emigrazione dal nostro paese, non producendo sviluppo in Italia.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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